“Seoul mi saluta quando arrivo, ma le sue sopracciglia si corrugano in confusione quando io non ricambio il saluto. Mi sembra di essere in bilico tra due mondi completamente diversi e le mie palpebre sono stanche dopo anni costrette a guardare sempre le stesse bugie. Ho bisogno di dormire per un mese e forse non svegliarmi più. Quando busso alla porta di Namjoon, la saliva forma un lago nella bocca e quando la mando giù involontariamente butto con lei me stesso. Non cerco di ritrovarmi, di riportarmi su. Le parole di mio padre suonano stonate nelle mie orecchie. Sono sporco, diverso, orribile. Namjoon mi porge un sorriso imbarazzato e io gliene regalo uno altrettanto brutto. Seoul sembra essere l’ennesima nemica.”