Epilogo - Parte 4

897 123 53
                                    


Incontrai non poche difficoltà nel raggiungere il luogo indicatomi da Namjoon. Fortunatamente per me, però, la location in questione (un hotel di lusso) aveva ben deciso di tappezzare la città di cartelloni pubblicitari per sponsorizzare e vantarsi dell'evento che si sarebbe tenuto nella sua immensa sala conferenze: un fan meeting dei BTS in occasione dell'uscita del loro ultimo album Love Yourself: Tear.

Quando arrivai di fronte all'edificio, il cuore mi scalpitava nel petto mentre avevo le orecchie piene del fitto, acuto ed esaltatissimo chiacchiericcio dei fan in fila davanti a me. La coda si snodava lungo il piazzale per svariati metri. Non mi era chiaro se i posti a sedere fossero numerati o meno, ma, a prescindere da ciò, avevo deciso di non partecipare alla battaglia per le prime file: Namjoon mi aveva detto che raramente, molto raramente, un fan occidentale riusciva ad accaparrarsi un posto a un fan meeting; la mia presenza in quanto fan europea aveva perciò già di per sé un che di straordinario.

-"Try to keep a low profile"- si era raccomandato. -"And don't forget the album"-.

Abbassai lo sguardo sulla busta di cartone che Namjoon mi aveva fatto trovare in macchina e sorrisi sotto la mascherina nera. Da quello che avevo capito, a un fan meeting era possibile scambiare qualche parola coi membri del gruppo e farsi firmare qualcosa. Namjoon mi aveva procurato una copia dell'album e mi aveva spiegato che la possibilità di partecipare a un fan meeting era legata all'acquisto della copia fisica dell'album: in poche parole, si trattava di una trovata meramente commerciale che, in lotta contro il commercio digitale, mirava all'incremento delle vendite fisiche. Del tutto estranea all'industria idol, mi ero lasciata sfuggire questo commento davanti a Namjoon e Seokjin quandoancora stavo viaggiando in macchina con loro in direzione di Seoul. Namjoon aveva riso alla mia osservazione ma non aveva risposto. Forse lo avevo offeso in qualche modo.

La fila iniziò a scorrere e io presi ad avanzare lentamente insieme a essa. Lanciai una breve occhiata dietro di me e notai che non molte altre persone si erano aggiunte alla coda. Ottimo segno: significava che sarei stata una delle ultime a entrare e, se avevo capito bene, anche a interagire coi BTS.

Con due buste nella mano destra, il biglietto nella sinistra e un banale berretto nero a mettere in ombra i miei occhi dal taglio visibilmente occidentale, seguii la processione fino all'ingresso nella hall dell'albergo. Il percorso da seguire era segnalato da uomini e donne in completo che, con gesti meccanici ma altamente rispettosi, indirizzavano i fan (o meglio, gli ARMY) verso la sala conferenze.

Nello sbirciare i biglietti delle ragazze davanti a me mi accorsi che il mio era diverso. Non avevo la più pallida idea di cosa ci fosse scritto, ma ero più che certa che il brevissimo contenuto testuale fosse differente. La sera precedente, sdraiata a letto e in preda all'euforia per l'imminente incontro con Yoongi, lo avevo osservato per ore intere, passando in rassegna ogni singolo carattere e memorizzandone gli strani tratti così lontani dall'alfabeto latino. Quando lo mostrai a un incaricato della sicurezza, l'uomo tentennò per una manciata di secondi. Ci scambiammo un breve sguardo, entrambi confusi, ma poi lui me lo restituì e mi indicò gentilmente di proseguire alla sua sinistra. Mi annotai mentalmente di chiedere a Namjoon di tradurmi le scritte se avessimo avuto abbastanza tempo all'incontro.

La sala conferenze si aprì di fronte a me e i miei occhi, così come quelli di tutte le altre persone, si focalizzarono immediatamente sulla parte opposta del locale, esattamente sulle pesanti pieghe di un'alta tenda rossa che celava dietro di sé un palco rialzato. Presi posto tra le ultime file e mi sedetti stringendo al petto la busta con l'album; l'altra la piazzai tra i miei piedi, attenta a non pressarla e a rovinarne il contenuto. La mia ansia andò a sommarsi a quella di tutti gli altri fan presenti, manifestandosi sotto forma di un irriverente ginocchio ballerino. Ero abbastanza distante dal palco per non essere individuata facilmente ma non troppo lontana per averne una pessima visuale.

Guardami come se fossi Dante Alighieri - Epilogo AlternativoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora