Summer

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Odio le sveglie. Perché diavolo esistono? Chi diavolo le ha inventate? È perché fanno quel rumore assordante? Mentre mi ponevo queste stupide domande, diedi uno sguardo, al mio nuovo iphone 5c, che mi regalò mio padre, per farsi perdonare dopo un assenza di quasi un mese. Qualcuno glielo spiegherà prima o poi, che un abbraccio vale più di un oggetto? Erano le 7:30. Caspita è tardissimo!

Con un salto, balzai giu dal letto. Mi lavai, mi mesi una felpa e il mio jeans preferito, un filo di trucco e corsi a prendere il pullman. Vidi un posto vicino al finestrino. Io amo mettermi li. Mi permette di sognare e di osservare la Milano cautica, di martedi mattina. Ragazzi che vanno a scuola, signori in divisa, super pettinati con in mano oggetti super tecnologici, gia al lavoro. Sul ipod ascoltavo Blank Space di Taylor Swift. Amo quella canzone.

Arrivai a scuola. Pioveva e i miei capelli come al solito diventarono tutti arruffati. Entrai e infondo al corridoio, vidi Maria. Lei è la mia migliore amica. Ci conosciamo dall'asilo. È bellissima ha tantissimi capelli ricci ricci biondi e gli occhi azzurissimi. È una ragazza dolcissima e un po pazza.

Ops, non mi sono ancora presentata. Mi chiamo Summer Watson, mio padre è californiano. Non so se decisero il mio nome perché amavano l'estate oppure perché erano dei super fan di The O.C. Comunque sia, mi piace il mio nome. Mi rispecchia molto, sono una ragazza solare e allegra, nonostante tutto. E questa è la mia storia.

"Summer aiutami ti prego!" Disse Maria. "Cos'hai combinato questa volta?" Risposi. "Raul il ragazzo di 4b" "Vuoi continuare a spiegare o no?" Dissi tutta curiosa. "Mi ha chiesto di uscire" "Oddio, erano anni che aspettavi questo momento" "Si lo so, ho paura, e se poi capisce che non li piaccio veramente? E se mentre mi sta per baciare, la matita degli occhi si sbava e pensa che sono un panda in via di estinzione?" Con una risata risposi "Tranquilla andrà tutto bene "

La campanella suono e ci diricemmo verso la classe. Frequento il quarto anno di liceo scientifico e non c'è cosa più straziante. Difronte alla nostra classe, si trova la 5A ma, la cosa più importante è che c'e lui. Benjamin. Il classico belloccio della scuola. Chiamato da tutti Ben. Occhi verdi, capelli ricci castani. E un sorriso perfetto. Il nostro rapporto era solo un "ciao", quando ci scontravamo nei corridoi. Ci conosciamo perché anche lui come me, è rappresentante di istituto.

Suonò la campanella e ci recammo in classe. Prima ora matematica. Dovrebbe essere illegale. Mentre Maria, mi raccontava del suo nuovo amore, cercavo di prendere qualche appunto. Siamo a marzo e la fine della scuola si avvicina. Qualcuno interruppe la lezione. "Si avanti!" "Professore posso parlarle?" "Certo Benjamin!" Lui mi guardò e mi sorrise. Arrossi. Mentre parlava con il professore, sentivo Maria sghignazzare. Lui uscii. "Maria ti odio!" "Suvvia sai che ti voglio bene!" E mi abbracciò.

Tornai a casa, mi preparai un toast e mi buttai sul letto. Accesi il mio pc e iniziai a studiare latino. Dopo qualche ora sentii "Tesoro siamo a casa!" Era mia madre con mia sorella Sissy. Ha 5 anni ed è la mia sorellina che amo tanto. Scesi di sotto, lei correndo mi saltò in braccio. "Mi vuoi bene?" Mi disse, stringendomi le guance. "Certo topolina!" "Comè andata a scuola?" Mi chiese mia madre. "Tutto apposto" aggiunsi "Papà ha intenzione di tornare questo weekend?" "Tu lo sai? Sai com'è tuo padre. Pensavo fossi abituata alla sua assenza a tempo indeterminato!" Senza aggiungere altro tornai in camera, si ero abituata all'assenza di mio padre ma comunque mi mancava sempre.

