Una mattina come tante mi sveglio nella mia camera, scendo dal letto e mi preparo. Arrivo in cucina dove i miei stanno ancora facendo colazione <Buongiorno tesoro> mi salutò mia madre, una giovane donna dai capelli castani e occhi azzurri come il cielo, <Buongiorno mamma, Buongiorno papà> dico rivolgendo il saluto anche a mio padre <Buongiorno Adriel> esatto il mio nome è Adriel Senders, ho 17 anni e vivo a Brooklyn, frequento una piccola scuola, ho i capelli castani come quelli di mamma e papà e gli occhi marroni. Mentre faccio colazione mi accorgo che mancano dieci minuti al suono della prima campanella così saluto i miei ed esco frettolosamente, siccome la mia casa non dista molto da scuola faccio sempre la strada a piedi. Arrivo in orario e vado a salutare Lexie la mia migliore e unica amica, ci conosciamo fin da quando ho ricordo, è alta quanto me ha i capelli castano chiaro e gli occhi azzurri proprio come quelli di mamma, mentre prendo i libri per il corso di letteratura Lexie continua ad assillarmi sul fatto che lei sia così sfortunata in amore e che morirà da sola senza nessuno al suo fianco come ogni volta la rassicuro e ringrazio la campana per aver suonato, dopo aver salutato la mia amica entro nella classe di letteratura e prendo il solito posto vicino alla finestra, di fianco a me rimane sempre un posto libero, anche perché non siamo in molti a seguire questo corso sembra quasi che la voglia di scoprire e leggere nei ragazzi della mia età sia scomparsa, a distogliermi dai pensieri è il professor Scott, un uomo sulla cinquantina con pochi capelli di colore bianco e un paio di occhiali tondi neri, lui è il mio professore di letteratura lo trovo molto simpatico è sempre gentile e cordiale con tutti ed è vedovo da circa 1 anno, sua moglie se n'è andata per colpa di un cancro, quando il preside ci ha communicato la notizia eravamo tutti tristi e addolorati per lui, il giorno dopo essere stati al funerale della signora Scott non pensavamo che suo marito potesse ritornare ma in realtà io e i miei compagni di corso ci sbagliavamo, quando entrammo nell' aula lui era lì, di fianco alla cattedra che ci accoglieva calorosamente come era solito fare. Mi ripresi da questo piccolo pensiero che avevo avuto e ascoltai il professore <Buongiorno ragazzi, oggi parleremo di William Shakespeare, di sicuro lo conoscete per le sue opere famose come Romeo e Giulietta oppure Amleto> ad interrompere la lezione fu la porta che si spalancò, entrò un ragazzo capelli neri come la pece, occhi verdi smeraldo, a pensarci bene non l'ho mai visto da queste parti, <Buongiorno lei deve essere il signorino Davis, si accomodi pure vicino alla signorina Senders> disse il professore indicandomi, quando il ragazzo si sedette vicino a me potei notare i tatuaggi che aveva sulle braccia che poi lui coprì con la manica della felpa, forse mi aveva beccato mentre lo guardavo o forse aveva freddo, decisi così di ignorarlo e prestare attenzione alla lezione <Oggi affronteremo Romeo e Giulietta una tragedia molto famosa nel mondo, ora qualcuno sa dirmi di cosa parla?> chiese il professore, io di scatto alzai la mano, ero sempre stata la "prima della classe" ma solo nella materia del signor Scott adoravo la letteratura passavo ore a leggere romanzi d'amore e il professore questo lo sapeva e si aspettava sempre che io eccellessi nella sua materia, <Signorina Senders mi piace che lei partecipi così attivamente alle mie lezioni ma oggi vorrei sentire qualcun'altro> disse il signor Scott guardando la classe <Non c'è nessun altro che voglia dirmi la trama?