nove

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POV di nessuno

Mia spinse i suoi capelli bruni mentre guardava il ragazzo dagli occhi verdi sdraiato pacificamente nella bara nera. Era passata una settimana dalla sua tragica morte ed ogni giorno piangeva, o lo sentiva nel sonno.

"È tutta colpa mia," Voleva dire nel sonno.

Pure la sua famiglia era addolorata e questo fece sentire Mia un po' meglio sapendo che non era l'unica che attraversava questo. Ai suoi funerali, molte persone che non aveva mai visto prima assistevano. Non fu sorpresa che non conosceva la maggior parte di loro, interagii solo con Anne e Gemma fuori dall'intera famiglia Styles.

Anche se, un ragazzo in particolare catturò i suoi occhi tra gli sconosciuti. Forse perché la stava guardando fissa.

Dopo averli visti sotterrare la bara di Harry, si sedette sulla panchina del vecchio cimitero. Era intorpidita.

Gelata.

Questo è stato, poi, pensò.

Si sedette lì per un po', fissando il nulla. Poi improvvisamente sentii un tocco sulla sua spalla. Saltò al tocco improvviso e si girò per vedere lo stesso ragazzo che la stava fissando prima. Indossava una giacca grigia e un cappello, visto che fuori faceva freddo. Si poteva vedere qualche ciocca dei suoi capelli color miele uscire fuori e le sue fossette erano evidenti mentre si mordeva nervosamente il labbro inferiore.

Harry, fu la prima persona che spuntò nella sua mente mentre fissava lo sconosciuto.

"Posso aiutarti?" Chiese lei dolcemente dopo un po' di silenzio e sguardi.

"Oh! Uh, scusa- Posso sedermi?" Balbettò.

Un piccolo respiro fu esalato dalla sua bocca e scrollò le spalle. "Non m'importa."

Lui camminò in giro e si sedette al lato destro di lei, guardandola fissa come faceva anche lei. Tossì nella sua mano prima di parlare.

"Io, uh, ho sentito che eri la ragazza di Harry. Mi dispiace." Disse goffamente e Mia chiuse i suoi occhi per un momento. Era stanca delle persone che si scusavano con lei. Chiedere scusa non l'avrebbe portato indietro e non era colpa loro che fosse morto. Era sua.

Aprii gli occhi e lo ringraziò per le condoglianze. "Come lo conoscevi?" Spostò la conversazione da lei.

"Amici all' Uni,"

"Oh,"

"Si. Comunque, sono Ashton. Ma chiamami Ash." Disse sorridendo dolcemente. Si girò per guardarlo e per la prima volta in una settimana, sorrise. Non era un grande sorriso, più come uno triste. Ma era qualcosa.

"Aramia, chiamami Mia." Rispose in breve. Ashton sorrise. Le piaceva il suo nome. Era unico.

"Bene Mia. Devo andare adesso, ma qui," Le porse un foglietto con il suo numero e lei lo mise nella tasca riluttante.

"Chiamami se hai bisogno di qualcosa. O di qualcuno." Poi se ne andò.

Stette in quel posto trenta minuti in più, persa nei suoi pensieri. Un ragazzo traslucido si sedette vicino a lei, le ali bianche si estendevano dalla sua schiena inarcandole. Lui la fissò, ammirando la sua bellezza. Voleva baciarla e baciarla e dirle che tutto sarebbe andato per il meglio, ma non poteva.

Dopo un po', una lacrima scorse sulla guancia di Mia. Singhiozzò quando ci furono più lacrime e il ragazzo la guardò con tristezza. Non voleva che fosse triste. La voleva felice, e non che si intrattenesse su di lui. Si mosse più vicino a lei e mise le sue ampie braccia attorno il suo busto. Poteva sentirla, ma lei non poteva sentirlo.

"Mi manchi," Disse, sapendo che non poteva sentirlo. "Mi manchi così tanto. E voglio vederti felice. Vai a parlare con Ashton, ti ho visto sorridere e lui è un bravo ragazzo. Inoltre, amerei vederti sorridere di più nonostante la mia morte. E inoltre voglio che tu la smetta di incolparti," Elencò delle cose e sperò molto che a quel punto lei potesse sentirlo.

"Ti amo, Harry." Mia disse mentre si alzò dalla panchina e lasciò il cimitero. Lui rimase in un posto e la guardò mentre se ne andava.

"Io ti amo di più." Harry parlò.

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domani posto l'epilogo

driving | h.s (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora