Ricordo un giorno, alle elementari, in cui ero in piedi davanti a tutta la classe, paralizzata dalla paura; mi era stata posta una domanda alla quale non sapevo rispondere, questo è ovvio, ma non ricordo quale fosse. Ricordo solo quello che mi disse l'insegnante
"Se non riesci a spiegarti dillo a parole tue!"
Sono le parole mie che mi hanno fottuto il cuore e spianato la via. Quelle con cui mi racconto e racconto di chi mi sta a cuore. Quelle che scorrono tra le terminazioni nervose fino alla punta delle dita, che si tuffano sulla tastiera e si imprimono sul foglio.
Sono impronte,
tracce di chi siamo e di chi vogliamo essere
di quello che abbiamo amato e perduto.
Sono tutto
e sono pericolose:
belle e dannate le parole che si fanno amare senza scoprirsi troppo.
Alla fine tutti noi scriviamo perchè a raccontarci facciamo schifo, perchè abbiamo mille sfumature e mille fogli a comporci e non conosciamo modo migliore per parlare di noi stessi se non con l'inchiostro.
Siamo farfalle di carta pesta
incatenate nella nostra prigione di carta.
Che poi alla fine non so perchè scrivo,
penso si tratti di sopravvivere
in un modo o nell'altro.
- JoinedApril 3, 2017
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