Sottomissione

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Solitaria nella notte
guardavo il cielo.
Lacrime rigavano il pallido viso.
Libertà.
Era quello che ardentemente desideravo
e che mai avrei potuto ottenere.
Desolata, con rassegnazione,
passeggiavo in attesa di un angelo,
sapendo che non sarebbe mai arrivato.

Scorsi un uomo.
Il mio angelo? mi dissi.
Niente di più lontano.
Giovane e bello,
solo il suo sguardo mi aveva stregato.

Gli chiesi libertà,
seppe offrirmi solo dannazione.

Di tutte le favole che da bambina m'ero fatta, troppo tardi capii fossero illusioni.
In un battito di ciglia,
fui subito sua.
Le sue fredde labbra
erano un promemoria di quanto
sia fragile e delicata la vita.

Nella morsa del Demonio
come un topo squittivo, IO,
la sua vittima.
Esattamente come la vita fa ogni giorno,
egli mi tolse quel piccolo fuoco,
ormai consumato,
che mi teneva viva.
Le stelle mai erano state più belle.
I tuoi baci mi rendono tua. Nonostante ti odi,
questa sottomissione mi eccita.

Quelle serafiche labbra mi chiamano
ogni volta che lo desideri.
Ti chiesi libertà.
Il mio sangue non fu abbastanza per te,
tant'è che al posto di tale
tu mi offristi la dannazione eterna.
Ma ciò che mi fai quando mi dimostri affetto, nonostante l'abbia sempre desiderato,
mi ha tolto per sempre
anche quella pallida
idea di libertà
che avevo intravisto.
Legata a te,
per sempre,
costretta a giocare
al medesimo gioco
che tanto ho odiato.

Ispirata alla poesia 'Il vampiro' di Charles Baudelaire

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