"Ormai è finita" pensò Sana ferma fuori ad un'abitazione appoggiata al muro. Le vennero in mente gli avvenimenti di quella mattina a scuola. La moltitudine di sentimenti contrastanti che aveva provato da quando Hayama aveva scoperto i suoi sentimenti e di quanto poi si era sentita sciocca a non aver catturato tutti quei segnali che le inviava indirettamente il suo più caro amico. Quanto si sentiva stupida e quanto malediva se stessa per non averlo compreso prima. Ormai era troppo tardi e, decisa ad aggiustare le cose, aspettava titubante e con imbarazzo fuori casa di Hayama. Non era certa che quella fosse la migliore cosa da fare ma non poteva lasciare tutto sospeso e sentire il peso di aver rovinato una coppia appena nata. Guardò su, il cielo di notte era tempestato di stelle che illuminavano più dei lampioni che erano posti sui marciapiedi grigi.
Sana sospirò pesantemente e di tanto in tanto si guardava intorno. I suoi occhi non stavano fermi, il suo cuore batteva forte e la gola le sembrava che le si stringesse sempre più. Aspettava Hayama agitata. Si fissò i piedi con occhi spenti, anche se era ancora estate, dei brividi le percorrevano la schiena. Una ciocca di capelli le ricadeva leggermente sulla spalla e ad un tratto qualcosa attirò la sua attenzione e il suo viso si illuminò in un misto tra l'imbarazzo e l'emozione. Hayama era lì davanti a lei con lo sguardo visibilmente stupito, Sana si avvicinò al suo amico, il suo più caro amico, che continuò a fissarla perplesso vedendola appostata fuori casa sua. -Cosa ci faceva lei lì?- Pensò con il fiato sospeso mentre il suo corpo fremeva come se una forza lo attirasse come una calamita verso la bellissima ragazza che aveva di fronte. Il vento leggero che le sfiorava i capelli delicatamente permetteva ad Hayama di percepire il dolce profumo di vaniglia e pesca della pelle di Sana: sapeva di buono. Si sentiva inebriato, ubriaco, dipendente. Imbarazzato dai suoi stessi istinti e pensieri che cercò di nascondere più che poteva, con un cenno del capo la salutò senza mai distogliere lo sguardo."Ti chiedo scusa se mi sono appostata cosi fuori casa tua, volevo scusarmi per ciò che successo oggi a scuola.." disse Sana con il viso rabbuiato e con la voce tremante, mentre la luce di un faro di una macchina le illuminò il viso, facendone risaltare il colorito diafano e perfetto. Riprese fiato e continuò titubante "visto che da oggi mi dedicherò alla mia carriera, sono anche venuta a salutarti.. e per quello che è successo oggi.. oramai appartiene tutto al passato!" Hayama alzò un sopracciglio, quasi infastidito, ferito da quelle parole - cosa ti succede, Sana?! Pensò nervoso, come se il suo cuore non potesse reggere il peso di quelle parole.
"Al passato?" Sussurrò il ragazzo ripetendo le ultime parole pronunciate da Sana che abbassò il capo e la frangetta le nascose gli occhi che si riempivano di lacrime.
"Sì al passato.. beh arrivederci Hayama" tirò su con il naso, cercando di trattenere le lacrime e voltò lo sguardo intenta a nascondere le sue emozioni. Hayama fissò gli occhi sulla figura minuta e esile di Sana -era davvero così piccola e indifesa?- si chiedeva stringendo le mani in un pugno. Non poteva lasciarla andare, non poteva perderla. Non riusciva a starle lontano, la tirò a sé e la strinse in dolce abbraccio. Ora si sentiva bene. Quello era il posto a cui apparteneva; la figura minuta e esile di Sana tra le sue braccia, quello era il suo posto. La sua oasi di pace. L'unica essenza della quale non poteva mai fare a meno.
Sana tentò di divincolarsi da quell'abbraccio tanto forte e tanto desiderato ma non ci riuscì e si lasciò andare. Ancora confusa, pervasa da sensazioni contrastanti e con le lacrime che la sorpresero a rigarle il viso, Sana si strinse al suo Hayama. Poteva inebriarsi del suo odore che sapeva di buono, il suo calore così protettivo e avvolgente. Anche in passato si era sentita così tra le sue braccia e si sentì una sciocca a non aver capito subito i suoi sentimenti per Hayama. Tutto, tutto di lui le piaceva, non c'era un motivo. Lo amava, amava quel carattere particolare, quegli occhi penetranti che la ipnotizzavano e quella voce calda che le trasmetteva sicurezza "ooh, Akito, quanto vorrei che il tempo si fermasse a questo momento!" Pensò Sana iniziando a piangere tra le sue braccia, lo strinse forte e una mano prese ad accarezzargli una guancia delicatamente. Akito si staccò di poco da lei, le posò un dolce bacio sulla fronte e le asciugò le lacrime con entrambi i pollici. Mai, da quando si era innamorato di Sana, gli parve così bella e quegli occhi color cioccolato che lo fissavano persa e desiderosa d'amore gli fecero perdere tutto l'autocontrollo che nel tempo cercava disperatamente di mantenere.
Si chinò sul viso di lei e le sussurrò dolcemente, tirando di poco il viso di Kurata al suo "Sana.." la baciò dolcemente e il suo abbraccio la rese piccola piccola.
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Chiamandolo con il suo nome
FanficPrima storia che pubblico su Kodomo no omocha, in vero è una rivisitazione di una vecchia fanfiction scritta nel 2015, quando ancora non sapevo come lasciarmi andare nella scrittura, dato che amavo di più esprimermi con il disegno che con la scritt...