> tutti rimasero zitti, quando il professore fece per darmi la parola la mano del ragazzo al mio fianco si alzò <Oh signorino Devis, spieghi pure> enunciò entusiasto il professore, <La tragedia è divisa in 5 atti è ambientata a Verona in Italia, quest'opera inizia con un prologo che introduce la storia dei due innamorati separati però da un conflitto tra due famiglie: i Montecchi e i Capuleti, questa rivalità finirà solo con la morte dei due amanti . Nel primo atto-> il ragazzo venne interrotto dal professore <Grazie signorino Devis ora spiegherò io> così il professore spiegò ciò che succedeva nei cinque atti è alla fine del paragrafo del quinto atto la campana suonò. Raccolsi i miei libri e quaderni, salutai il professore e feci per andarmene quando sentì il docente parlare con il nuovo arrivato e non potei fare a meno di ascoltare. <Mi sorprende signorino Devis come fa a sapere e sopratutto a ricordarsi i cinque atti di Romeo e Giulietta?> <Bhe passo molto tempo a leggere professore> rispose lui, <Adriel> vidi Lexie arrivare e fui costretta ad interrompere il mio origliare <Cosa stavi facendo?> chiese <Nulla> risposi mentendo, lei si scostò verso la porta e vide il nuovo arrivato che parlava con il professor Scott <Ah ora capisco lui dev'essere il nuovo arrivato, come ti è sembrato? È bello vero? Segue il tuo stesso corso?> mi riempì di domande ma infondo lei era fatta così <Si segue il mio corso e non voglio dare pareri troppo affrettati> dissi riponendo i libri nell'armadietto <Non ci hai nemmeno parlato vero Adriel?>
Mi domandò Lexie <Non ne ho avuto il tempo e poi ho cose più importanti a cui pensare> risposi freddamente <Del tipo? Il diploma?>chiese sarcastica lei <Esattamente> risposi io. Alla fine delle ore uscì da scuola e aspettai Lexie nel piazzale della scuola, quando la vidi notai che stava parlando con il nuovo arrivato così mi girai per andarmene <Adriel aspettami> urlò lei e quando mi raggiunse le dissi <Hai parlato con il nuovo ragazzo> <Si ed è molto simpatico e anche intelligente sembra quasi di parlare con te, anche lui usa quei paroloni che usi tu, sembra quasi che voi due siate fatti per stare insieme> mi sorrise lei < Lo sai come la penso sull'amore Lexie> lei mi guardò e poi sbuffo <Ogni tanto potresti lasciarti andare Adriel> la guardai ormai eravamo arrivate fuori scuola <No, a domani Lexie> < A domani> ci salutammo con un abbraccio. Mentre percorrevo la strada per arrivare a casa davanti a me vidi quel ragazzo, decisi di stare dietro e di non aumentare il passo, ma fallì, lui si voltò e non aveva intenzione di muoversi, così presi coraggio e andai avanti, gli passai di fianco e una strana sensazione mi pervase tutto il corpo < Tu devi essere Adriel> disse <Si, esattamente e tu sei?> <Ryan Devis seguiamo lo stesso corso vedo> constatò lui < Già, abiti da queste parti?> <Si sono il tuo nuovo vicino> disse lui <Ah che bello> accennai del sarcasmo. Continuai per la mia strada ignorando il ragazzo al mio fianco <Perchè mi stai ignorando?> <Non ti stò ignorando> dissi io <Giusto mi stai semplicemente evitando> non risposi e accelerai il passo fino ad arrivare a casa e sbattere la porta dietro di me. I miei erano a lavoro mia madre gestiva un piccolo negozio di fiori e mio padre era il capo di una piccola azienda di computer, quindi avevo casa libera, mi preparai da mangiare e una volta finito mi misi a fare i compiti.
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Mille pezzi di me
Literatura FemininaHo sempre pensato che sentimenti come l'amore non esistessero ed è proprio qui che mi sbagliavo, ero cresciuta in una famiglia dove questo forte sentimento era mascherato da terribili bugie e cose non dette, la prima volta che ho iniziato a provarlo...