𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 𝐷𝑢𝑒

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Dopo svariati minuti passati a tenerci la pancia, finalmente riusciamo a darci un contegno e torniamo nuovamente serie. Per quanto serie potremmo essere noi.

Alzo il bicchiere ancora pieno di liquido portandolo verso Arianna.

«Brindiamo a...».

Non faccio in tempo a finire la frase, che subito mi interrompe.

«A quei fantastici ragazzi del tavolo accanto!» esclama, con un largo sorriso.

Sospiro scuotendo la testa.

«Non brinderò a quei ragazzi che nemmeno conosciamo» ribatto, divertita.

Ma, ovviamente, lei ha già fatto tutto di testa sua e fa toccare delicatamente i nostri bicchieri producendo un leggero suono.

«Il brindisi è stato compiuto!» dice infine teatralmente, socchiudendo gli occhi fiera.

Ridacchio sconfitta.

«Chi non batte...» comincio, poi, il nostro rito.

«...è un bastardo!» conclude, facendo sbattere il proprio bicchiere contro il tavolo colmo di cibo.

La imito per poi ingoiare un goccio di Campari col bianco.

Resta sempre buonissimo.

Chiacchieriamo del più e del meno per svariati minuti, mangiando e sorseggiando la nostra ordinazione con calma.

«Allora? Che ne dici dei ragazzi? Avevi detto che ci avresti pensato» mi incalza Arianna, dopo un po', assumendo un'espressione speranzosa.

Mi volto verso il tavolo osservando coloro per cui Arianna ha perso la testa. O meglio, credo che lei l'abbia persa solo per Carlo, non vede altri che lui.

Mentre cerco di esaminarli senza farmi scoprire, noto che due sono mori. E io amo i mori. Ce n'è un quarto, oltre allo spasimante di Arianna, rosso naturale di capelli.

«Forse non sarebbe male conoscerli meglio, sarebbe una novità nel mio stile di vita» penso tra me e me, girandomi nuovamente verso la mia cara amica.

«Davvero?» quasi strilla lei.

«Davvero cosa?» ribatto confusa, aggrottando le sopracciglia.

«Hai detto che non sarebbe male conoscerli!» continua, con lo stesso tono di voce perforante.

Cosa?

«Cosa? L'ho detto davvero?» esclamo, schiaffeggiandomi la fronte. Avrei voluto pensarci ancora un attimo, ma con Arianna il "carpe diem" è il procedimento che funziona meglio. «E va bene!» dico infine, sconfitta.

Dovrei collegare il cervello quando penso e soprattutto dovrei proprio togliermi l'abitudine di farlo ad alta voce.

Per tutta risposta, lei si alza di scatto prendendomi per il polso e trascinandomi verso il gruppo in maniera poco elegante. Siamo amiche non per nulla: la raffinatezza non è il nostro forte.

Non appena ci nota, Carlo sorride.

«Ragazze! Non ci speravo più!» esclama, alludendo alla mia indecisione.

«Beh, eccoci qui» dice Arianna, sorridendo come un'ebete.

Trattengo una risata a stento.

Carlo tende un braccio verso di lei invitandola a sedersi di fianco a lui. Non c'è bisogno di dire che non se lo fa ripetere due volte.

Alzo gli occhi al cielo posizionandomi tra uno dei mori e il rosso.

Non appena mi siedo quest'ultimo mi lancia un'occhiata schifata prima di girarsi verso un ragazzo castano.

Notte di fine estateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora