panico

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Zulema's pov

<<terra chiama Zule.>> la voce seccata di Saray mi fece girare verso di lei, e la vidi guardarmi con occhi arrabbiati.

<<scusa gitana. Oggi è una giornata no.>> le risposi sospirando, mentre il mio sguardo si puntava nuovamente su (tuo nome), sdraiata su uno degli scaloni a prendere il sole.

Aveva la testa appoggiata alle gambe della riccia, e si era alzata il maglione bianco per abbronzarsi la pancia.

Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso, e pensavo a quanto fosse bella, illuminata dalla luce del sole.

Avevo paura dei miei sentimenti. Si, avevo una grande e immensa paura, perché nel corso della mia vita non provai mai, nemmeno per una volta, quelle emozioni che mi suscitava lei ogni volta che posavo lo sguardo sul suo viso.

Saray rimase in silenzio mentre i suoi occhi neri si perdevano fra tutte le detenute uscite fuori in cortile.

Stavamo appoggiate a un muretto sedute a terra, fumandoci la 3 sigaretta nel giro di 10 minuti. Molto probabilmente, se non ci fosse stata Saray dentro quel carcere sarei rimasta completamente sola.

Stavamo parlando del più e del meno quando qualcuno si presentò di fronte a noi, oscurando la vista del sole.

Alzai lo sguardo e vidi (tuo nome) dinanzi a noi, ancora con la pancia scoperta.

<<ei! Che si dice?>> ci salutò con un sorriso lei, sedendosi poi vicino a me.

Deglutii e mi irrigidii leggermente, sentendo la sua presenza estremamente vicino a me.

Si appoggiò al muro e strizzò gli occhi per via della luce troppo forte, provocandomi un sorriso.

<<stavamo parlando del...> Saray si interruppe quando una pallonata le arrivò dritto in pancia.

<<ei! Ma che cazzo fate!>> urlò imbestialita alle detenute che giocavano a basket.

Si alzò furibonda dirigendosi verso il gruppo che rideva a crepapelle.

Osservammo la scena in silenzio quando sentii il suo profumo avvolgermi.

<<scusa, devo prendere il pacco di sigarette che Saray ha fregato alla riccia.>> mi disse, sporgendosi su di me per prendere il tabacco lasciato per terra da Saray.

Mi stava praticamente sopra, e i suoi capelli mi sfioravano la faccia, facendomi sentire l'odore dolce del suo balsamo.

Socchiusi gli occhi, avendo quasi il bisogno di stringerla a me, sentirmi calda fra le sue braccia rassicuranti, ma appena si fu riallontanata sentii un gelo avvolgermi, creato dalla sua lontananza.

Appoggiai la testa al muro e mi girai, osservandola.

Il suo profilo era perfetto,e osservai il viso rivolto verso il sole, in un'espressione di totale benessere.

Rimasi a osservarla in silenzio, chiedendomi il perché mi provocasse quel tipo di emozioni che nessuno era mai riuscito a darmi in tutta la mia vita.

E mi resi conto, di stare incominciando a provare una strana e forma di amore verso quella ragazza.

_ _

Pov's you

<<fai veramente schifo cazzo!>> urlò divertita la riccia rivolgendosi a Goya, dopo aver fatto un rutto rumoroso.

Ridacchiai scuotendo la testa mentre bevevo l'acqua.

Stavamo in mensa, e quella sera un violento acquazzone si era abbattuto sulla città, portando un forte vento freddo che mi faceva congelare.

you are mineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora