15.

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Un sacco di teste di cazzo ignoranti la chiamavano ritardata perché non parlava mai.
L'obiettivo per i ragazzi che andavano là da circa un mese era quello di rubare alcolici dalla taverna nel seminterrato.
Anche se mi ero fatto per la prima volta proprio in quelle settimane avevo dichiarato che era "qualcosa che avrei fatto per il resto della mia vita".
Andò a finire che la marijuana non mi aiutava più come prima a sfuggire dalle mie difficoltà. E in realtà mi divertivo a compiere gesti di ribellione come rubare quelle bottiglie, rompere le vetrine dei negozi, fare a pugni ecc...
Decisi entro quel mese che non mi sarei più seduto sul tetto a pensare se buttarmi, ma che mi sarei veramente ammazzato. E non avrei lasciato questa terra senza sapere com'era scopare.
Così un giorno dopo la scuola andai a casa sua, da solo, autoinvitandomi. Lei mi offrì delle merendine e a un certo punto mi sedetti sul suo grembo e le dissi "scopiamo" toccandole le tette e allora lei andò in camera sua e si spogliò davanti a me con la porta aperta. Guardai e mi resi conto che stava succedendo per davvero così provai a scoparla ma non sapevo come fare e le chiesi se lei l'avesse mai fatto prima e lei mi disse un sacco di volte soprattutto con un suo cugino. L'odore della sua vagina mi disgustava e il suo sudore puzzava terribilmente, quindi me ne andai. La mia coscienza crebbe al punto da non riuscire ad andare a scuola per una settimana e quando tornai mi inflissero una sospensione interna nell'ufficio del preside, e proprio quel giorno il padre della ragazza arrivò gridando e accusando che qualcuno aveva approfittato di sua figlia.
Cominciarono a girare strane voci ed entro il giorno successivo lei fece il mio nome e tutti a quel punto mi aspettavano al varco per insultarmi e sputarmi addosso, chiamandomi scopatore di ritardate.
Non potevo sopportare il ridicolo a cui ero stato esposto, così un sabato sera fumai e mi sbronzai, dopo di che camminai fino ai binari della ferrovia e mi ci sdraiai sopra aspettando il treno delle 11,sistemandomi due grossi pezzi di cemento sulle gambe e sul petto e intanto il treno si avvicinava sempre più. E invece di travolgermi passò sui binari accanto a me. Da allora ogni giorno prendevo l'autobus per la scuola di Lakeside da Jenkins Lane facendo finta di andare a scuola, ma invece mi facevo di LSD e camminavo per i boschi, per far credere a mia madre che andassi a scuola e un giorno a una partita di football la polizia mi fermò e mi accompagnò in caserma.

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