"Bè...racconta no?" Ripete il primo poliziotto per la quinta volta, incitando il commesso a parlare.
Il cassiere era rimasto fino ad ora con lo sguardo fisso sul pavimento. Ormai l'uomo si era stancato di sentire tante domande inutili a cui non voleva dare una risposta. All'improvviso si alza di scatto, prende il grosso faccione del poliziotto tra le dita delicate, avvicina la bocca al suo orecchio e sussurra a denti stretti:"Voglio che mi senta anche quel bastardo criminale"
Il poliziotto magro guarda il suo socio,prima con uno sguardo deciso,autoritario e dopo imbarazzato, con gli occhi che supplicavano di staccargli quel maniaco di dosso. Il collega, ottuso, si gira e si guarda intorno, non capendo cosa deve fare. Dopo un altro incitativo sguardo imbarazzato da parte dell'altro poliziotto, capisce al volo. Esce da lì e si dirige a grandi passi verso la macchina dove sta Mark. Quando l'agente di polizia arriva esattamente di fronte alla macchina, tende la mano per inserire la chiave nella serratura. Quando la gira, però, si accorge di una stranezza, la portiera è aperta. Tutte le portiere dell'auto sono aperte. Lui era sicuro di averle chiuse tutte a chiave,quando erano stati costretti a scendere per riempire il buco nero, nello stomaco del suo amico. Allora il primo pensiero del poliziotto è che le portiere le aveva aperte il killer,ma i finestrini erano chiusi e non c'era modo di aprirle dall'interno. A meno che, pensa , non si sia fatto aiutare da una persona all'esterno. Anche se si fosse fatto aiutare, rimangono ancora degli interrogativi prorompenti nella sua testa,per esempio: "Mark lo sa che le portiere sono aperte?, E se lo sa, allora perchè non è scappato?". Sta perdendo tempo. Apre la portiera posteriore, allunga un braccio verso Mark, e lo tira a sé. Lo prende dai polsi, ammanettati dietro la schiena, e lo spinge in avanti. Continuando a spintonare, arrivano dall'amico agente e dal commesso pazzo.
I due sbirri spingono una sedia verso l'assassino, facendogli cenno di sedersi. Mark guarda la sedia, come se per valutare se fosse abbastanza stabile da sostenere tutto il suo peso, e si siede tranquillo. Ora le persone nella stanza sono disposte in questo modo: il killer è di fronte al commesso, e si guardano intensamente come in una gara di sguardi. Il poliziotto più grasso è in piedi, alla destra di Mark, e quello più magrolino, è alla sinistra.
Mark non sembra confuso, ma domanda:" Cosa ci faccio qu-".
"ZITTO!" strilla il commesso folle.
"Tu sai chi sono?" domanda sempre lui, tornando al suo tono di voce normale, come se non fosse successo niente. Nessuna risposta. "SAI CHI SONO?!" ripete, questa volta con una voce più alta e anche più acuta. Chiunque davanti ad un uomo che strilla così all'improvviso si sarebbe spaventato,infatti i due poliziotti indietreggiano di un passo e avvicinano la mano alla pistola elettrica. Nonostante incuta timore e paura, l'assassino non si muove. Non batte ciglio neanche davanti ad un uomo, che pare pazzo.
Il cassiere si alza e tende la mano" Piacere,io sono James" dice alzandosi bruscamente dalla sedia, a tal punto di farla cadere all'indietro. "IL TUO CAZZUTO AMICO JAMES!!!". Mentre lo dice ha un sorriso da maniaco stampato in faccia.
Mark è stupito, anche se non lo da a vedere. Non immaginava che quell'uomo fosse rimasto in città, e soprattutto, non pensava che portasse ancora rancore per ciò che era avvenuto qualche anno prima. Dopotutto, l'aveva fatto solo per ragioni di sopravvivenza.
"Allora..."comincia James,mentre raccoglie la sedia. "Ti ricordi cosa è successo...oppure hai perso la memoria?" Ora si è seduto, accavallando una gamba sopra l'altra e le mani congiunte, appoggiate sopra le ginocchia.
Dato che Mark rimane muto, James ricomincia a parlare:"Molto bene...allora te la rinfresco io la memoria. Ricordi una certa gita nei boschi?"
