Lola Porter è ufficialmente fidanzata con Lens Smith. Ciò implica che non può guardare, respirare la stessa aria e nemmeno parlare con un altro ragazzo.
Con l'inizio del nuovo anno, Lola corona il suo sogno più grande sin da quando era bambina: and...
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«Andiamo Lens! Parliamone!» la mia voce nel buio potrebbe inquietare qualcuno, nonostante io cerchi di attirare l'attenzione solo di una persona.
Sapete cosa significa aspettare che il vostro ragazzo vi creda?
No? Che fortuna, care amiche.
Vorrei dire lo stesso, ma mi ritrovo fuori dall'appartamento del mio fidanzato a strillare come una pazza, rischiando di svegliare i vicini di casa.
Perché sì, oltre ad avere una pazzoide che strilla fuori dalla finestra della sua camera, è pure notte.
«Lolita, smettila» finalmente la sua voce fa breccia nell'oscurità.
Punto uno, odio essere chiamata Lolita. Punto due, odio il suo tono da essere superiore. Punto tre, non c'è un punto tre.
La sua figura si staglia alla finestra, più incazzata che mai.
Mi guarda dall'alto, ma non solo in senso metaforico.
«Riesci a fare la persona matura per tipo due secondi invece che sparare sempre le solite cazzate?» domando, ormai irritata dal suo continuo comportamento da stronzo.
Perché sì, ho perso tutta la bontà che avevo, tutta la pazienza ha lasciato il mio corpo.
Sono una stronza che tira gomitate per emergere, con la gentilezza non ottieni niente. Si approfittano tutti di te.
«Lola, basta. Io sto uscendo con Bet e sai una cosa? Ti sta proprio bene» parla piano, non vuole farsi sentire da sua madre.
Giusto, ha una bella maschera da angelo sul volto persino con i suoi genitori. È falso persino con chi lo ha creato.
Davanti agli occhi di tutti sono io la carnefice, sono io la psicopatica che urla come una pazza.
Qualcuno si è mai chiesto perché? Non credo proprio. A nessuno interessa ciò che non gli riguarda.
A nessuno interessa conoscere realmente qualcuno che non è lui.
Mentre la mia mente vaga e mette in moto la macchina dei ricordi, non riesco a contenere più la rabbia che si sta accumulando, pensiero dopo pensiero.
I ricordi mi passano sulla schiena e scivolano giù, tagliandomi ancora. Forse sono delle ferite mai guarite.
