La Pasticceria

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Era incredibile come il cervello di alcune persone, invece di crescere e di andare avanti, retrocedesse ad uno stato ancora più inferiore della mentalità dei bambini.
Per me, John non era paragonabile ad un bambino. Perché essi rappresentavano l'innocenza, la semplicità, la purezza.
Erano come un fiocco di neve, candido e immacolato.
John era il ritratto invece della malvagità, dell'inganno e di tutte le cose cattive che potessero esserci al mondo.
Se pensavo al nostro primo incontro mi veniva quasi da ridere... Feci il grosso sbaglio di pestare il piede alla sua ragazza. Ebbene si, quel cavernicolo delle caverne era fidanzato!
La (s)fortunata era Sophie Brown. Una graziosissima ragazza dai mori capelli ricci, che portava raccolti in una elegante coda di cavallo, con due occhi azzurri in cui ti ci potevi specchiare.
Magra e di bassa statura, dal carattere buono, aveva sempre una parola carina per tutti.
L'angelo e il demone insomma.

Non capivo come una persona squisita come lei avesse a che fare con uno così...
I misteri della vita.
Forse anche il demone aveva un lato dolce? Non mettevo in discussione che potesse averlo, ma con me si comportava solo come un gran bastardo senza cuore.

Fatto sta, che era passato un mese dal primo giorno di scuola.
Solo un dannato mese, e non pensavo ad altro se "Non ne posso più!" oppure, nei casi più estremi "Voglio ucciderli!!!".
La seconda opzione veniva presa in considerazione più spesso, ma d'altronde, anche se lo pensavo, un gesto estremo come quello non sarei mai riuscito a farlo.
Fare del male alle persone non era proprio nella mia indole.
Forse perché... capivo bene come ci si potesse sentire...

"Stasera mi aiuti con i compiti?" Il piccolo Joe era seduto bellamente sul divano, agitando le gambe avanti e indietro.
Prese il telecomando e si perse a girare canali alla ricerca di qualche bel cartone animato.

"Oggi devo andare a lavoro Joe, mi dispiace. Se vuoi li facciamo domani mattina, ci svegliamo un po' prima, e li facciamo assieme."
Lavoravo in una piccola pasticceria ormai da tre anni e mezzo.
Era il solo modo per continuare la scuola che avevo iniziato, e ripagare in qualche modo il sacrifici di zio Matt che mi garantiva un tetto sopra la testa.

Essendo privata, gran parte del mio stipendio se ne andava li, e con le ultime briciole compravo il necessario per vivere decentemente.
Se non fosse per zio Matt però, mi ritroverei sul ciglio di una strada a chiedere l'elemosina probabilmente.
L'appartamento dove vivevo infatti, l'aveva acquistato lui anni prima, per guadagnare qualche soldo affittandolo a qualcuno in un rimediato futuro.
Ma per via di quello che successe... mi disse di venire ad abitare li e di non preoccuparmi di nulla e pensare solo a finire gli studi alla Phoenix.
All'inizio rifiutai la sua proposta... non volevo pesare sulle sue spalle.

Ma poi trovando quel piccolo impiego piacevole e ben disposto a pagarmi anche se non avevo ancora raggiunto l'età idonea, avevo pensato di pagarmi da vivere e pensare alle spese della scuola da solo. Così, per lo meno, non avrei dato problemi rilevanti a nessuno.
Zio Matt in principio non fu d'accordo, non voleva che uno studente alla sola età di quindici anni pensasse a queste cose da adulti... ma poi probabilmente, accettò, vedendo solo questo come l'unico modo per non lasciarmi in balia di me stesso e della mia inesperienza.

"Ma ci sei andato anche ieri! Uffa!! Questa settimana non hai ehm.. Come si dice... Ah! Il giorno di riposo?" Quel piccoletto ogni tanto mi sorprendeva.
Quando parlavo con lui non sembrava affatto di parlare con un bambino di soli sette anni.

"Mi hanno detto che hanno bisogno, a quanto pare sono andate a ruba le torte al cioccolato!" Joe alla parola torte si girò, guardandomi con un espressione che conoscevo ormai fin troppo bene.
"Se avanza del tempo ne faccio una anche per te... se vuoi..." Lasciai la frase cadere in un bisbiglio volutamente.
Di tutta risposta, corse dal divano venendo ad abbracciarmi la gamba sinistra.
Festeggiando con un "Sei il migliore cugino del mondo!!"
Gli accarezzai i capelli dolcemente prendendogli dalla mano il telecomando e correndo a cambiare canale sotto i suoi urletti di protesta.

La pasticceria "Rainbow" si trovava in centro alla città, affiancata da una deliziosa libreria, che fin da bambino ad ora, avevo l'abitudine di frequentare assiduamente.
Il locale era veramente bello e non solo l'apparenza, ma sia il capo che i dipendenti che ci lavoravano erano persone squisite.

