Estratto dal diario di H.
Non so perché gli parlo. Non so perché continuo a farlo. Con altri è facile: una battuta, un gesto, la scena finisce lì. Con lui invece resta. Le sue parole restano, anche il silenzio resta. Forse è questo che mi spaventa: che lui non reciti. È duro, freddo, tagliente… ma non finge. E in un mondo che mi chiede di fingere sempre, questo è un lusso che non posso ignorare. O forse è solo una condanna.