Fretta d'iniziare

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Non so bene dove finirò questa pagina, come non so bene dove finirà la mia vita.
Mi siedo sul divano stanco, sento la polvere addosso.
Mi muovo per la casa come un titano con le spalle cariche del mondo.
Posso coccolare la schiena col calore del camino, ma sento dentro un corpo aguzzo, che mi taglia l'anima.
"C'è vita su Marte?"
Questa ed altre sciocchezze, mi chiedo, per riempire la noia.
Stesso motivo per cui ho deciso di tirare fuori la tastiera... Fuggire da un'ansia, un tarlo che mi rosicchia.
Da anni, il momento che preferisco della giornata è la sera.
Arrivata la notte sei giustificato a ritirarti nel tuo mondo fatto di piume, con la porta chiusa a chiave, la testa sul cuscino ma altrove... Finalmente abbastanza stanco per dormire.
Anche se c'è da dire che "dormire" in questo periodo non è stato un problema.
Ore ed ore di autoanestesia gentilmente offerte da YouTube.
Musica ed audiolibri a fiumi...
Però poi sono sempre qui.
Non sono salpato davvero, non mi sono mosso di un millimetro.
"E allora provo a scrivere", mi sono detto.
Questa non è una poesia.
Non lo so che cosa è, ma fa bene.
È catarsi.
Di solito, quando uno inizia una storia, prima deve avere qualcosa da raccontare. Ma cosa può avere da dire un navigatore di divani? Non sono Ulisse, non ho incontrato nessuna maga né combattuto nessun ciclope.
Le uniche avventure che conservo dentro sono i voli della mia mente.
Forse spero soltanto che qualcuno li riveda nei suoi.

L'Haiku del tentativoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora