Capitolo 1

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La situazione è degenerata fino allo stremo; voglio solo raggomitolarmi e piangere, spaccare ogni singola cosa che ho sotto tiro, urlare fino a non avere più voce in corpo!
Quel bastardo di Drew ha avuto il coraggio di passare il ruolo di doppiatrice di Alice Angel a quella grande troia di Allison Pendle.
Oh... "Tu sei Alice Angel!" Mi urlavano per strada; mi riconoscevano in lei così come io mi  riconoscevo in Alice. Durante il nostro dannato appuntamento, lui stesso mi aveva chiamata Alice e diamine, se mi era piaciuto; io sono Alice Angel. Cos'ha lei che io non ho? I lunghi capelli neri? Il viso più minuto? La vita più stretta? Perché deve essere lei a toccare il mio ruolo, insudiciando il mio buon nome con la sua voce da ochetta stridula?
Oh Joey, quello è stato il tuo ultimo dannato errore.
Quello che hai creato tu stesso ti ha letteralmente inghiottito, com'è giusto che sia; la feccia come te non merita di vivere a questo mondo e tantomeno nei due regni o in qualunque altro posto.
Ma intanto la situazione non fa altro che  peggiorare, mentre sento letteralmente i sentimenti corrodermi; la dolce Alice Angel non può arrabbiarsi, non per simili nullità.
Sono ancora nell'edificio, esattamente nel reparto musicale a godermi le melodie che Sammy compone; un maestro delle note e delle parole. Lui si che riconosce il vero talento.
Socchiudo un occhio, mi piego in avanti sul tavolo da biliardo prima di far scorrere la stecca fra le dita, colpendo il mio bersaglio così da diminuire le palle presenti; era un vero peccato non riuscisse a far sparire quelle che mi erano cresciute e si erano autonomamente rotte a causa del fracasso di quella macchina per l'inchiostro. Un primo sbuffo lascia le mie labbra nere come la pece all'ennesimo suono, poi un secondo ed infine un terzo, tanto da farmi borbottare istericamente; faccio per girarmi verso la porta che avrebbe condotto nella sala del proiezionista.
Mi gelo letteralmente sul posto, rimanendo con gli occhi fissi sulla nera figura alta e deforme che mi bloccava l'uscita; sento di non avere fiato in gola, boccheggio senza riuscire ad emettere alcun suono mentre quel suo dannato viso, quel sorriso, sembrano esortarmi a scappare, così da lasciargli maggior divertimento.
Allunga la mano verso di me priva di guanto verso di me, passandola con estrema delicatezza sulla mia pelle lattea, disegnando i contorni del mio viso, come ad ispezionarlo attentamente, quasi pensieroso; sento lo sporco che lascia al suo passaggio, avverto quei suoi artigli, la sua pressione su di me anche se non mi sovrasta in alcun modo.
-Alice Angel-
Può parlare?
Sibilla quel nome, accentuando la "c" come se avesse qualche difficoltà a pronunciarla; la sua voce è roca e profonda, mentre il respiro è quasi impercettibile.
Solo ora mi accorgo di ciò che mi circonda: numerose chiazze nere hanno ricoperto la stanza, come se dell'inchiostro fosse penetrato nelle pareti e negli oggetti; l'odore è pesante, come pian piano si sta facendo il mio respiro mentre con gli occhi rimango a fissare il Demone D'Inchiostro.
Le dita ossute sfiorano il mio mento, le labbra mentre sento quasi i suoi occhi su di me, nonostante non riesca a vederli; sale con gli artigli, arrivando ad accarezzare la guancia con questi, prima di ritrovarmi pochi secondi dopo, distesa sul tavolo da biliardo con cui mi stavo intrattenendo pochi secondi prima.
La schiena premuta contro la superficie dura, la mano guantata sulla bocca ad ovattare i miei suoni; sento chiaramente le voci all'esterno, le musiche. Se anche urlassi, non mi sentirebbero.
Deglutisco a fatica quando il Demone mi intima di far silenzio portandosi l'indice alle labbra, mentre con un calcio chiude la porta, creando una barriera tra noi ed il mondo esterno; temo per la mia incolumità, per la mia vita, soprattutto nel momento in cui quello abbandona il suo caratteristico sorriso maledetto, mostrandomi la lunga e sinuosa lingua nera. Stringo gli occhi, serrando anche le labbra prima di sentire qualcosa di umido sul mio collo, muoversi con estrema lentezza sulla mia pelle, lasciando una scia umida al suo passaggio; la lingua non mi lascia alcuna macchia d'inchiostro addosso, cosa che invece non fanno le sue mani, intente a sfiorare i miei fianchi ed il mio petto.
Rimane calmo per un bel po', prima di iniziare ad innervosirsi per il vestito nero che indosso, unica barriera a separarli dal mio corpo; non esita e senza troppi complimenti, mi strappa i vestiti di dosso, ergendosi su di me per contemplare la mia figura.
Il mio trucco perfetto mi ha resa identica lei dettagli ad Alice Angel, i capelli tinti di nero avevano sortito l'effetto sperato; ma in questo momento, desidero soltanto sparire nel nulla e non essere alla totale mercè del Demone
D'Inchiostro.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 09, 2021 ⏰

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