Capitolo 2

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Era stata una splendida serata e, ripensandoci a distanza di qualche giorno, Hermione si ritrovava ancora a sorridere come una bambina al ricordo di tutte le emozioni che aveva provato.

Avevano cenato con dei piatti eccezionali della cucina italiana che Hermione, fin da bambina, adorava e Draco era stato l'immagine della galanteria per tutto il tempo; si era stupita quando, a fine cena, il cameriere era arrivato al loro tavolo con una piccola bottiglietta di limoncino accompagnato, niente meno, dal titolare del locale, Giorgio.

Si era accorta che tra quest'ultimo e il suo accompagnatore esisteva qualcosa di più che un semplice rapporto tra cliente e ristoratore ma aveva preferito non fare domande indiscrete in mezzo a tutta quella gente; si era ripromessa comunque di provare ad indagare solo un pochino, d'altra parte era sempre stata curiosa di natura e questo era risultato abbastanza evidente fin dall'età scolastica nel mondo Babbano e poi ad Hogwarts.

Arrivati a casa della ragazza, Hermione aveva chiesto con Draco come mai lui e il titolare della Locanda si conoscessero così bene; dopo averci pensato qualche secondo, Draco l'aveva invitata a sedersi sul divano accanto a lui e aveva cominciato a raccontare come si erano conosciuti lui e Giorgio.

"In realtà è più un amico di mio padre che mio, anche se amico è una parola inappropriata in questo caso. Durante l'ultima Guerra, Giorgio cercava comunque di portare avanti i suoi affari ma, ovviamente, la caccia ai Babbani dei seguaci di Voldemort non risparmiava nessuno.

La fortuna di Giorgio fu che, spesso, mio padre era andato a mangiare da lui mentre intratteneva affari con Cornelius Caramell perciò, quando si rese conto che era nel mirino di alcuni suoi compagni Mangiamorte, gli disse di venire a nascondersi a Villa Malfoy e da allora ci è talmente riconoscente che c'è sempre un tavolo riservato per noi e la cena è sempre offerta. Quindi non preoccuparti per stasera, per me è stato un piacere e per lui un'occasione per rinnovare i suoi ringraziamenti alla nostra famiglia."

Hermione lo osservava basita, più per il modo in cui si era comportato Lucius Malfoy che per quello che ne era conseguito poi, in uno slancio di cui anche lei si stupì, abbracciò Draco sussurrandogli: "Sono sinceramente e piacevolmente stupita delle decisioni prese da tuo padre, nonostante quello che era all'epoca, e sono felicissima che anche tu sia rinsavito con il tempo. Vuoi rimanere qui stanotte? Domani possiamo andare al lavoro insieme e, se ti fa piacere, posso cucinarti anche i pancake domani mattina."

"Ne sarei felicissimo e adoro i pancake quindi direi che mi hai proprio comprato con questa proposta."

Si ritrovarono a pochissimi centimetri di distanza, occhi negli occhi, sorridendo come due bambini e nessuno dei due seppe mai dire chi diede il via a tutto ma, senza nemmeno sapere come e quando, dopo qualche istante si stavano baciando con una passione che avrebbe probabilmente potuto dare fuoco alla stanza se non fossero stati attenti.

Si baciarono così per qualche minuto poi si staccarono quando entrambi si ritrovarono senza fiato.

Non successe altro quella sera, nonostante Hermione si sentisse andare a fuoco ogni volta che Draco la sfiorava anche accidentalmente e andarono a letto stringendosi a vicenda come se ciascuno dei due avesse paura di veder sparire l'altro da un momento all'altro.

Hermione si addormentò con il cuore sereno come non sentiva da tanto tempo e, con un lieve sorriso sulle labbra, si accoccolò ancora più vicina a Draco e si lasciò andare alle dolci carezze di Morfeo.

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Era qualche giorno che Hermione si sentiva inquieta ma senza riuscire a capire il motivo; anche di notte non riusciva a liberarsi di quella sgradevole sensazione che finiva sempre per chiuderle lo stomaco.

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