Questa volta Mark stupisce tutti rispondendo alla domanda:" Si...ricordo vagamente una specie di corsa tra gli alberi"
"Esatto!" urla il cassiere puntandolo col dito,come quando qualcuno risponde corretamente ad una domanda dei quizshow. "Una specie di corsa tra gli alberi..." borbotta tra sè e sè James. "Strano,io la definirei più una cosa come: "Abbandona il tuo amico nella foresta nel bel mezzo della notte".
"Tu avevi un auto,potevi tornartene a casa quando volevi,esattamente come ho fatto io" risponde Mark in sua difesa.
"Ma, 1 eri tu quello con il GPS e 2 io ero venuto lì perchè stavo seguendo te, sarei voluto andarmene da quando siamo arrivati".
"E allora perchè non lo hai fatto?"
"Perchè non volevo lasciarti da solo e fare lo stronzo come hai fatto tu!!"
Dopo quest'ultimo grido straziante cade un silenzio tombale. Un silenzio di cui anche i custodi di un cimitero avrebbero paura. I due poliziotti, avendo inteso la situazione, propongono una divisione dei due:"Okok, con calma. Tu, porta il nostro condannato a morte Mark in macchina" dice rivolgendosi al collega, il poiziotto magro "E tu. Spero vivamente che stasera non abbia impegni, perchè occuperemo molto del tuo tempo. Voglio assolutamente capirci qualcosa di più." sbraita infine parlando faccia a faccia con James.
Il poliziotto grasso non vede l'ora di cominciare, dopotutto è il primo interrogatorio che svolge senza l'ausilio di qualcuno. Guarda l'orologio e si sfrega le mani, è l'una del mattino questo vuol dire che ha tutta la notte, prima di dover riportare Mark sul patibolo.
"Molto bene cominciamo subito con le domande. Pensa solo a dare risposte instintive e piene di dettagli, e se farai come ti ho detto, è più probabile che finiremo prima".
James è abbastanza spaventato da questo improvviso cambio di personalità del poliziotto che prima etichettava "buono". Deglutisce e fa cenno di sì con la testa.
"Ti ricordi la data esatta dell'evento di cui stavate parlando poco fa?"
"Più o meno. Ricordo che era estate e penso sia stato una decina di anni fa."
"Dove eravate?"
"Lui era un fanatico delle auto da corsa e suo padre era un uomo a capo di un'agenzia automobilistica. Per il diciottesimo di Mark, decise di regalargli non una ma ben DUE auto da corsa costosissime..."
"Vai al punto!"
"...Insomma lo convinsi a farmi fare un giro di prova e lui mi aveva assicurato che avremmo potuto provarle quella sera stessa. Così mi portò nei boschi accanto alla nostra città, poco prima dell'inizio dell'autostrada, e cominciammo a divertirci. Io gli dissi più volte che per me si era fatto tardi e che dovevo assolutamente tornare a casa."
"E lui cosa disse a riguardo?"
"Disse che non gli importava e che sarei dovuto tornare da solo. Allora mi arrabbiai e finii per insultarlo pesantemente...sulla sua famiglia, del perché lui non avesse amici..."
"Un momento, ma lei non era suo amico?"
"Ecco...non sarei voluto arrivare a questo punto, ma...diciamo insomma che lui non cercava mai di fare amicizia con qualcuno e nessuno ci provava con lui, a meno che non gli servissero dei soldi ovvio. Io ero l'unico amico che aveva, o almeno così credevo."
"Credeva? Chi altro c'era nella sua vita di così importante?" dice il poliziotto alzando di un filino il tono di voce.
"Questa è un'altra storia non c'è bisogno di saperlo" risponde bruscamente James.
"Ho bisogno di saperlo mi dica immediatamente con chi altro aveva a che fare all'infuori di lei!!" Questa volta cominciò ad urlare molto più forte e il cassiere iniziò ad avere seriamente paura di quel poliziotto. Proprio mentre stava cercando il coraggio per rivelare la dura verità, irrompe dall'entrata principale il poliziotto magro e pronuncia la frase che più si possa temere da un agente di polizia: "È scappato!".
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☁︎𝔻𝕣𝕖𝕒𝕞☁︎
Mystery / Thriller✌︎𝐔𝐧𝐚 𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞 𝐡𝐨 𝐬𝐨𝐠𝐧𝐚𝐭𝐨 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨,𝐞 𝐡𝐨 𝐝𝐞𝐜𝐢𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐯𝐞𝐫𝐜𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐛𝐫𝐞𝐯𝐞 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚✯ Una storia di una coppia di amici, che dopo aver perso i rapporti per tanto tempo, si rincontrano in circost...