Il silenzio alleggia, come uno spettro, nella nostra casa. Nonostante sia molto strano e insolito, anzi si potrebbe dire impossibile, che nella nostra dimora si riesca a sentire il rumore del proprio respiro, in questo momento riesco ad avvertire pochissimi suoni.
Sento mia sorella maggiore, Jessica, che al piano di sotto lava le pentole e di tanto in tanto canticchia allegra filastrocche d'amore. Non è difficile immaginare quello che le è successo, il nostro vicino deve averle regalato una rosa, e adesso lei è in brodo di giuggiole. A me il figlio del panettiere non piace per niente, ha qualcosa di infido addosso. Ogni volta che lo vedo ha sempre una strana espressione, ma forse è solo una mia emozione dettata dalla "gelosia" come dice Keald. Ho provato a ripetergli più volte che non lo dico solo perché Jessica è la mia sorellona, ma perché il rampollo dei Giaz non piace a nessuno. Lui non merita Jessica, lei è così gentile, dolce e altruista e lui è solo un vigliacco. Improvvisamente un rumore ritmico mi distrae dai miei pensieri. Passi, passi piccoli e brevi, ma conciati e frettolosi. So già chi è che sta per arrivare ancora prima che entri nella stanza. Così, per farle una sorpresa, mi apposto dietro alla porta in legno e attendo in completo silenzio che lei arrivi.- Fratellone! Siamo tornati a casa, come vanno le cose qui? Avete preparato qualcosa da mangiare? Oh, che buon profumino, delizioso. Vado a dare un occhiata a quello che ha preparato Jessica, ma non dirlo alla mamma. -
Jeanie è una ragazza sempre allegra, un vero e proprio tornado di energia e forza. Ha corti capelli biondi, ereditati dalla mamma, che le arrivano fino alle spalle, e che le vengono periodicamente sistemati da Jeasmine, mia madre. Gli occhi sono azzurri, come i miei e quelli di papà. Lei è bassetta ma non troppo, è solo come se non fosse cresciuta negli ultimi due anni e si fosse fermata. È magrolina e per niente formosa, tanto che potrebbe sempre essere scambiata per un maschietto. In effetti è la ragazza più ribelle che conosco, quando io e Keald tre anni fa eravamo dovuti andare al confine per assistere agli effetti disastrosi di una valanga, lei aveva molto insistito per accompagnarci. Non ho neanche il tempo necessario per rispondere che il fulmine che è appena piombato in casa sparisce nuovamente, diretto verso la cucina.
- Ciao Jeanie... - sussurro mentre riprendo in mano la fionda che stavo preparando per una nuova missione.
Jeanie è la mia sorella minore prima di May, ha solo dodici anni, ma è un tornado, e niente riesce mai a fermarla. La mamma a malapena riesce a impedirle di andare a giocare con i maschietti suoi coetanei. Ma, sinceramente, sono felice se Jeanie è contenta di passare del tempo con i suoi amici, e non mi potrei mai lamentare di questo. Effettivamente, quella che si lamenta di più se Jeanie passa del tempo con alcuni suoi coetanei è Jessica. Non ho mai capito perché questa cosa non la riesca a tollerare e a sopportare, so solo che Jessica vuole convincere la mamma ha portare Jeanie in una scuola dove imparare le "buone maniere", o almeno così dice lei.
- Guarda che non sono Jeanie! - L'urlo stridulo e infantile mi risveglia ancora una volta dai miei pensieri. Appena in tempo per assistere all'entrata in scena di May, la mia sorellina minore, di soli cinque anni.
- Ti sei perso un'altra volta sulle nuvole? - chiede lei con tono innocente e sincero, mentre mi fissa con i suoi grandi occhi azzurri.
Rido e scompiglio i capelli di May e la vedo assumere una espressione sorpresa e entusiasta.
- Sono felice che tu sia contento, devi sorridere sempre fratellone, mi piaci di più così. -
May mi guarda con i suoi grandi occhioni e non aspetto un secondo a dirle ciò che vuole sentire ossia dove si trovano Rokay e Jeanie con i quali sicuramente vuole giocare.
- Va bene fratellone, sai dirmi anche dov'è finito Keald? È da un bel po' che non lo vedo..-
Alla sua domanda sospiro ma cerco di non buttarmi giù di morale, Keald mi ha chiesto un favore e non posso tradirlo solo perché non riesco a mentire.
