giorno 3

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<<aspetta, io ti conosco?>>
<<Aspetta solo un attimo...ti chiami Sofia?>>
<<No>>
<<No, non ti conosco, ciao>>
Ecco il dialogo durato una decina di secondi in cui ho dimenticato che Giulia se n'è andata. Devo smetterla di ricordare, non ci devo pensare, e quando meno me lo aspetterò tornerà.
A quel punto torna quella fastidiosa vocina nella testa che mi dice:<<E se non tornasse?>>
E a quel punto ricomincia la mia disperazione.
È strana la mente umana: è attratta dal dolore, come se ci affascini, come se ci piacesse quasi soffrire. Come Camilla, che ha passato 4 anni a farmi soffrire e disperare, ma alla fine ero solo io, che continuavo a soffrire, come se appunto mi piacesse.
Per fortuna ho incontrato Giulia, che me l'ha fatto dimenticare, ma adesso che la amo la vita me la porta via. Sembra che quello che desidero non lo posso avere, e quello che non desidero mi arriva. Strana, la vita.
Ma per il momento devo dimenticarla.
Prendo la bottiglia con il suo biglietto che ancora conservavo e scrivo:

<<Quando tornerai?>>

Perfetto, adesso tornerò domani, al posto di passare la giornata in spiaggia.
È ora di pranzo, andrò a mangiare a casa, e poi si vedrà

Storia di un ragazzo che aspettava una SirenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora