Capitolo 3

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La scena era ridicola.
Panuk, piangente, aveva la testa sul grembo di Claus che, con i polsi ancora legati gli accarezzava la testa dolcemente come per tranquillizzarlo. Nel frattempo l'altro uomo, che aveva scoperto era chiamato Rayk, imboccava sé stesso e il prigioniero di noodles. Il problema era che non era molto pratico con le bacchette e quindi metà del boccone cadeva o per terra o in faccia al complice, che tutto contento li risucchiava.
-E come è finita con lui?- chiese premuroso il ragazzo.
-Mi ha lasciato! Con un messaggio! Senza nemmeno spiegarmi il perché!- singhiozzò
Rayk ridacchiò ironico. -Tutti sapevano il perché. Quello stronzo aveva un altro!-
I singhiozzi si fecero più frequenti.
L'unica a non essere toccata era Nuvia, impassibile e ancora incapace di comprendere come si fosse lasciata convincere. Non poteva negare di essersi spaventata quando la squadra di ricerca si era avventurata nel capannone, lasciato appena in tempo. Ma la sua pazienza stava cedendo.
Claus nel frattempo cercava di convincere Panuk che era troppo per quel manipolatore del suo ex. -Non ti merita affatto. Quindi rilassati perché hai perso molto meno di quello che puoi guadagnare con un altro.- Concluse.
L'uomo tiro su con il naso. -Grazie Claus. Sei un vero amico.-
Nuvia preferì non commentare, si limitò a mangiare il suo piatto.
-Ah, non è nulla. Sono in terapia da secoli. In primis l'immortalità, i poi sei mesi di buoi e sei mesi di luce. Sorvolare il globo un una notte sola. Ormai so la pratica a memoria. Parlare è la soluzione.- Gli occhi gli brillavano.
-Ah Claus è davvero il massimo. Non solo ci ha postato in questo ristorante abbandonato, ma è anche un buon ascoltatore. Al contrario di QUALCUNO.- alzò la voce per permettere alle orecchie a punta della donna di recepire la frecciatina, che si alzò bruscamente.
-Vi siete già dimenticati chi ha organizzato tutto. Senza di me il piano non sarebbe passato neanche per l'anticamera del vostro cazzo di cervello. E non sareste stai in grado di conoscere il vostro "grande amico"- la pazienza era totalmente svanita, l'arroganza stava tornando.
-Comunque,- Claus cerco di sdrammatizzare con il suo tono scherzoso -non siete i primi che mi rapiscono, sapete? Come vi dicevo, un paio di secoli fa degli scagnozzi di qualche fanatico che voleva sostituirmi mi imprigionarono, per liberarmi solo dopo qualche ora. A quanto pare ero "troppo irritante".- Gli uomini risero con lui.
Nuvia si avvicinò lentamente ai tre -Oh su questo puoi stare tranquillo. Perché preferisco ucciderti qui e adesso piuttosto che lasciarti andare.- e così dicendo estrasse una lama dalla cintura, che sorprendente non aveva mai notato.
-A proposito. La domanda più ovvia ancora resta in sospeso. Perché sono qui? Perché tutto questo?- si fissarono per qualche istante. Claus potè notare come l'espressione della donna mutava quasi in maniera impercettibile. Dall'arroganza all'insicurezza che le provocava la risposta, seguita dal rimorso che l'indole scherzosa del prigioniero innescava, immediatamente soppresso dalla rabbia.
Infine rise silenziosamente -Certo.- il tono insolitamente cupo. -Dopotutto, parlare fa bene, giusto?-
Il ragazzo annuì animatamente nonostante Nuvia stesse ondeggiando in modo troppo giocoso il coltello a pochi centimetri dal suo viso.
-Devo ammettere che l'idea non è stata totalmente mia. L'obiettivo almeno. Ma partiamo dal principio. Io, e quell'idiota di mio fratello, siamo elfi verdi. Già. Quella razza di elfi così odiata e disprezzata senza un'apparente ragione. Ovviamente non tutti se la passano male, c'è chi è riuscito a raggiungere il successo, ma molti no.-
Il prigioniero afferrò il fine. -I green dogs.-
-Sei sveglio. Un gruppo di elfi verdi stanchi delle oppressioni e pronto a distruggere qualsiasi cosa pur di guadagnare un qualche tipo di uguaglianza. Era nascosto fino a qualche anno fa.-
-Un giro pericoloso di criminali dal quale è impossibile uscire.-
La voce le tremava. -Credimi, nessuno è un criminale quando entra. Lo si diventa per sopravvivere.- Strinse con forza il coltello. -Mia madre, quella...poco di buono ci ha letteralmente venduto ad essi, pur di vivere. Sono stata costretta a rubare, ferire, uccidere per loro.- Con entrambe le mani dietro la testa caricò un colpo diretto alla testa del ragazzo, che fu scansato da Panuk.
-Nuvia, basta.- gridò lui.
-Ma se crolli, tu e la tua maledetta fabbrica dove tutto è iniziato, sarò libera di andarmene.- la voce era improvvisamente acuta, in preda ai singhiozzi. Non era più in sé. -Io voglio solo vivere. VIVERE.-
-Uhm..amico mio, forse dovresti parlarle tu.- Se ne uscì Claus dopo aver concluso di essere totalmente inerme.
-Io? Quella mi ammazza! Rayk, tu dovrest- si guardò incontro freneticamente. -Dove cazzo è Rayk?-
Anche il ragazzo lo cercò con gli occhi, ma era decisamente troppo buio.
-Non dirmi che è scappato senza di noi. Quel figlio di- si interruppe improvvisamente.
Claus poté solamente udire il tonfo del suo massiccio corpo che incontrava il pavimento. Si precipitò su di lui per soccorrerlo nonostante incosciente di cosa fosse accaduto.
Nuvia era sopra di loro. Imponente e assolutamente fuori di senno. Qualcosa non tornava però. Cos'era quel debole passo che percepiva? Nuvia era immobile, Panuk fuori gioco e Rayk troppo grosso. Forse era solo il suo cuore, pronto a esplodere dalla paura.
-Finiamola..- L'elfa alzò le braccia in un ultima scelta di pazzia, caricò il colpo come prima e..cadde a terra.

Kidnapping - Il rapimento Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora