2 gennaio
Appoggio con violenza la bottiglia sul tavolo, mi brucia la gola.
Ora però devo appoggiarmi al muro, mi tremano le gambe: forse l'alcol sta facendo effetto. Tossisco: non aveva un buon sapore, ma almeno mi sento un po' meno peggio e un po' più stanco.
Le mie mani ora sfiorano il muro per cercare di tornare in equilibrio, in piedi, e nonostante ci sia il riscaldamento acceso questo pare freddo. Forse sono solo io che ho la pelle bollente.
Sbatto le palpebre, comincio a non vederci bene: se si tratti di alcol o lacrime non so dirlo.
Da quando la porta d'ingresso è così storta? Sembra che stia ballando senza musica: un po' a destra e un po' a sinistra, come gli scivoli acquatici, sembra. Giro un po' la testa: forse sono io ad essere storto, e non la porta? O forse nessuno dei due.
Ma le gambe mi tremano, le sento cedere e prima che io possa ritornare in equilibrio cado a terra con un tonfo. Non sento male, sono ancora abbastanza intontito da non rendermi conto dei lividi che mi sarò fatto alle ginocchia. Ma il rumore ha risvegliato i pensieri che l'alcol aveva mandato via con fatica e sudore per qualche minuto.
E, oh, come mi manchi, amico. Sono io, Mister Innamorato, e mi manca il mio amato.
Chiudo gli occhi, non voglio piangere.
Il modo in cui mi parlavi, mi fa ora desiderare di essermene andato con te.
Il modo in cui pronunciavi il mio nome mi faceva correre e correre e correre, anche se correre non mi piace.
E una lacrima scende, nonostante gli occhi serrati e il mio sforzo per trattenerla.
Riapro gli occhi, e dalla posizione scomposta in cui sono riesco a vedere immagini che si muovono sul muro.
È la televisione, sono abbastanza lucido da capirlo, ma le lacrime e l'alcol mi rendono difficile capire che cosa sta trasmettendo.
Questo momento di distrazione dai pensieri che ti riguardano viene interrotto quasi subito: un dolore allo stomaco mi fa piegare in due.
Non reggo gli alcolici, tu me lo hai sempre detto.
Un altro crampo mi convince ad alzarmi, e riesco a mettermi a sedere nonostante il tremore di gambe e braccia: devo andare in bagno, subito.
Ma sto cadendo a pezzi, non riesco ad alzarmi.
E, oh, come mi manchi, amico. Sono io, Mister Innamorato, e mi manca il mio amato.
Apro la bocca, mi libero lì dove sono: non ho il coraggio, la voglia e la forza di alzarmi, o di spostarmi.
Sono distrutto, disgustato da me stesso e da ciò che ho fatto. Che ti ho fatto.
Ora lo so, sto tornando lucido, lo sento: dopotutto era poco più di un misero bicchiere, ma non reggo gli alcolici, tu me lo hai sempre detto.
Sto recuperando il cervello, gli accadimenti degli ultimi giorni tornano con violenza: mi porto le mani alla testa, vorrei strapparmi i capelli
E piango ancora: chissà quanto tempo passerà prima che io possa tornare da te.
Mi sposto verso il muro, allontanandomi dalla pozza di vomito che, sì, mi disgusta, ma che non ho la forza di pulire ora.
Sono troppo stanco: fisicamente, emotivamente e mentalmente.
Appoggio la nuca al muro, e piango e piango, e piango ancora: e tu dicevi che ero insensibile, solo perché non piangevo quando guardavo la Città Incantata insieme a te.
E invece sono sempre stato uno che piange tanto, e avrei voluto che tu fossi qui per scoprirlo, per prendermi in giro, per asciugarmi le lacrime: oh, cosa dovrei fare senza di te?
Non so quanto ci vuole prima che io riesca ad alzarmi in piedi e pulire il mio sbocco.
Non so neanche che ore sono quando mi stendo sul letto, né che ore sono quando mi addormento.
Ma, oh, come mi manchi, amico. Sono io, Mister Innamorato, e mi manca il mio amato.
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-Mr. Loverman- [KuroKen]
Fanfictionand i miss my lover, man. [trishot angst vomitata in una notte di pura ansia, un accrocco di pensieri deprimenti senza capo né coda. ma ha anche dei difetti ;)] ah, e buon anno