Entrai, facendo suonare il campanello accostato sopra alla porta.
Il bello della pasticceria e che non si fermava solo ai dolci, vicino alla vetrata infatti era annesso anche un piccolo bar.
Al pomeriggio avevamo una grossa clientela, che si fermava sia a fare due chiacchiere, ma anche per bere un caffè e magari trangugiando una fetta di torta insieme.

Appena varcata la soglia si poteva già sentire il dolce profumo di dolci e un leggero calore che ti avvolgeva il corpo. Ottobre era arrivato e si sentiva già freddo quindi era un toccasana lavorare li.

Una piccola testa attirò la mia attenzione sbucando dalla porta della cucina, sorridendomi.

"Ciao Raph! Aspettavamo solo te! Louis ha combinato un altro disastro dei suoi! Vieni fa in fretta!!" Anne era una bella donna di trentacinque anni, dai folti capelli rossi che gli arrivavano fino alle spalle, occhi verdi a incorniciare un viso con piccoli spruzzi di lentiggini sulle guance, che le dava un senso sbarazzino e amichevole, abbastanza ciciocciotella ma non per questo meno attraente agli occhi delle persone.

"Non dargli retta Raph!! Mi è solo scivolato qualche... Ehm.. Tegame.." Louis era il combina guai del gruppo. Alto, dal fisico asciutto quasi più del mio, biondo con occhi color nocciola. È sopratutto ventiquattro anni di pura imbranatezza. In certi aspetti ci eravamo proprio trovati.

"Peccato che il tegame in questione ha fatto un effetto domino!" Dichiarò incrociando le braccia al petto Anne, cercando di fare la parte della arrabbiata, ma ahimè, per quel ruolo da capo severo non era affatto adatta.
Mi guardai intorno, incominciando a sollevare e a mettere a posto i tegami.
Era più forte di me, il mio istinto a quel disastro urlava "Metti apposto!!"

"Nulla che non si possa rimediare... No?" Louis mi sorrise, abbracciandomi stretto stretto a sé. Arrossì come mio solito. Queste manifestazioni di affetto mi facevano piacere certo, ma sopratutto mi imbarazzavano tremendamente.

"Mi... Stai soffocandooo!!" Urlai contro il suo petto. Louis mi accarezzo la testa, continuando il suo abbraccio stritolante.

"Vi pago per lavorare, non per farvi accoppiare come criceti in calore!" Disse, ridendo di gusto al suo "rimprovero".

"Mi dispiace per te Raph, ma sai, il mio cuoricino appartiene al bel fusto che viene qui ogni mattina a fare colazione!" Mi lasciò, facendomi guardare la foto che con fatica era riuscito a scattare di nascosto dalla cucina al bancone del bar.

"Vi siete parlati?" Domandai cominciando a pulire da tutte le parti ignorando la foto che mi faceva "ammirare" ogni santissima volta.

"L'unica cosa che so è il suo nome... Jack! Non trasuda sesso da tutti i pori??! Però non so se gli piacciono i maschi... Tu invece?non parli mai!" Lo ascoltai, non capendo il senso della domanda. La mia faccia doveva essere abbastanza confusa poiché senza che glielo chiedessi andò avanti.

"Intendo, hai trovato qualcuno che ti piace?" Sgranai gli occhi. Io? Qualcuno? Certo facevano la fila per me... Per picchiarmi!!

"Beh... Ecco, no." Louis mi guardò, in cerca di qualcosa nella mia espressione. Anche se non seppi dire cosa.
Mi diede una leggera pacca sulla spalla.

"Vedrai che arriverà... Un giorno di questi ti porto in un bel locale che ho scovato, non potranno resistere a questo bel faccino!" Tutto accompagnato da una morsa al mio viso.

"Mi stai spaccando la mascella!!" Gridai, cercando aiuto nella direzione di Anne.

"Forse... e ora che cerchi del nuovo personale... Magari un bell'uomo super dotato..." Ci fu un attimo di silenzio. Guardai Louis per poi scoppiare a ridere.

"Che ridete?? Guarda che lo posso fare sul serio! Vi rimpiazzerò tutti!!"

Angolo Autrice: Ecco a voi un altro capitolo ;) Sono stata abbastanza veloce no? *^* Ecco un altro aspetto della vita di Raphael: la sua adorata pasticceria :3 Come vi sono sembrati Louis e Anne? :)) spero che vi siano piaciuti ho cercato di renderli divertenti e estroversi al massimo, perché uno come Raphael va spronato a parlare altrimenti rischia di chiudersi a riccio >_< e noi non vogliamo questo no?? :3 Grazie come al solito per aver letto e per essere pazienti e comprensivi ;) alla prossima! ^____^ e se volete lasciare una piccola recensione (negativa/positiva) sappiate che sarà ben accetta ❤

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