Pov's you
Il gracchiare dell'altoparlante mi riscuotò, e alzai lo sguardo verso la guardia, che mi osservava con aria annoiata.
<<hai capito quello che ti ho detto?>> la sua voce era monotona, e i suoi piccoli occhi mi scrutavano attentamente.
<<certo che ho capito. Non sono mica ritardata.>> sentii immediatamente la mia voce tagliente, il tono duro e brusco tipico dell'età che avevo allora.
La guardia mi lanciò un'occhiata piena di rabbia e si girò, incamminandosi verso il cancello aperto.
<<adolescenti.>> borbottò sottovoce scuotendo la testa, e io dovetti reprimere un sorriso.
Ci incamminammo verso la sala principale. Stavo dietro di lei, ma mi alzai sulla punta dei piedi per sbirciare cosa mi sarebbe aspettato una volta entrata in quel posto.
Urla, grida e insulti rimbombavano per tutto il carcere, appena varcai la soglia del cancello.
Erano tutte appoggiate sulle ringhiere, per vedere la novellina che sarebbe arrivata quel giorno.
<<ei, ma quanti anni hai tesoro? Qua se una prova a toccarti si fa altri 20 anni di galera!>> urlò una donna calva scoppiando a ridere sguaiatamente, seguita da tutte le altre che le davano gomitate.
Arricciai le labbra in una smorfia di disgusto, e distolsi in fretta lo sguardo seguendo la guardia dinanzi a me.
<<starai nella cella 308.>> mi informò lei, camminando a passo spedito verso una cella, e io mi mi sbrigai a seguirla.
Una volta tirate fuori le chiavi e aperto le sbarre della cella, mi spinse dentro, facendomi finire nel centro della stanza.
Era molto spaziosa, con diversi letti a castello, ed era vuota.
Vuota, a parte per una persona, stravaccata sul letto a gambe incrociate e le braccia sopra la testa.
Era in penombra dunque non riuscii a vederla, ma mi resi subito conto che mi stava guardando.
<<il tuo letto è quello lì.>> mi informò la guardia, indicando con la testa verso una direzione.
Mi girai e notai che era il letto affianco a quello dove c'era sdraiata quella donna, che sembrava una mummia data la sua immobilità.
<<bene.>> le risposi, e mi incamminai verso il letto, volendo posare il cesto pieno della mia roba che tenevo in mano sul materasso e finalmente stendermi.
<<Zahir, vedi di non combinare casini con lei.>>
Alle parole della guardia, aggrottai la fronte, ma non ci feci troppo caso e posai tutto sul letto, che era a castello e si trovava sopra.
Sentivo il suo sguardo penetrante su di me, ma non mi girai né le parlai. A quel tempo non amavo parlare con gente sconosciuta, e mi rinchiudevo molto spesso nel mio guscio protettivo.
Sentii le molle del materasso piegarsi, segno che si era mossa, ma io ero girata di spalle troppo intenta a vedere se ogni mia cosa effettivamente era rimasta nella cesta.
<<togli immediatamente la tua roba da lì. >>
La sua voce mi colpì subito, devo ammetterlo. Era bassa, roca e cupa, come se avesse mal di gola.
Mi girai confusa e la vidi. Si era seduta sul letto con i gomiti appoggiati sulle cosce, e mi guardava.
La scrutai a lungo, ammirando ogni centimetro della sua pelle. Era incredibilmente bella, con capelli neri lucenti lunghi fino alle spalle, corpo esile ma tonico e occhi affilati da gatto, verdi con qualche pagliuzza castana.
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you are mine
Fanfictione se ti trovassi nello stesso carcere di zulema zahir? e se per caso, tra voi nascesse qualcosa di più di un semplice odio?