Capitolo 1

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Il Primo Mondo, il Secondo Mondo ed il Terzo Mondo. Queste sono le nostre divisioni sociali. Ogni persona può appartenere ad un solo ed unico mondo. Io appartengo al Terzo Mondo, chiamato anche Terziario, dove la gente è la più povera. Dove vivo io non c’è molto da mangiare, ma ce la caviamo abbastanza. Ci sono alcune sezioni del Terzario, dove le persone non riescono neanche ad arrivare a fine mese. Per fortuna, non abito lì. Nella mia famiglia siamo in quattro: io, mia madre, mio padre e mia sorella. Quest’ultima credo che sia la più forte. Ha un’incredibile voglia di vivere, che per noi non è una cosa da poco. Molti si suicidano, perchè non ce la fanno così. Scommetto che nè nel Primario, nè nel Secondario succedono questi terribili avvenimenti. Dopotutto loro non possono assolutamente capire cosa vuol dire vivere qua; non l’hanno mai passato sulla loro pelle. Io conduco una vita piuttosto monotona, ma non mi lamento mai, perchè mi piace così. Solitamente mi sveglio, faccio colazione e poi vado a scuola. Dopo la scuola sto tutto il giorno chiusa in camera a leggere I libri che prendo in biblioteca. Per fortuna esiste anche qua una biblioteca. Conosco la bibliotecaria. Si chiama Sincerly, ha I capelli castano scuro e gli occhi neri e assenti. E’ l’unica persona di mi cui posso veramente fidare. Si veste sempre con colori scuri e tristi, come tutti quanti, del resto. Però lei li porta in una maniera tale, che appena la vedi, ti incupisci. Io mi ci sono abituata e quindi quei colori mi fanno l’effetto opposto.

°°°

Mi sveglio di soprassalto con mia sorella che urla. Mi alzo frettolosamente e corro in soggiorno dove la vedo ballare e canticchiare “We are the champion”.

-Cosa succede Lucy?-

-Guarda!- mi dice urlando -Abbiamo una televisione! Abbiamo una televisione!-

Guardo dietro di lei e intravedo una scatola nera e solida, con uno schermo in vetro. Non avevo mai visto una televisione. So che serve per intrattenere le persone quando non hanno niente di meglio da fare.

Mi dirigo verso Lucy, le metto una mano sulla spalla e le chiedo -Dove l’hai rubata Lu?-

-Non l’ho rubata. Come puoi anche solo pensarlo. Non sono più la bambina di una volta. Ho 14 anni ormai. So badare a me stessa e so capire cosa è giusto e cosa è sbagliato. Non l’ho rubata.-

-Allora dove l’hai presa in prestito?-

-April…-

-Okay, okay. Dimmi dove l’hai trovata almeno-

-Qua. Mi sono svegliata, volevo andare a fare colazione…-

-Lu. Sai che non voglio che tu faccia colazione da sola. Anche se vorresti non potresti. Ti ricordi cosa ha detto Michael sul regolamento?-

-Sì. Che l’ora per la colazione deve essere uguale per tutti e che dobbiamo mangiare sempre quando tutta la famiglia è pronta. Ah! E prima di ogni pasto bisogna recitare il motto del Terziario- Lo dice con disprezzo, ma decido che è inutile iniziare a litigare solo perchè lei non è contenta di questo Mondo. In fondo non lo sono neanche io.

-E qual è il motto del terziario?-

-Essere poveri non vuol dire essere tristi. Essere poveri vuol dire possedere meno ricchezze e sapersela cavare nelle più brutte circostanze- Fa una piccola pausa, poi mi guarda e sorride facendo una smorfia. -Visto che brava che sono? Pensavi che non lo avessi imparato a memoria?-

-Sinceramente no. Te l’hanno già insegnato a scuola?-

-Sì. Le superiori sono totalmente diverse dalle medie. Ho imparato già un sacco di cose che non sapevo.-

-Bene…-

-Però ora fammi finire il discorso-

-Va bene. Continua-

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 01, 2015 ⏰

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