"Wanheda University" I Capitolo

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Clarke POV.

Non riesco a prendere sonno... I pensieri nella mia testa viaggiano così velocemente che non riesco a controllarli, le mie mani sudano e ho la gola secca; sono già le due del mattino e domani dovrò essere al massimo delle mie energie per affrontare il primo giorno nella mia nuova università, quella che sognavo da anni di poter frequentare e dopo tanto impegno e tanti sacrifici, finalmente sono riuscita a superare i test dopo varie delusioni ... Adesso sono qui, a poche ore dal varcare le porte di quel maestoso edificio che prima era solo un miraggio lontano che non mi sarei mai aspettata di raggiungere, senza riuscire a dormire a causa dell'eccitazione che non mi fa più ragionare in modo lucido.
L'unica cosa che riesco a fare è fissare il tetto di questo accogliente appartenento che ho preso con i miei risparmi degli ultimi anni in modo che una volta superata la maggiore età potessi avere un po' di autonomia nei confronti di mia madre che spesso è fin troppo protettiva e non mi fa vivere a pieno le mie esperienze... Nonostante questo io amo davvero molto mia madre e se sono riuscita a realizzare i miei sogni è solo grazie a lei e  al suo amore per me e al suo costante appoggio nonostante i brutti periodi causati dalla morte di mio padre .
Prendo il telefono dal comodino alla mia destra e per far passare il tempo più in fretta chiamo il mio migliore amico Bellamy Blake che fa squillare a lungo il telefono ma alla fine risponde con aria molto assonnata ma anche un po' preocupata

B-<Clarke... cosa è successo?!>

C-<niente Bell tranquillo, solo che non riesco a dormire e tu sai benissimo il perché>

B-*sospiro <cosa hai fumato sta notte.. sentiamo>

A quella sua affermazione scoppio a ridere cercando però di trattenermi per non dare fastidio a nessuno considerando l'orario.
C-<ma nulla cretino, dai lo sai che sono in ansia per la Wanheda; e se magari non sono all'altezza di frequentare un'università simile?>

B-<tu non devi dire una cosa del genere neanche per scherzo amica mia, vuoi che ti ricordi tutte le pene dell'inferno che mi hai fatto passare perché dovevi per forza ripetermi tutto il programma di preparazione  per i test che alla fine hai brillantemente superato?>

C-<forse hai ragione... Non dovrei farmi tutte queste paranoie dopo tutto l'impegno che ci ho messo per entrare>

E lui con un tono soddisfatto e ironico, facendomi credere di essere infastidito risponde.
B-<ecco brava Griffin... Adesso fammi dormire che anche io domani ho una giornata  impegnativa!>

C-<si certo come no ahahahahah>

Continuiamo a ridere per una ventina di secondi per poi fermarci e salutarci definitivamente ma lui mi blocca con un tono esclamativo...
B-<Ah Clarke, mi raccomando... Tieni d'occhio la mia sorellina eh>

Mi lascio andare in una leggera risata per poi rispondere.

<stai tranquillo Bell, Octavia è in buone mani lo sai! E poi è molto più matura e responsabile di quanto pensi>

Lui annuisce in modo affettuoso, mi dà la buonanotte e attacchiamo.
Mentre chiudo con un sorrisino stampato in faccia causati dalla chiamata terapeutica appena terminata, mi imbatto nell'email dell'università che comunica che sono stata accettata per far parte dei suoi studenti, e ancora, riguardando quel documento digitale, sento una calda lacrima scorrermi lungo il viso e riprovo tutte le emozioni come se fosse la prima volta che leggessi quelle fatidiche parole <<Gentilissima signorina Clarke Jane Griffin, siamo lieti di comunicarle che la sua richiesta di far parte della "Wanheda University"  è stata prontamente accettata, la aspettiamo...>>.

Dopo quello sfogo notturno, finalmente le mie palpebre divennero più pesanti e le sentì chiudersi lentamente facendomi sprofondare in un sonno profondo pieno di sogni, speranze e aspettative per il giorno successivo.

*******

Poche ore dopo sento la sveglia con la canzone del mio gruppo preferito, gli Imagine Dragons, che mi danno la carica giusta per affrontare al meglio la giornata che sta per iniziare con "radioactive"...all'inizio mi fermo a cantarla ma poi ritorno in me stessa e incomincio a prepararmi con un outfit abbastanza casual:
Una camicetta bianca con dei pois grigi sparsi, appuntata dentro dei jeans chiari aderenti anche se lasciata abbastanza larga per evitare spiecevoli inconvenienti ,e infine delle semplicissime converse bianche abbinate alla camicia.
Per terminare il look, sistemo miei mediamente lunghi capelli biondi legando la parte superiore in una coda di cavallo che si appoggia delicatamente al resto dei capelli ancora sciolti e ben pettinati.