Mi svegliai, con la testa appoggiata sul pc. Maledetto latino. "Ei mamma me lo dai uno strappo a scuola?"..

Mentre mi cambiavo per la lezione di educazione fisica. Maria mi ripeteva latino, l'ora dopo avremmo avuto la verifica. Indossavo i miei amati pantaloncini della Juventus e una maglietta bianca e intanto mi ripetevo "Somniati blablabla..Perché ci fanno studiare il latino?" Domandai a Maria. "Per farci esaurire il cervello"

Il mercoledi mattina condividevamo la palestra con i ragazzi di 5A. Dio che vergogna, e si c'era anche Benjamin. Lui era un ragazzo super sportivo, amava il calcio. Io amavo lo sport ma ero una vera e propria frana. Il professore ci fece correre per tutto il campo. Dio quanto era bello in divisa sportiva. Per tutta la corsa, Maria non faceva altro che stuzzicarmi toccandomi il sedere. "Smettila scema o me la paghi" sussurai. "Uuh sono Benjamin" "Finiscila!" Urlai. "Watson e Ferri venti flessioni cosi vediamo chi ha voglia di parlare ancora!" Lanciai un occhiata cattiva a Maria. Più cercavo di nascondermi da lui, più mi mettevo in mostra. "Ragazzi ora facciamo una partitella a pallavolo, quarta contro quinta!" Scherzava vero?

Iniziò la partita. Perdavamo cinque a otto. "Watson entra tu!" Oddio io ero una frana a pallavolo e la battuta mi viene una volta su dieci. Sospirai e lanciai la palla. "Siii" urlai. Punto per noi. Infondo non ero cosi male. La partita continuò. Quando, Filippo un ragazzo di quinta mi tirò una pallonata, dritta in faccia. Caddi a terra.

"Summer tutto ok?" Mi domando Maria. "Si aiutami a rialzarmi!" Tutti erano li a fissarmi. Tranne Benjamin. Era seduto a riposarsi, usando il cellulare di nascosto. Il professore mi mandò a cambiarmi. Perché non mi ha degnato di uno sguardo? Si sono preoccupati tutti, perfino Ginevra, la zoccola della scuola. Per tutta la verifica non feci altro che pensare all'ora di ginnastica. "Penserà che sono una goffa, ritardata!" Bisbigliai a Maria.

In tv, trasmettevano tre cuori in affitto. Amo quel telefilm mi fa sempre morire dal ridere. Mia madre era ad un convegno di lavoro. Toccava a me, curare Sissy e non mi dispiaceva, mi piace stare con lei. Eravamo sul divano, la sua testa sulle mie gambe e sentivo il rumore del ciuccio che tirava. Da quando papà viaggia cosi spesso, Sissy trova consolazione cosi ed io nelle patatine fritte. Squillo il mio cellulare, e con le mani sporche di ketchup risposi. "Pronto?" "Ciao tesoro sono papà!" "Ehi.." "Puoi dire a mamma che non torno questo weekend?" Non risposi nemmeno e gli attaccai il telefono. Era ormai una telefonata standard, se chiamava diceva sempre le stesse cose. Non mi ha mai chiesto come stavo o come andavo a scuola. Portai mia sorella nel suo letto, le rimboccai le coperte e le diedi un bacio. Mi misi al letto accesi il mio ipod, e feci partire il nuovo album dei Club Dogo. Quando venne interrotto da un messaggio "Ei sono benjamin, anchio rappresentante di istituto. Volevo chiederti se era tutto ok?" Oddio non ci potevo credere. Il mio cuore batteva l'impazzata e chi se l'aspettava? Decisi di comportarmi da snob "Si tutto ok. Come fai ad avere il mio numero?" Dopo neanche due minuti. "Ricordi il gruppo su whatsapp dei rappresentati? Ecco li." Pensai, che dolce, è andato a cercare il mio numero. Decisi di non rispondere. "Comunque piacere Benjamin :)" "Summer."

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