Sbronza

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Viso pallido,
labbra scarlatte,
occhi iniettati di sangue.
La ragazza sta
cantando in una
lingua più che naturale.
Strani rumori le
escon dalla gola,
gesticola,
come una pazza.

Annaspa.

Farnetica parole
a lei sconosciute,
delle quali non ha più paura.

Ma cosa l'ha spinta a questo?

Non ha capito
che non può scappare
dal noto.
Il veleno nel suo corpo,
ignara,
la sta uccidendo,
lei non ha paura
di questo.
Si è guardata allo specchio,
quando è riuscita
a destarsi,
seguendo il moto dell'universo,
ed è scoppiata la lucidità.

Piange, come una fanciulla.
Pensava di poter
seguire il moto etereo della vita,
danzando tra le stelle,
prendendole per mano.

Si sente sola.
Ma non si è mai
accorta che al suo fianco
è sempre stata circondata
da pilastri
che la sorreggevano.

Accecata,
si è lasciata trasportare
dal fiume della falsità
della felicità.
Quello che ha capito,
troppo tardi,
l'ha riversato
come acido solforico
tra le piccole crepe
nel marmo.
Sgretolate, ricadute
su sé stesse.

Ora che ha svegliato tutti,
e la stanno guardando,
si sente nuda,
come ha sempre pensato.

Mortale e vulnerabile.

Patetica, alla domanda
'cos'hai compiuto?',
consapevole,
lacrime d'etanolo
hanno solcato
tuoi magri zigomi.
Chi t'ha abbracciato,
sollevato sul palmo della mano,
ride di te.

Sei forse stata
cinema gratis?

Lo rifaresti.

L'umiliazione non costa nulla.

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