- Keald non so dove sia, ma prima di andare mi ha detto che voleva vedere il suo amico, com'è che si chiama...? Gino giusto? Oppure era Marco? O forse era Gianni? Mi dispiace ma non so proprio dove si trovi. -
May mi guarda e io contraccambio, ma anche se mi osserva con sguardo accusatorio io cerco di non far trapelare nulla.
Keald maledetto te!
Non potevi nascondere meglio il tuo segreto.Finalmente però, sempre con un tempismo perfetto, Rokay ci interrompe.
Rokay, come tutti in famiglia, ha dei bellissimi occhi grandi e azzuri. I suoi capelli però, come quelli di Keald e nostro padre sono più scuri, quasi neri, lunghi e lisci. Come sempre indossa degli spessi occhiali da vista e tiene stretto a sé un libro di alchimia, la materia che in assoluto lo affascina di più. Anche se hanno solo un anno di differenza, Jeanie che ha un anno in meno potrebbe sembrare una nanetta in confronto. Nonostante la sua altezza però Rokay ha una corporatura molto minuta.
- Roki, Jeanie volete giocare con me? - chiede May e subito i due le rispondono annuendo per poi guardarmi incuriositi.
- Cosa c'è? - chiedono i miei tre fratelli minori in coro mentre mi sistemo le scarpe ai piedi.
- Niente.- rispondo subito, forse troppo velocemente dato che capiscono che sto mentendo.
- Sicuro? - chiede Rokay con sguardo terribilmente serio.
- Sì. - rispondo istintivamente.
A volte non vorrei avere dei fratelli così impiccioni ma sono sempre contento se si interessano a me.
- Ragazzi io vado a caccia, abbiamo poco cibo per la prossima settimana... -
- Ma a quello ci pensa Keald, non credi? E poi perché vuoi andare a caccia? Non ti è mai piaciuto cacciare animali o ucciderli.-
- Rokay lascialo andare, se non vuole dircelo ora c'è lo dirà al suo ritorno.-
- Grazie Jeanie.-
Dopo aver ringraziato mi dirigo verso il piano di sotto e, preso il mio bastone e la mia adorata fionda con dei sassolini, vado verso gli altri che si trovano ancora in salotto.
Salgo le scale e mi ritrovo davanti a Jessica che anche se ha una ventina di anni guarda ancora tutto con meraviglia. La abbraccio e lei a quel gesto inaspettato mi guarda negli occhi come se potesse leggere dentro di essi qualcosa di compromettente. Ma io ci ho messo tutto il giorno a nascondere ciò che sentivo nel mio cuore. Quando scendo le scale mi ritrovo davanti i miei tre fratelli minori che abbraccio con grande affetto lasciandogli un bacio sulla guancia. Mentre lo faccio cerco di sorridere ma dentro di me mi sento morire. Loro mi chiedono se sto bene, se c'è qualche problema, provano a fermarmi, provano a capire cosa ho, ma nessuno può capire quello che provo in questo momento.
Mia madre oggi non c'è, quindi appoggio semplicemente una lettera sul tavolo e ad alta voce, in modo che tutti e quattro possano sentirmi dico le mie ultime parole in questa casa.
- Leggetela tutti insieme quando ci sarà anche la mamma. E ricordate che vi voglio e vi ho voluto molto bene.-
I miei fratelli non capendo cosa succede provano a fermarmi ma io sapevo già cosa avrei fatto in questo momento. Prendo le chiavi e mi fiondo verso la porta chiudendola dall'esterno. Loro provano ad aprirla invano, lascio la chiave sulla porta in modo che la mamma o Keald la trovino.
Così inizio a correre verso il bosco.
Voglio solo scappare verso una realtà che non sia questa e in cui il destino possa essere cambiato. Ma non posso farlo purtroppo.
Addio.
STAI LEGGENDO
Ventus: Dragon Lord
Viễn tưởngIl Destino non è scritto per nessuno tranne che per i Drastar, i prescelti dai draghi per essere sacrificati in modo da mantenere un'epoca di pace e armonia. Ma i quattro Drastar prescelti sono diversi. Alyssa, Aiden, Diana e Zefiro non sono Drastar...