Capitolo 12 - Speed of Sound

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How long before I get in?
Before it starts, before I begin?
How long before you decide?
Before I know what it feels like?

Speed of Sound – Coldplay


Le acque del Lago Nero erano insolitamente torbide. Le pareti vetrate della Sala Comune di Serpeverde sembravano sul punto di cedere e di lasciar annegare gli studenti in un gelido e impetuoso torrente.

Draco guardava nuotare le creature magiche che gli passavano davanti, senza prestare loro reale attenzione. Era vagamente consapevole delle occhiate che, di tanto in tanto, riceveva da Daphne, seduta sul pavimento davanti al divano, intenta a preparare pozioni sul tavolino da caffè.

Lui la ignorava, scompostamente adagiato su una poltrona mentre rifletteva sulla Mezzosangue.

Sapeva di aver aperto una breccia di dubbio nella sua incrollabile corazza di disprezzo nei suoi confronti, così come era certo che se non avesse colto al più presto quell'opportunità, la breccia si sarebbe richiusa e lei avrebbe rinforzato le sue difese, rendendogli ancora più difficile ripetere l'impresa. Le aveva dato il suo libro, certo che lei lo avrebbe analizzato da cima a fondo, semplicemente perché la Mezzosangue era fatta così, aveva sete di conoscere ciò che mostrava anche solo un accenno di mistero. Perciò aveva sperato che una volta scoperta la verità sui libri, lei lo avrebbe cercato, per avere la sicurezza che le sue teorie fossero esatte. E allora lui avrebbe avuto la possibilità in cui sperava.

Nel frattempo, avrebbe dovuto trovare il modo di convincerla che quello che c'era stato tra loro era stato vero e importante e, soprattutto, che non era affatto passato. Se lei non si fidava più di lui, allora Draco avrebbe riconquistato quella fiducia e se lei non credeva alle sue parole, allora gliele avrebbe provate e l'avrebbe fatto con tutti i mezzi di cui disponeva.

Doveva essere preciso, era necessario risalire alle motivazioni che avevano spinto lei lontano da lui e demolirle una per una. E se quelle motivazioni erano sue colpe, per quanto gli fosse difficile anche solo ammettere quel pensiero, allora Draco le avrebbe individuate.

«Mi serve un Pensatoio», decretò.

Nel momento in cui udì la propria voce, neanche troppo alta, il resto della Sala Comune parve riapparire di fronte a lui e Violet Macnair interruppe a metà una frase di scherno che stava rivolgendo a Daphne per spostare lo sguardo su di lui.

«Ma davvero», fece la Greengrass in tono affilato. «Dubito che anche uno strumento magico così potente possa riuscire a recuperare un pensiero elaborato da te. Probabilmente perché non esiste.»

Violet alzò gli occhi al cielo, ma lui si limitò a ignorarla.

«Ne avete uno?», insisté rivolgendosi a entrambe le ragazze.

Daphne inarcò un sopracciglio. «In tasca, intendi?»

Draco si spazientì. «Perché sei così acida oggi?»

«Non mi piace lavorare sotto pressione», disse voltandosi con astio verso Violet. «Né lavorare per clienti che non mi piacciono e che per di più non mi pagano.»

Violet la liquidò con un cenno della mano. «Abbiamo fatto un accordo ed è tempo che lo onori. Ho aspettato fin troppo, perciò non ti toglierò gli occhi di dosso finché i filtri che ho chiesto non saranno pronti.»

«Potrei avvelenarli e non te ne accorgeresti...»

«Te lo sconsiglio fortemente.»

«... e non lo farò solo perché sono una persona di parola» concluse Daphne. «Tuttavia non mi piace che tu stia qui a mettermi fretta. Le pozioni richiedono il loro tempo e certamente non mi diverto ad avere ancora un debito con te. Ma la qualità dei miei prodotti è indiscussa e tale deve rimanere, perciò vai a infastidire qualcun altro e lasciami lavorare in pace.»

The end where I beginDove le storie prendono vita. Scoprilo ora