𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 𝐶𝑖𝑛𝑞𝑢𝑒 🔞

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«Ti va di venire da me?» chiede Diego, tra un bacio sul collo e l'altro.

Ho i brividi e non capisco se sia per l'aria fredda che sale dal mare o se per i suoi gesti, che mi stanno facendo impazzire.

È una cosa che accomuna tante persone, è vero, ma d'altronde è innegabile il fatto che i baci sul collo mandino fuori di testa; con me di certo è così.

Annuisco, incapace di parlare.

Sono completamente distratta.

Preme un'ultima volta le labbra sulla mia pelle prima di alzarsi e tendermi la mano, che afferro prontamente.

Mi cinge le spalle con un braccio mentre ci incamminiamo oltre la spiaggia, verso la città, e nel frattempo invio un breve messaggio ad Arianna per avvisarla del mio spostamento.

Lei ha le chiavi della nostra camera e immagino già di sapere che non ci vedremo, questa notte.

Nessuno di noi parla nel breve percorso che ci separa dall'albergo, ma non mi lamento: non c'è imbarazzo tra noi e, nonostante ci conosciamo appena, per non dire affatto, non ho brutte sensazioni su di lui.

Ad essere sincera, se l'avessi incontrato in un'altra occasione, mi sarebbe piaciuto approfondire la conoscenza per pensare, poi, ad una relazione.

Però, come sempre, non riesco a frenare la passione se il ragazzo che conosco mi attrae.

Specifico: non prendetemi per una poco di buono; semplicemente, preferisco godermi la vita e, soprattutto, non sono così con tutti.

Diego è uno dei pochi, pochissimi, ad essere riuscito a incuriosirmi e interessarmi a tal punto.

È così che finisco per essere sempre single, tra una cosa e l'altra, perché nessuno mi cerca mai una seconda volta: quando penso che ne varrebbe la pena, non riesco mai a valorizzarmi e, alla fine, rimango sola.

Ma bando alle ciance, è inutile farmi queste paranoie anche ora che stiamo salendo le scale che portano alla camera: ormai sono arrivata a questo punto e non mi tirerò indietro.

Quando apre la porta non faccio nemmeno in tempo a guardarmi intorno, perché subito mi accompagna contro il muro, tenendo una mano dietro la mia testa per non farmela sbattere.

Mi guarda negli occhi per pochi istanti, azzurro nel marrone, prima di avvicinarsi ancora e premere le labbra contro le mie.

Le nostre mani si spostano contemporaneamente, le mie per finire sulla sua schiena, percorrerla, le sue per accarezzarmi i fianchi, stringerli.

Poi le sento scendere sotto il mio sedere, fare pressione verso l'alto con le dita invitandomi a cingergli la vita con le gambe e così faccio, sfilandomi le scarpe.

Rispetto a prima, non c'è urgenza nei nostri gesti; al contrario, mentre continuiamo a baciarci, i suoi passi per portarmi sul letto sono lenti e io mi godo il contatto ravvicinato che si è creato, che ci permette di sentirci.

Sappiamo di avere tutta la notte, così come abbiamo la certezza di non poter essere interrotti.

Siamo soli, io e lui.

Riesce ad appoggiarmi delicatamente al letto e, aiutandomi con le braccia, mi accomodo meglio trascinandomi verso la testata del letto, ancora legata a lui dal bacio ininterrotto.

«Spogliami» mormoro, infine, separandomi da Diego.

Mi dedica uno sguardo tanto stupito quanto intrigato, che si infiamma quando inarco la schiena per permettergli di sfilarmi il vestito con più semplicità.

Notte di fine estateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora