2. Amnesia

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Per Loki fu come ricevere uno schiaffo in piena faccia. Uno schiaffo datogli con la potenza di Hulk. Se possibile, quelle parole lo sconvolsero più di quanto avevano fatto le dita di Thanos serrate intorno alla sua gola. Senza neanche accorgersene, si ritrovò ad indietreggiare di un passo, quasi che fosse stato sul serio ferito fisicamente.

Rise, per spezzare la tensione calata su di loro. <Stai scherzando, non è vero?>

<Ehm... no?> Thor sembrava sinceramente confuso. <Dovrei sapere chi sei, magari?>

Adesso Loki iniziava a spaventarsi. <Thor, sono io! Loki!> per un momento gli venne in mente che forse aveva riattivato l'illusione sul proprio aspetto senza rendersene conto: si diede una rapida occhiata e... no, era decisamente lui.

Thor lo fissò come se stesse aspettando ulteriori spiegazioni.

<Sono tuo fratello!>

Stavolta fu il dio del tuono a ridere, e la sua fu una risata nervosa, a disagio, per niente da lui.

<Ok, ho capito. Credo che qui ci sia stato un malinteso: devi aver bussato alla casa sbagliata. Io non ho fratelli> e fece per chiudere la porta.

Se fosse stato per Loki, il dio degli inganni sarebbe rimasto impalato lì, incapace di processare anche il più insignificante dei pensieri, completamente svuotato di ogni frammento di ragione. Quelle parole lo trapassarono da parte a parte, portando a galla vecchi ricordi di dolore e solitudine,

Non sono tuo fratello. Non lo sono mai stato.

ricordi che avrebbe preferito dimenticare per sempre.

"Io non ho fratelli".

Ma il suo corpo agì da solo, senza bisogno di un suo ordine. Loki bloccò l'uscio con il piede, impedendo a Thor di chiudere la porta.

Di nuovo, cercò di sorridere, ma il suo ora era un sorriso ansioso, preoccupato, nervoso. Si intrufolò in casa prima che il fratello potesse cacciarlo.

<Ehi!>

<Ok, ho capito che sei arrabbiato con me perché sono sparito e vuoi farmela pagare. Ma ora stiamo un po' esagerando, non credi? Perché non mi pugnali, invece? Ecco, guarda, tieni> gli ficcò in mano uno dei propri amati coltelli. <Ti farà sentire meglio>

Thor lo fissò come se fosse un malato mentale. Lentamente, quasi temesse di fare gesti bruschi per non spaventare Loki, poggiò il pugnale sul tavolo.

<Amico... ti senti bene?>

Il sorriso di Loki svanì lentamente. Adesso era visibilmente preoccupato, ferito e confuso.

<Tu... tu davvero non sai chi sono?>

Thor scosse la testa, lo sguardo smarrito. Non stava fingendo.

Loki si allontanò di qualche passo, sconvolto.

In quel momento, Valchiria fece irruzione nella stanza e si ritrovò davanti quella scena: Thor, che spostava lo sguardo da lei a Loki, sempre più turbato; e Loki, irrigidito, che aveva occhi solo per il fratello, il quale a quanto pareva non aveva idea di chi lui fosse.

Dalle labbra della guerriera sfuggì un lamento isterico. Corse verso il dio degli inganni e lo afferrò per un braccio, gesto che lui sembrò non notare nemmeno.

<Thor, puoi aspettare qui solo un minuto? Grazie> senza aspettare risposta, trascinò Loki in cucina.

Solo quando la porta della stanza si fu chiusa alle loro spalle, questi si riscosse e ritrovò l'uso della parola. E per poco non si mise a urlare.

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