The Artful Dodger

189 21 14
                                    

<<E poi per Natale potremmo filarcela a Vancouver. Eh, Potter?>>

Alzai lo sguardo dal cellulare, e osservai Boris con un sopracciglio alzato. <<Ce l'hai con Vancouver>> Lui schioccò la lingua, poi la infilò disgustosamente nella bocca della bottiglia di vodka. Faceva proprio schifo, ma non gli dicevo mai niente.

<<Sai, ho sentito che a Natale a Vancouver ci sono delle luci natalizie fantastiche.>>

<<Hai vissuto ovunque, mi sorprende che tu non sia mai stato a Vancouver.>>

Gli strappai la bottiglia dalla bocca e scolai la metà rimasta. Non avevamo l'età per bere, e non ci importava nemmeno così tanto. Avevamo problemi più grandi a cui pensare che a qualche cazziata per aver bevuto qualcosa che non potevamo bere. A me la vodka faceva venire il voltastomaco, ma a Boris piaceva, perciò me la facevo andare bene. E diciamo che la sua saliva rendeva tutto meno schifoso. Forse non era poi così rivoltante guardarlo infilare e rigirare la lingua all'interno della bottiglia. Era andato, come tutte le altre serate, del resto. Ubriachi o meno, con Boris mi sentivo sempre normale. Boris da ubriaco mi faceva sentire strano. E quando ci pensavo bene, anche Boris da sobrio, ma su questo non ero proprio sicuro. Forse perché da ubriaco mi diceva cose che non voleva dirmi davvero, e che tanto poi dimenticavo perché nemmeno io ero il sobrio dei sobri. Ma se anche Boris da sobrio mi faceva sentire strano, qualcosa mi era rimasto.

<<Aspettavo di venirci con te.>>

Cominciai a scorrere alla velocità della luce le canzoni della mia playlist per portare la mia concentrazione su altro, perché sapevo che soffermandomi sul fatto che le mie guance stavano lentamente cambiando colore, avrei solo peggiorato la situazione. <<Si dice ''di andarci'', Boris.>>

<<Di andarci, giusto.>>

Ignorai i suoi mugolii che pretendevano una vera risposta alla sua affermazione, perché com'è che avrei dovuto rispondere, altrimenti? Avrei detto una stronzata inutile come al solito, e il fatto che non ero nemmeno totalmente sobrio peggiorava le cose. Aprii un'altra bottiglia con i denti.

<<Poooooooooootter>> lo detestavo quando faceva così. Quando mi chiamava prolungando la o del mio soprannome (mi piaceva avere un soprannome), e poi aveva la o chiusa, quindi era ancora più divertente.  <<Metti via quell'oggetto infernale... Mi sta mandando radiazioni, noo, il cancro! Ah, Potter, butta quella roba!>>

Trattenni una risata. Boris mi faceva sempre sorridere. E non aveva nemmeno bisogno di due bottiglie di vodka per sparare certe stronzate, perché la prima cosa che gli passava per la testa, la diceva. Quando beveva c'era una combo, immagino?

<<Vieni qui>> Si buttò sul letto, accanto a me. Si mise l'auricolare, io misi quell'altro, feci partire Sister of Pearl. Lo fissai chiudere gli occhi e schiudere le labbra screpolate. Dovevano fare male. Si  strappava sempre le pellicine con i denti.

<<L'hai finito quel libro che stavi leggendo? Quello di Charlie Cazzoens?>>

<<Santo Iddio, è Charles Dickens.>>

<<Sì, dai, quello del moccioso a cui muore la madre appena nasce e viene torturato come un animale e poi diventa tutto cazzuto spacca culi e scappa via. Tipo te.>>

<<Non ho nulla a  che fare con Oliver Twist, a dire il vero.>>

Schioccò la lingua di nuovo, non so perché lo faceva. Forse quando aveva bisogno di prendersi un momento per pensare a che dire, come quando io facevo ''um, eugh'' quando ero a corto di argomenti, e lui me lo faceva notare, confessandomi che non c'era bisogno di fare rumori strani perché stare in silenzio con me non era imbarazzante. Gli veniva più semplice pensare, immagino. Volevo saperlo che avevo in comune secondo lui con Oliver Twist. Non ero nemmeno orfano, e mia madre era morta in un attacco terroristico. 

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 16, 2021 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

oliver twist  [boreo, The Goldfinch]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora