Di fretta scesi le scale e poi uscii di casa. Era presto, e avevo lezione alle 9 così, prima andai a casa a farmi una doccia e cambiarmi, poi presi la borsa con le mie cose per la scuola e mi avviai verso un parco vicino; avevo le mani in tasca per coprirle dall'aria fresca del mattino e camminavo a testa bassa, riflettendo su come avrei dovuto reagire a ciò che era successo qualche ora prima con Peter... tenevo molto a lui, però dovevo mettere fine a questo nostro lato più intimo, prima che fosse troppo tardi, o non mi sarei mai più riuscita a staccare.
Stavo iniziando a provare emozioni che però dovevano rimanere nascoste, e non sarei riuscita se avessi continuato a vederlo. Dovevo staccarmi da lui, e avrei trovato il modo. Ho sempre allontanato dalla mia vita tutte le persone per cui, per qualche ragione, avevo preso la fiducia e il rispetto. In questo caso però, dovevo essere allontanata io da Peter.
Arrivai al parco e quando stavo per sedermi all'ombra di una grande quercia, una mano si sbracciava per farsi vedere, era William, un ragazzo del corso di Marketing.
Gli porsi un sorriso e gli andai incontro sedendomi vicino a lui sul prato.
"buongiorno, come mai qui a quest'ora?" Lo guardai un attimo negli occhi, erano grandi e di un azzurro verdognolo, molto chiaro e brillante. I capelli castani dai riflessi biondi, lunghi probabilmente fino alle spalle, erano legati dietro alla testa in una cipolla disordinata. Qualcosa del suo viso lo rendeva particolarmente misterioso e interessante, forse le sopracciglia marcate di un tono più scuro rispetto ai capelli e agli occhi.
"Hey Mich" mi accennò un sorriso smagliante e poi volse il viso al sole, chiudendo gli occhi.
La sua voce suonava molto assertiva e sensuale, affermava vigore e sicurezza ma allo stesso tempo era travolgente e piacevole.
"Vengo spesso qui al mattino, a fare una camminata prima di entrare a scuola, quando ho le prime ore libere di solito..."
Lo osservai di profilo e notai che portava il neo della bellezza sopra al lato destro del labbro superiore.
"Tu invece?" Accennò prima di voltarsi a guardarmi con espressione incuriosita.
"dovevo scacciare qualche pensiero, e purtroppo sdraiata nel letto non è possibile" sorrisi con un angolo delle labbra, su cui notai posarsi lo sguardo di William.
Chiacchierammo per un'altra mezz'ora e poi mostrandomi disinvolta da qualche suo complimento, guardai l'ora nel telefono.
"sarà meglio che vada, sono già le 8.30 e devo essere lì alle 9" dissi alzandomi, seguita da lui.
"Anche io, abbiamo lezione insieme..." ridacchiò notando la mia momentanea confusione, poi gli accennai un timido sorriso imbarazzato e mi avviai verso l'uscita del parco.
Il cammino verso scuola fu molto tranquillo, William era un ragazzo per bene, con cui potevo parlare tranquillamente di qualunque cosa: prima mi accennò qualche suo gusto musicale e mi raccontò di essere stato a numerosi concerti, maggior parte dei quali avrei voluto vedere anche io, perlopiù sapeva suonare la chitarra, cosa che mi faceva letteralmente impazzire; poi parlammo di scuola, di amicizie e di feste. Evitai in tutti i modi gli argomenti della vita più privata e quando lui ci si soffermò, cercai qualunque modo per svincolarmi da quel labirinto senza uscita.
Cambiai argomento più volte, fino a quando non si iniziarono a vedere le mura della scuola, oramai vicina.
Entrati nel cortile della scuola, incrociando lo sguardo di Peter, fisso su di me. Chiesi a William di aspettarmi un attimo lì e raggiunsi Peter salutandolo con un sorriso che lui ricambiò prima di riportarsi la sigaretta la bocca e aspirare.
"Hey" dissi avvicinandomi a lui per baciarlo sulla guancia. Lui indietreggiò con la testa evitando il mio bacio e il saluto, partendo subito a parlarmi con aria svogliata.
"Perché te ne sei andata sta mattina?" Il suo sguardo un po' tenebroso si posò sul mio, decisamente imbarazzato.
