1 - Stranger

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Ciao.
Mi chiamo Eren Jaeger e mi sono trasferito a New York da poco.
Che dire di me? Sono un semplice ragazzo che si fa i fatti propri per tutta la giornata.
Stavo tornando da scuola, era stata una giornata dura.
Jean oggi mi picchiò come sempre, insieme al suo amico Connie, un tipetto rasato che si diverte a prendermi in giro per la mia timidezza, almeno credo.

«Mamma sono a casa!» urlai allo stipite della porta mentre mi toglievo le scarpe per poi riporle ordinatamente vicino alla porta.

«Mamma?» richiesi andando preoccupato in salotto, visto che non mi rispondeva.

La trovai indaffarata a fare le pulizie.

«Hey mamma, ma hai fatto un nuovo taglio di capelli?» la guardai confuso, ci teneva troppo ai suoi capelli per tagliarli, eppure...

«Eh?» si girò la mamma. Almeno credevo che lo fosse.

«MA TU CHI CAZZO SEI?!?!!?!» chiesi urlando lanciando la prima cosa che avevo in mano. Il mio telefono. Merda.

Per fortuna lo sconosciuto davanti a me lasciò cadere il mocio che fece un rumore fastidioso, per prendere al volo il telefono indirizzatogli.

«Stai più attento moccioso» sbuffò mettendolo sullo scaffale.

«Chi cavolo sei? E cosa ne hai fatto di mia madre?!» gli chiesi raccogliendo il mocio per puntarglielo addosso.

«Secondo te mi metti paura con un semplice mocio ragazzino? E comunque tua madre è ancora al bar, ritornerà a momenti» riprese il mocio strappandomelo dalle mani per poi immergerlo nell'acqua e continuare a pulire.

Io mi sedetti sul divano prendendo un manga e leggendomelo abbastanza annoiato siccome avevo già fatto tutti i compiti per domani.

«Moccioso, cambiati che ho appena pulito, starai sicuramente puzzando di sudore» mi disse guardandomi malissimo con quelle iridi argentee.

Io sbuffai alzandomi, seguito da un "e cambiati i calzini che sono sporchi!". Che rompipalle, peggio di mia madre!
Quando ritornai in salotto, lo vidi abbastanza infuriato.

«Guarda! Hai sporcato tutto con quei calzini del cavolo! Impara la buona abitudine di metterti le pantofole» mi disse con un tono abbastanza piatto senza degnarmi di uno sguardo.

«Non prendo ordini da uno sconosciuto e soprattutto vecchio» gli dissi rimettendomi a leggere sul divano.

«Cos'hai detto?» alzai lo sguardo e me lo ritrovai davanti con le braccia incrociate al petto e guardandomi con uno sguardo severo. Ma cosa vuole questo da me?

«Prima di tutto, non mi faccio trattare così da un ragazzino di.. quanti? Sedici anni? E secondo, non sono vecchio. Ho ventiquattro anni» mi disse puntandomi il dito contro.

Mi alzai dal nervoso cercando di risultare minaccioso, e mi accorsi di essere più alto di lui di almeno una decina di centimetri.

«E io non mi faccio trattare così ta un nanetto che compare così in casa mia!» gli punto al petto a mia volta un dito.

«Oh, vedo che vi siete conosciuti!»

Ci fermammo subito girandoci lentamente verso la persona che aveva parlato. Mia madre.

«Eren! Levi! Cosa sta succedendo qui?» ci guardò con sguardo interrogativo e severo.

«N-Niente mamma...» le dissi grattandomi la nuca imbarazzato.

«State andando d'accordo voi due?» ci chiese mia mamma curiosa.

«CERTO!» dicemmo insieme io e quello che si dovrebbe chiamare Levi.

«Quindi, Eren, non ti dispiacerà se Levi rimarrà qua e dormirà nella tua stessa camera, vero?» chiese, e io intanto mi stavo per strozzare con la saliva.

«COSA?!» le chiesi per poi guardare la persona vicino a me abbastanza scioccata.

«Io non- Io non dormirò con lui!» gli dissi a mia madre indicando il nano.

«Per me vale lo stesso!» disse Levi guardandomi con gli occhi fatti in due fissure.

«Volete sapere una cosa?» chiese mia mamma abbassando la voce quasi fino a sussurrare.

Noi annuimmo curiosi aspettando la risposta.

«Non me ne frega niente» ridacchiò.

Non ho mai odiato così tanto mia madre.

«E sapete che altro vi dico? - continuò - se non la smetterete di litigare entro una mese, mi prenderò una vacanza lasciandovi soli!» disse mia madre fiera di averci intimidito.

Spalancai la bocca. Non mi poteva fare questo!
Io andai in camera mia sbuffando. Per il momento non volevo vedere o sentire mia madre e soprattutto quel nano da giardino. (bello insultarsi da sola)

• • •

«Eren scendi che è pronta la cena!» mi chiamò mia mamma dalla cucina.

Mi alzai a malavoglia dal letto per poi sedermi a tavola.

«Quindi...» disse mia mamma cercando di spezzare quella tensione che si era creata.

«Quindi?» chiese Levi addentando una bistecca.

Boyfriend  {Ereri}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora