Stre's POV:
Sento dei cani in lontananza, che abbaiano, come sirene della polizia che avvertono la loro presenza.
Il mio nome.
Il mio nome, sta venendo gridato da qualcuno.
Cerco di ascoltare meglio, però sento come se nella mia testa ci fosse un casino mentale. Come se avessero organizzato lì un party e il mio cervello si fosse ubriacato un po' troppo.
Cerco di alzarmi, ma le mie ossa mi fanno male. Non riesco a muovere un braccio, caz*zo.
Scosto il capo di lato e vedo dei tulipani rossi.
Dormi sepolto in un campo di grano, non è la rosa, non è il tulipano, che ti fan veglia dal ombra dei fossi, ma sono mille papaveri rossi.
C'è l'hanno fatta imparare nel mio vecchio liceo: curioso vero?
Chiudo gli occhi e inspiro e espiro lentamente, a pieni polmoni: l'aria si inoltra velocemente dentro i miei polmoni, lasciando poco spazio al immaginazione: Fiori colorati crescono al posto dei miei bronchi mentre le loro minuscole radici si aggrappano ai miei organi.
Spalanco gli occhi: la voce che mi chiamava prima è a qualche metro da me. Cerco di alzare lo sguardo, mentre dei jeans blu scuro avanzano verso il mio corpo inerme a terra. Credo sia un poliziotto, che con noncuranza, mi sta puntando il flash della torcia addosso mentre spalanca gli occhi.
<<LO HO TROVATO!>>
Grida dietro di sé per poi chinarsi sul mio corpo, per poi rivolgermi un sorriso caloroso, come se avesse pietà di me.
<<Andrà tutto bene, stai tranquillo.>>
Tento di sputare qualche parola dalle mie labbra, ma non mi esce nulla. Niente, come se improvvisamente fossi diventato muto di colpo. Distrattamente, chiudo gli occhi, lasciando che tutto che mi circondi diventi un bianco pallido.
~~~
Sono ancora sdraiato, ma non sul prato di prima. Sono su una barella e aggiungerei pure scomoda e dura come il marmo.
Tento di muovermi per mettermi comodo o semplicemente capire perché sono lì, ma un medico mi blocca con una mano.
<<Per favore, resta fermo.>>
Mi chiede indirettamente, mentre la voce soffusa di un' infermiera grida qualche parola incomprensibile. Mi sento a disagio, come se per loro fossi un esperimento o una cavia da poi mandare nell' area 51.
<<Abbassamento del battito! La situazione si sta facendo grave!>>
Grida l'infermiera di prima, quando le luci si fanno distorte e entro nello spazio nero, senza luci o stelle. Ma non ho paura, non più.
~~~
<<Mi dispiace, ma non sappiamo com'è successo l'accaduto.>>
<<A-Alex...?>>
Mormoro voltandomi verso destra, finché non mi rendo conto della situazione: non sono più in una barella, bensì in un letto d'ospedale.
Tutto ha un odore di alcol troppo forte, come se un paranoico fosse passato di qua a disinfettare tutto il luogo dove mi trovo.
Sopra alla parte inferiore del mio viso è legata una maschera trasparente che fa entrare dentro le mie narici del aria fresca e nel mio braccio un filo sottile opaco si infila nelle mie vene, per poi ricollegarsi a una flebo.
Il braccio che non riuscivo a muovere, ora è ricoperto da una solida ingessatura che è più dura del cemento.Al suono della mia voce, mio fratello si precipita accanto al mio letto, con le occhiaie sotto gli occhi. Ha il viso stanco, come se non avesse dormito per giorni e trema come una foglia, senza fermarsi un attimo.
<<Cos'è successo?>>
Domando confuso, mentre mi mordo il labbro nervoso. Non credo che se mi trovo in ospedale, vada tutto bene.
Alzo un sopracciglio, quando Alex e la infermiera ferma alla porta non proferiscono porta. Sorrido e faccio spallucce, indifferente.<<Va bene, se non volete dirmelo.>>
<<Hai riportato un braccio rotto e una perdita di sangue elevato.>>
Taglia corto la dottoressa, per poi dileguarsi a passo veloce. Un breve fischio mi passa sulla testa: Ettore e Cico. M*rda, sono stati loro. Un brivido leggero mi passa per la schiena, così d'istinto prendo la mano di mio fratello, stringendola forte.
<<Sono stati Ettore e CicoTobbi.>>
Dico di punto bianco, cercando di non incontrare lo sguardo del ragazzo accanto a me.
<<Che caz*o ti hanno fatto?>>
Mi incalza, lanciandomi uno sguardo veloce, inondato di rabbia. Faccio spallucce, indifferente.
<<Cosa vuoi che mi abbiano fatto? Mi hanno menato, ecco tutto.>>
Un silenzio tombale precipita su tutta la stanza, dove persistono sguardi sfuggiti e tocchi delicati innocenti. La realtà in cui vivo fa schifo, lo ammetto, ma se voglio renderla migliore devo contenere almeno un minimo di speranza. Alzo lo sguardo, osservando Alex: gli occhi fissi e spenti a terra, indicano che sta riflettendo, ma impassibilmente, senza che nessuno lo disturbi.
<<Mi manca Xela. E' colpa mia se è morto.>>
Mormoro leggermente, con la voce che si rompe in un singhiozzo alla fine della frase.
Chi è il ragazzo di cui sto parlando? E' il mio gemello: identico a me nel carattere e nel fisico, vivevamo come due anime in un solo corpo. L'uniche cose che ci differenziava è che lui indossava solo vestiti di tonalità verde, mentre io più sul rosa e l'altra e che a differenza mia Xela era meno fragile.E' morto in un incendio che ho appicato io, per sbaglio, circa due anni fa.
Stavamo giocando in giardino con una vecchia lanterna, dove al interno il lume fiammeggiava prepotente. Un forte colpo di vento me la ha fatta cadere di mano, lasciando che le piante si incendiassero. Io sono riuscito a fuggire, veloce come una lepre, ma il mio gemello no. Era rimasto bloccato dentro il rogo e il fumo, ma non aveva paura di morire, a differenza del sottoscritto.Poi, il corpo carbonizzato a terra.
<<Anche a me manca Stre, ma non è stata colpa tua.>>
Ribatte lentamente Alex, per poi avvolgermi in un caloroso abbraccio goffo, ma pieno di parole non dette.
A volte sento che, nonostante la lontananza, le nostre anime sono ancora unite tra loro.
Che siamo comunque insieme nonostante la morte.
Che nessuno potrà dividerci da noi.
E che Xela mi ha perdonato.
Insomma, sono felice così.
Angolo autrice:
Ehi tuta, come va? Spero tutto bene! Io sono qua con il mal di orecchio a scrivere :,) Anche se in realtà la avevo già scritta 2 settimane fa ma mi sono dimenticata di pubblicarla qwq
Va beh, vado a scrivere il prossimo capitolo, bye!👀💕
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•Sorridi• 💫~Strecico~🎸
Fanfiction~Perché sorridi?>~ ~Cosa?~ ~Perché sorridi continuamente, Strecatto?~ ~È una bella domanda, sai? Nessuno me la ha mai fatta. Beh, penso che i sorrisi sono una delle cose più emozionanti che qualcuno possa ricevere, ma allo stesso tempo possono anche...