A questo punto prendo tutto l'occorrente e lo ripongo nella mia semplice borsa a tracolla di colore grigio scuro e mi avvio con calma verso l'entrata della sede universitaria di cui ormai faccio parte.
Appena arrivo davanti al cancello noto con mio stupore che molti studenti sono già lì in gruppi a chiaccherare del più e del meno... Mi imbatto subito nel familiare e angelico viso di Octavia Blake che parla con una sua probabile amica o una nostra compagna di corsi, così cerco di avvicinarmi con discrezione a due ragazze  per unirmi alla loro conversazione e soprattutto iniziare a fare conoscenza approfittando del mio largo anticipo per paura di arrivare in ritardo, come mi capita spesso di fare; ci presentiamo a vicenda e scopro che il nome  della ragazza accanto alla sorella di Bellamy è ~Raven Rayes~ che mi saluta con un grande sorriso porgendomi gentilmente la mano che subito stringo, ricambiano quella contagiosa allegria che trasmette il suo volto.
Iniziamo a parlare e a conoscerci meglio e questa ragazza mi trasmette un senso di familiarità e casa... Non so come ma mi sembra di conoscerla come se fossimo vecchie amiche d'infanzia e parlare con lei mi viene così naturale che le racconto tutto di me, senza vergogna né barriere e la vedo molto compiaciuta di questo mio naturale atteggiamento.
Mancano solo dieci minuti all'entrata e l'agitazione di questa notte ritorna bloccando il mio sguardo perso sul pavimento ovattando tutte le voci che rimbombano intorno a me...
L'unica cosa che riesce a farmi svegliare da questo stato di trans è una persona che corre verso l'università che inizialmente non riesco bene a mettere a fuoco, ma appena alzo gli occhi verso i suoi il senso di confusione sparisce in un attimo facendomi perdere completamente in quegli occhi verde smeraldo che mi fissano nello stesso modo in cui io guardo i suoi;  essi mi fanno dimenticare di tutto ciò che mi circonda... L'unica cosa che riesco a sentire è un senso di libertà, le farfalle nello stomaco che volano come pazze a quel minimo contatto che però sembra non finire più .
Potrei restare a guardarla in tutta la sua perfezione e delicatezza per tutta la mia vita, ma il rumore del cancello che si spalanca accogliendo gli studenti ad entrare mi fa riprendere la mia lucidità.

Ricerco subito però quello sguardo che tanto mi ammaliava, non trovandone più neanche l'ombra...
<Potrei essermelo immaginato> penso tra me e me in un'attimo di pazzia, ma non poteva essere così! Era così reale e seducente che anche solo l'idea che possa essermi immaginata tutto mi crea un vuoto incolmabile nel petto rendendolo pesante. Purtroppo adesso la cosa più importante a cui dovrei pensare è la scuola e alle mie due amiche che mi chiamano scuotendomi la spalla sinistra cercando invano di attirare la mia attenzione:

O-<Hey Clarke, si può sapere che ti prende??!>

La voce di Octavia quasi mi rompe i timpani ma fortunatamente mi fa tornare alla realtà, e noto che tutti gli studenti attorno a noi sono già entrati lasciandoci qui come tre stupide confuse e spaesate.
Riprendo finalmente il controllo del mio corpo e della mia mente rassicurano le regazze di stare tutto bene e di aver solo avuto un piccolo calo di pressione a causa dell'emozione del mio primo giorno nella Wanheda University...
Loro stentano a credermi ma alla fine si arrendono prendendomi a braccetto e facendomi incamminare verso l'ufficiale entrata di quel maestoso stabile di stile moderno in cui passerò molti anni della mia vita e vivrò esperienze indimenticabili.
L'unica cosa per cui non riesco ancora a darmi , è di essere consapevole del fatto che con tutti gli studenti che frequentano la Wanheda, non riuscirò a rincontrare quello sguardo rapitore che per me è stato come se avessi preso una boccata di puro ossigeno dandomi la sensazione che ho iniziato a vivere appieno la vita solo ora che l'ho incontrata... Come fa a farmi quest'effetto se neanche la conosco?

~Wanheda University~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora