Mi verrebbe da dire a tutti quanti, proprio in faccia, proprio con vice decisa "non va bene un tubo anche se voi avete deciso di si, anche se voi avete deciso che io ho tutto quello che mi serve per essere contenta". Che fatica sentirsi abbastanza felici e aver perso qualche sogno per strada, saper già di dover rinunciare a qualcosa, di non poter proprio andare lì, non poter proprio fare questo e nemmeno quello. Che fatica il cielo, ceri giorni. Che fatica rimanere gentile, romantica e ribelle. Che fatica non cedere al pensiero "non sarebbe meglio essere una stronza?". forse si, che ne so io, ma non sarei la stessa e che fatica essere un'altra. Che fatica la palestra, anche, e infatti non ci vado, nemmeno mi ci segno cosi un pensiero è eliminato. Che fatica essere figlia, essere madre, non esserlo, essere fragile, ma pure forte. Che fatica le parole, quando non trovi quelle giuste, quando trovi quelle giuste ma è troppo tardi. Che fatica anche lamentarsi, tra le altre cose, e cucinare quei dolci difficoltà 30, e non poter vedere il mare quando ti senti morire, e non potere più abbracciare qualcuno e non essere in grado di dimenticare. E non essere in grado di dimenticare.
E non essere in grado di ricordare.