"Volevo prendere un po' d'aria, così sono andata a fare un giro al parco... comunque non mi sembrava che fosse mai stato un problema che me ne andassi prima" affermai decisa. Il suo sguardo tornò a posarsi sui suoi piedi. Fece un altro tiro dalla sigaretta per poi lanciarla lontano da noi e proseguire.
"Siamo stati in camera mia, sai che non porto mai nessuno lì, e non è carino avermi lasciato così" la sua voce suonava delusa e il che mi lasciò spiazzata.
"Scusa Peter, non ci ho pensato" dissi appoggiandogli una mano sull'avambraccio per poi lasciargli un delicato bacio sulla guancia.
Mi guardò un attimo cercando di nascondere la sorpresa, poi accennò un sorriso con un solo lato delle labbra.
"Ciao Bimba" si voltò andando verso il retro della scuola, con la testa bassa e le mani in tasca.
Non ci volle molto prima che una ragazza dai lunghi capelli mori, leggermente mossi, gli si avvicinasse attaccandosi a un braccio, come un bambino.
Roteai gli occhi e tornai da William che mi aspettava con il suo solito sorriso rasserenante. Ricambiai osservandolo attentamente... era veramente il ragazzo perfetto.
Mentre ci spostavamo verso la classe, rimasi a guardarlo per un istante, quasi incantata e, notandolo, si mise a ridere senza poi dire niente.
Io arrossii imbarazzata, abbassando lo sguardo.
Entrati in classe entrambi ci sedemmo vicini, e ci rimase un po' di tempo per continuare a fare due chiacchiere prima che il professor Charlon entrasse e cominciasse a spiegare.Terminata la lezione il professore ci trattenne ancora un momento per informarci della gita scolastica che si sarebbe svolta in Italia, tra un mese.
Si scusò per il ritardo e ci spiego che fino ad allora non si era riuscito ad avere delle date certe ma che, volendo, eravamo ancora in tempo per partecipare.Sorrisi a William a seguito della notizia e lui con labiale mi chiese se volessi andare, io annuii rimandandogli la domanda, a cui lui fece spallucce, a farmi capire che non ne era sicuro.
Terminata definitivamente la lezione, ci spostammo in giardino, ad aspettare gli altri. Pensavo che William avrebbe pranzato con noi, però proprio quando stavano arrivando gli altri, mi salutò posandomi un bacio vicino all'angolo delle labbra e mostrandomi un altro dei suoi soliti sorrisi mozzafiato. Non potei fare altrimenti e un goffo sorriso si fece spazio sul mio viso.
Quando tutti mi raggiunsero Sahara si fece spazio per parlarmi.
"Ma buongiorno B., vedo che te la passi bene" sogghignò indicando William che oramai era a una decina di metri da noi.
Tutti risero e, quando con lo sguardo cercai Peter, lo vidi vicino alla mora di qualche ora prima.
Il pensiero di William aveva però eliminato qualunque mio accenno di gelosia nei confronti di Peter.
A pranzo lui non parlò molto, sembrava piuttosto preso a parlare con l'anonima ragazza, mentre io spettegolavo con gli altri su ciò che era successo ieri sera, evitando completamente il momento privato tra me e Peter, portando piuttosto il discorso alla gita scolastica in Italia.Quando stavamo per andarcene, William mi raggiunse e mi lasciò una rosa bianca, con su scritto il suo numero di telefono sui petali delle rose, e un bigliettino con, logicamente, il numero nell'ordine giusto e la scritta "CALL ME".
Tempo di leggere tutto, che era già sparito, lasciandomi con una rosa e un sorriso radioso stampato in faccia.Sotto lo sguardo di tutti, arrossii tenendomi stretta il foglio e La Rosa, sospirai e tutti scoppiarono a ridere guardando la mia faccia ancora sbigottita.
Sembrava che tutto stesse iniziando a prendere la giusta piega, e davvero non avrei cambiato nemmeno una virgola di tutto ciò.
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~SEX~
RomanceSembrano due poli opposti, ma si somigliano più di quanto riescano ad immaginare, solo che lei non sa quale dei due sia quello giusto per lei. Lei, spirito libero, dagli occhi pieni di sogni, dal carattere forte, forse troppo, tagliava i rapporti co...