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Il fiatone dovuto alla corsa le stava facendo esplodere i polmoni e bruciare la gola. Mentre correva i piedi le affondavano nel terriccio bagnato della collina facendola scivolare, rendendo la salita ancora più difficile. Aveva perso quel manico di rastrello, trovato nel queens, che usava come arma qualche kilometro prima quando quella specie di lupo gigante la aveva attaccata. La creatura effettivamente somigliava più a un cane ma il suo cervello si rifiutava di assimilare che esistessero dei cani così grandi. Diciamo che però un mastino dalle dimensioni di un container era difficile da ignorare. Scivoló per l'ennesima volta è sbatte di petto sul fianco della collina. Il freddo le penetrava le ossa e aveva i capelli umidicci per colpa dell'aria serale dell'autunno. Imprecó contro qualunque entità sovrannaturale le stava mandando tutte quelle disgrazie e si puntelló sui gomiti facendo per rialzarsi quando qualcosa le tolse completamente l'aria dai polmoni tanto da   non riuscire nemmeno a urlare. Si giró a pancia in su e con una mano andò a tastarsi il petto fino a sentire che sotto il seno sinistro le si era conficcato nel torace un pezzo di legno delle dimensioni di un coltello da cucina. Più che il dolore, la paura si impossessó di lei e il fiatone aumento ancora di più se possibile. probabilmente tra la perdita di sangue e l' iperventilazione sarebbe svenuta molto presto. Il torace era pieno di organi vitali e nonostante a quella vita lei non ci tenesse particolarmente, morire così le sembrava proprio stupido. Nel mentre si sentivano i ringhi e i latrati della bestia che si avvicinava fiutando il suo sangue e la sua paura. Portò la mano che era andata a esaminare il torace all'altezza dei suoi occhi e la vide tinta cremisi, tinta del suo stesso sangue.
< HEY! C'È QUALCUNO? ABBIAMO SENTITO DEI RUMORI DALLA PATTUGLIA. SERVE UNA MANO? > urlò qualcuno dal bosco dietro di lei. La socializzazione con gli estranei a prima vista non era mai stata il suo forte ma dubitava che qualcuno vedendola in quelle condizioni si fermasse a fare conversazione.
<s-sono...qui..aiuto..ti prego> disse boccheggianfo in cerca di più ossigeno possibile. Nemmeno riusciva a sentirla praticamente la sua voce ma per fortuna quello che sentiva erano dei passi verso di lei che poi si fermarono dietro la sua testa aldilà della sua visuale, che fino ad allora era stata concentrata al cielo. La costellazione della cacciatrice era sopra di lei. Buttando lo sguardo leggermente più indietro vide un ragazzo. Capelli neri come il carbone e occhi verde mare che si incatenarono con i suoi. Quel ragazzo le trasmetteva serenità.. Un senso quasi familiare. Indossava una maglia arancione con una scritta che iniziava a sfuocarsi e in mano aveva... Una penna?! Non era sicura di aver visto bene ma il suo problema principale era il fatto che stesse per chiudere gli occhi. Si sentiva mancare.
'' che modo stupido di morire" pensò e poi tutto si fece buio.

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