Per quanto riguarda i consigli che ti dicevo, si tratta più che altro di suggerimenti per riformulare le frasi (a parte il richiamo sulle parolacce: sono terribili nello scritto, evitale il più possibile se non vuoi rendere la prosa volgare.), così almeno puoi capire cosa intendo.
Ad esempio all'inizio non avrei messo descrizioni a primo impatto come hai fatto tu nel raccontare l'aspetto della bambina perché danno un'immediatezza che la prosa romanzata non necessita e avrei evitato l'elenco degli esempi per descrivere la forma delle nuvole: infatti una delle prime cose che ti insegnano al liceo è che per dimostrare un teorema devi far vedere che è valido per tutti i casi possibili: per questo si usano le lettere e non solo i numeri! Sembra un esempio senza senso, ma se ci pensi qui c'è bisogno della stessa cosa: un discorso immediato e generico, a meno che - come nel tuo caso - non ci sia qualcosa di particolarmente significativo che tornerà più in là (il peluche). Insomma io me la sarei sbrigata così: “Adoravo il fatto che ognuna di loro potesse prendere tutte le forme possibili, tra cui quella del mio peluche (e poi il resto del discorso)”. Questo ti evita di usare tanto le correlazioni che ti ho visto usare in maniera un po' eccessiva nel tuo scritto.
Un altra cosa da evitare - più sulla grafica e sulla forma - è di mettere così tante volte gli asterischi perché sembra che tu stia semplicemente cucendo insieme pezzi di una storia non unitaria e non è una tecnica molto bella in un libro.
ti dico un'ultima cosa (poi ti lascio e puoi rilassarti): non mettere insieme tanti flashback; io personalmente mi sono persa nella lettura e non è stato proprio bellissimo. Magari ti direi prima di descrivere il sogno - e qui indicare una parte del passato -, poi fare una pausa mentre lei si siede fuori e infine descrivere i pensieri in terrazza con un altro flashback, così si spezza meglio e si evita la confusione nel lettore.
Basta, come già detto sei libera.