Il mare mi fa pensare. mi basta passeggiare lungo la riva ed il mio cervello va a farsi strani viaggi, noto tutti i singoli dettagli del paesaggio e li analizzo, sento l'ispirazione crescere, la voglia di cambiare dopo aver dato una diversa importanza ad alcune cose che prima mi parevano scontate.
Eppure allo stesso tempo mi rende così nostalgica, tra tutti questi pensieri si insinuano ricordi dolorosi, malinconici, felici o episodi in cui ho provato sentimenti molto forti, positivi o negativi che fossero.
Il mare non mi piace neanche poi così tanto. D'estate lo odio, è troppo caotico.
Forse è l'inverno che mi fa provare quelle strane sensazioni. Trovarmi sola in luoghi ampi ed aperti che durante la bella stagione pullulano di vita.
Che sia al mare o in montagna, sulle sponde di un fiume o in pianura, quando sono immersa nella natura mi ritrovo ipnotizzata dal paesaggio e dai suoi colori, dai suoi odori e suoni e mi perdo in un labirinto senza uscita.
È una sensazione molto piacevole ma quando devo tornare alla "realtà" in cui vivo, è come se lasciassi un pezzetto di me tra quel vento che mi arrossava il viso, tra quei granelli di sabbia che mi pizzicavano la pelle, tra quel profumo inebriante di erba appena tagliata e fiori.
Ed ogni tanto, persa in quel mondo parallelo, penso a quanto mi piacerebbe avere qualcuno accanto che apprezzi quanto me ciò che vede e sente. Che non percepisca il passeggiare sulla spiaggia necessariamente come "romantico", il percorrere stradine insidiose di montagna o di un boschetto fuori città come un atto "coraggioso" o "ribelle".