Capitolo 44

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Intascai la boccetta e la donna mi afferro le braccia. Incrociai lo sguardo di Draco
A: "Draco cosa sta succedendo?" Dissi riferendomi a lui, Lucius gli fece un segno come a significare di non rivolgermi la parola. Voldemort si avvicinò a me
V: "Allora, il tuo amico Draco ci hai detto che hai qualcosa da restituirci"
A: "Non so di cosa tu stia parlando"
V: "La pergamena dammela"
Disse avvicinandosi a me fissando la pergamena che sbucava dalla tasca dell mio mantello.
A: "No"
V: "Come ti permetti lurida mezzosangue"
A: "E pensare che non sono l'unica di questa foresta lo sei anche tu, vero Tom?"
V: "Sei solo una fastidiosa ragazziana, dammi la pergamena Elizabeth"
A: "come fai a conoscere il mio secondo nome?"
V: "Fidati su di te so molte più cose di quanto credi"
A: "Non penso propio"
V: "Io son...Io son..... ahhh non è importante"
A: " Non avrai mica paura di parlare a una ragazzina?"
V: "Io sono..tuo padre"
A: "Non ci crederò mai"
V: "Che c'è vuoi una prova?"
A: "Sentiamo"
V: "La cicatrice sul collo che nasconde sempre con quella sciarpa rosa, e poi c'era quell Eppur..."
A: "Non può essere"
V: "...pensa che lo ucciso io quello stupido babbano"
A: "Conoscevi solo bene  mia madre tu non sei può padre"
V: "oh si che lo sono, fin dalla tua età io e tua madre stavamo insieme. Ma questo non ha importanza, allora la pergamena"
Bellatrix mi si avvicinò violentemente e provó a rubare la pergamena, quando prese la pergamena mi stappo dal collo la collana che mi aveva regalato Cedric la notte del ballo del ceppo, mia abbassai per raccoglierla e rammentai chi dovevo vendicare.
A: "Expelliamus" la mappa cadde dalle mani di Voldemort
A: "Incendo" la pergamena non divento altro che cenere, ero L unica ad avevate gli ingredienti e così la ricetta andò perduta.
V: "Ma come ti permetti" 
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