liilith

          Bussò tre volte.
          
          Le era stato ordinato di trovare un numero preciso di porte, e quella rappresentava la metà del suo cammino. 
          Si fermò davanti all’ingresso, mentre la nebbia le si attorcigliava attorno alle caviglie secche e rugose.
          
          Dall’altra parte della soglia, regnava il silenzio. Poi, dopo uno scricchiolio, la porta si socchiuse, aperta più con curiosità che coraggio.
          
          Sull’uscio stava una vecchia curva sul suo bastone, il volto nascosto da un cappuccio color cenere. 
          Le sue mani, magre e ossute, stringevano due fiori molto diversi tra loro:
          una rosa rossa dal gambo spinoso e un iris blu come il cielo notturno.
          
          «E lei chi è?» chiese una voce esitante.
          
          La vecchia sollevò lo sguardo rivelando due occhi, segnati dall’età e dalle occhiaie.
          
          Non rispose ma, con un gesto lento, allungò le mani e porse i fiori.
          
          «Mi è stato detto che dovete scegliere.»
          
          «Qual è la scelta giusta?» domandò l’altro, turbato dall’ambiguità di quella presenza inattesa.
          
          La vecchia sorrise, quasi con pietà.
          
          «Non esiste una scelta giusta. 
          Guardate, e sarà il fiore a sceglierla.»
          
          Fece una breve pausa, lasciando che il vento le sfiorasse il mantello.
          
          «La rosa rossa proviene dall’Inghilterra. 
          Mi fu donata da una corte di nobili, in un tempo che il mondo ha dimenticato. 
          Le sue spine raccontano di un dolore profondo e del modo in cui l’amore seppe ridare voce a un silenzio disperato.»
          
          Si schiarì appena la voce, e i suoi occhi si posarono sull’altro fiore.
          
          «L’iris blu, invece, appartiene al giardino di un’anima che ha smesso di vivere da un po’. 
          I suoi petali narrano di come il suo cuore si è riaperto a un uomo incontrato nella notte.»
          
          Poi si voltò sparendo nel bosco. 
          
          Lasciò i due fiori sulla soglia, certa che chi abitava quella casa avrebbe scelto, prima o poi, e avrebbe saputo ascoltare il racconto nascosto in uno di essi.
                  
          Ti aspetto.  
          
          Con infinito affetto, 
          -Lilith.