Il Ritorno Nel Bosco

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Silenzio. Solo il silenzio regnava da tempo in quel bosco. All'improvviso si sentono dei lievi picchiettii attutiti dall'erba, si dirigevano verso quella che un tempo era stata la Casa della Strega oramai disabitata. Dal varco di rose apparse una ragazza sui 18 anni, indossava una vestito senza maniche, dalla ampia gonna blu pastello con sopra una specie di grembiule bianco che prendeva anche il corsetto e veniva tenuto in vita da un ampio fiocco bianco; i suoi occhi verdi apatici guardavano in giro cercando segni familiari della strada giusta. Un ceppo, sulla quale una fiammella blu fluttuava senza mai spostarsi di un centimetro. Alla ragazza comparve un lieve sorriso appena accennato mentre si avvicinava e sfiorava la fiamma senza che essa la bruciasse
- Mi sei mancato... Yo. -
Subito la fiammella si contorse e iniziò a prendere la forma di un gatto dal lucente pelo nero e dai vispi occhi gialli.
- Ellen... Che ci fai qui? E' passato molto tempo da quando te ne sei andata... Mi sono preso la premura di seppellire il tuo corpo prima di abbandonare la forma terreno... Da allora sono stato ad aspettarti, ad aspettare la mia padrona. -
Ellen puntò lo sguardo sulla punta delle scarpe nere con un sospiro amaro.
- E' passato tanto tempo... E... Sono tornata perchè devo risolvere una faccenda... Un ingiustizia che ho fatto 6 anni fa... -
Yo chiuse gli occhi e fece un cenno di assenso capendo quel che diceva la sua padrona. Si alzò e scese con un piccolo balzo dal ceppo e con la coda dritta indicò la via per la casa. Le rose erano ricresciute ma erano nere e alcune appassite prive di spine. Ellen prese in braccio Yo e oltrepassò la cinta di rose nere.

Eccola, casa sua era davanti a lei ma aveva un'aspetto lugubre e cadente... D'altronde erano sei anni da quando se ne era andata lasciandola abbandondonata. Fece dei passi incerti ma invece di dirigersi alla porta girò alla sua destra e si fermò davanti a una croce di marmo su la cui base era adagiato un giglio macchiato di sangue. Ellen si inginocchiò davanti a quella croce  la fissò apatica mentre le lacrime velano i suoi occhi.
- Ehy... Ciao Viola... ti ricordi di me? Di certo sì... Ma vorresti dimenticarmi... Quel che ti ho fatto è terribile... -
I suoi occhi non resistettero più e calde lacrime amare rigarono le sue guance e mentre Ellen poggiava le mani sulla terra smossa facendola delle sue lacrime
- Mi dispiace! Mi dispiace! Non so cosa cosa pensavo! Ero troppo accecata dal dolore e dalla solitudine... Sono stata egoista! Egoista e ingiusta! E ora... ora non ci sei più... ho perso la mia amica... l'unica vera mia amica... -
Oramai con le guance arrossate dal pianto Ellen non riuscì a fermare le lacrime che continuavano a sgorgare incessanti e dolorose dai suoi occhi che pungevano con mille aghi conficcati nella pelle. Continuò così accucciandosi pure sulla tomba con l'orecchio sulla terra nella vana speranza di sentire un debole battito mentre Yo la guardava triste, senza poter fare nulla per consolarla

Quando le tenebre calarono Ellen si alzò, ormai avendo consumato tutte le lacrime, e incominciò a scavare delicatamente come se avesse il terrore di danneggiare la sua amica, mentre Yo la aiutava un poco mettendosi a scavare a piccoli buchi con le zampette. Alla fine il corpo venne alla luce: era perfettamente conservato dagli occhi chiusi sgorgavano ancora rivoli di sangue secchi e il vestito lacerato era stato invece lavato con cura dal sangue che usciva dalle ferite sulle gambe ormai assenti. Ellen prese delicatamente il corpo in braccio e lo strinse a se più forte che potè mentre altre lacrime le solcarono il viso. Lentamente si alzò con il vestito ormai sporco di terra e si avviò verso casa. Aprendo la porta non trovò il tranello della macchia di sangue solo una stanza vuota con un cartello sul muro opposto.
- Quando me ne sono andata... La casa ha smesso di essere viva? -
- Da quando te ne sei andata la casa non ha più sentito il tuo flusso magico e ha perso il suo "essere viva"... Ma sopratutto da quando il tuo corpo è morto la casa ha perso se stessa infatti ora è solo una vecchia casa diroccata. - Rispose prontamente il gatto.
Ellen annuì semplicemente stringendo sempre di più la sua amica e andando a leggere il messaggio che recitava una scritta nera:

                                                            "Bentornata... Ci sei mancata"

Ellen chiuse gli occhi e aprì la porta dietro il messaggio e andò con lo sguardo cupo e triste diretta alla sua camera leggendo in tanto un messaggio che recitava "Bentornata. Non ci lasciare più ti prego" oppure " Sei mancata molto... Resterai vero?" o "Per favore resta! Ci siamo sentiti molto soli!" sorrideva sempre anche se era un sorriso amaro, capiva quanto la casa sentisse la sua mancanza, ma non solo la casa: anche la Monaliza, i Teschi, gli Uomini Invisibili, gli Scheletri... Tutti sentivano la sua mancanza, e lei lo aveva capito... Arrivata alla sua camera posò il corpo sul suo letto ancora macchiato di sangue e si sedette accanto a lei piangendo ancora con Yo sulle ginocchia che faceva delle fusa per rassicurarla.
- Viola... Io ti aiuterò... Io ti riporterò indietro! Promesso! Per favore... so che ci sei ancora... non andartene... Ti farò tornare! Questa è una Promessa! - Urlò Ellen con una nuova speranza nel cuore non appena vide un guizzo pallido con due occhi luminosi e un grande sorriso rivolto a lei.

********Angolo Autrice******** Salve! Sì lo so che ora me ne sono venuta fuori con questa e lo so sono in ritardo pauroso con l'altra ma... Girando su Youtube ho trovato una canzone su The Witch's House e dato che io adoro Ellen e infatti in un gruppo la rappresento... Ecco ci sono rimasta letteralmente di merda perchè ho visto le cose sotto un altro punto di vista e, con i sensi di colpa, mi è venuta fuori questa idea... Spero vi piaccia! ^^ Enjoy!

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 06, 2015 ⏰

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Ellen e Viola: Amiche Per SempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora