Tutto rivelato.

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Mentre l'ascensore saliva all'attico. 

Lucifer era appoggiato all'entrata della sua camera da letto. Nella sua versione bruciata, sempre con indosso una vestaglia nera con sotto solo i boxer, disse a Linda vicino a lui
"Devo sapere. Se prova disgusto o le faccio paura devo sapere…"
Chiuse gli occhi di fuoco cercando di respingere la disperazione
"...Non mi vedrà più. Ma rimarrò intorno a lei e Trixie per difenderle sempre"
Linda si appoggiò a quell' essere eterno così innamorato, dicendo
"Sei una brava persona. Sono concorde con Maze, se lei non ti accetta non si tratta di una persona così speciale"

Aperte le porte dell'ascensore, Chloe vide Maze seduta a un bracciolo del divano. La demone le disse avvicinandosi con sguardo serio
"Dimmi detective cosa pensi di me? Sono oramai fuori dalla tua vita e Trixie?"
Chloe si accigliò. Poteva ammettere a se stessa di aver avuto paura. Fu usando la sua mente da detective con il cuore che ogni timore si era dissolto.Entrò nell'attico dicendo a Maze sempre seduta sul bracciolo del divano
"Sei sempre la solita che metti la tragedia in tutto. Non devo dire nulla…"
Guardò l'orologio
"...anzi si. Volevo chiederti se Dan non può di portare all'appartamento Trixie…"
Guardo la demone che fu felice di vederla sorpresa 
"...puoi farlo tu? O devi andare verso qualche taglia?"
Maze si alzò dal bracciolo del divano esterrefatta, rispondendo a Chloe
"Sono libera tutto il giorno"
Non poté dire altro. Linda entrò nel soggiorno dell'attico quasi trascinando nell'ascensore Maze, dicendo a Chloe
"Andiamo per prendere delle medicine a Lucifer. Chloe si trova in camera da letto"
Chiuso l'ascensore, Chloe si avvicinò al bancone del bar posando la borsa porta pranzo. Non sapeva cosa fare. La voce di Lucifer la fece trasalire
"Detective vai via. Sono ancora nella mia versione bruciata. Non voglio darti problemi"
Lucifer sperava di non sentire il ding dell'ascensore che si apriva. Dalla sua Chloe tremò. Si diede della sciocca era sempre il suo Lucifer. Gli disse
"Lucifer come sai nel mio lavoro vidi persone bruciate in modo peggiore. Vieni fuori. Ti ho portato del brodo di pollo, panini hawaiani, crostini fatti da me con la tua ricetta. Ci sono anche degli orsetti gommosi. Trixie li tiene solo per te all'appartamento per i tuoi momenti di sconforto"
Lucifer lo sapeva bene. Ogni volta era giù per qualche motivo, sapere che c'era un barattolo di plastica gli dava un po' di sollievo. Da una parte erano gli orsetti gommoso cui adorava il sapore, dall'altra era bello pensare che qualcuno lo tenesse a cuore. Cercò di scacciare ogni emozione felice, per essere pronto al suo rifiuto. Uscì dalla camera da letto mettendosi vicino al divano. 

Lucifer era pronto agli urli di Chloe, al disgusto, alla rabbia. Sapeva anche bene che ogni forma di odio o repulsione dalla sua detective gli avrebbe frantumato il cuore. La trovò sempre bellissima.

Chloe conosceva bene Lucifer, anche con quel viso bruciato. Era in attesa di una sua reazione. Lo guardò come se non fosse bruciato. Ma dovete penare per non uscire in balcone urlando al cielo la rabbia a Dio. La rabbia per quello che aveva lasciato fare a suo figlio. Indicò a Lucifer la borsa porta pranzo
"Te la lascio qui? Poi mi riporti la borsa"
Lucifer ridacchio amaramente, quasi urlando 
"Chloe non vuoi capire? Forse io rimarrò sempre così"
Si aprì la vestaglia. Il sobbalzò di Chloe gli fece richiudere la vestaglia, dicendogli
"Vattene. Ti prego vattene. Non far finta che non ti disgusto o faccio paura"
Vide qualcosa che conosceva bene. Lucifer vide gli occhi da battaglia di Chloe. Quegli occhi che lo incantavano, lo eccitavano tantissimo quando diventavano seri, come una leonessa pronta ad azzannare la preda. La vide andargli incontro con passo sicuro aprendogli la vestaglia, dicendo con rabbia
"Cosa ti hanno fatto! Sono dei criminali!"
Con enorme sorpresa del re dell'inferno Chloe lo abbracciò, abbracciò quel corpo bruciato, dicendo con la guancia destra appoggiata al petto di Lucifer
"Sturati le orecchie. Tu non mi fai paura o mi disgusti. Sono rimasta esterrefatta per le cicatrici. Non sono provocate dal fuoco. Residui di torture. Quante devi averne passate"
Lucifer era commosso. Abbracciò il suo detective, la sua Chloe. Nessuno mai era arrivato a tanto, neanche Eva nel giardino dell'Eden aveva resistito più di un minuto guardandolo nella versione bruciata. Le ulteriori parole di Chloe furono un balsamo per il suo cuore pieno di cicatrici
"Per tornare al lavoro basterà mettere delle bende. All'appartamento non servirà…"
Chloe si allontanò quel tanto che bastava per guardare in faccia il suo amato Lucifer
"...lo sai che per Trixie sei sempre il suo amico. Su Dan e Ella nessun problema, oramai ti accettano"
Di staccò da lui andando verso il bancone del bar, dicendogli
"Ora mangiamo. Ti conosco devi aver digiunato"
Sentì un tonfo dietro di lei. Lucifer era seduto sul pavimento con le mani sulla faccia, scosso da singhiozzi di pianto, dicendo
"Non può essere vero...sono morto...deve essere un loop infernale...Non può accettarlo...sono un mostro...Sono una bestia infernale...un loop infernale"
Chloe si precipitò al fianco destro di Lucifer, essendo le sue lunghe gambe un po' d'intralcio. Lo tirò a sé, mettendo quella testa bruciata sulla sua spalla sinistra. Cercò di abbracciarlo il più fortemente possibile. Disse al suo amato re dell'inferno che piangeva, tremando 
"Basta Lucifer! Basta! Tu non sei un mostro o altro di terribile. Ti conosco troppo bene. Sei una brava persona. Tutti commettiamo errori. Tu hai pagato la tua ribellione anche troppo. Se non ti conoscessi, lo ammetto, sarei propensa a vederti come il re dell'inferno cattivo senza cuore…"
Gli baciò la fronte
"...Ma cavolo ti conosco. Sei una brava persona. Tu non sei il male, punisci il male. Sei l'amico di mia figlia, sei il mio amico. Sei il mio confidente, un gentiluomo come pochi. Nonostante sei vulnerabile accanto a me, tu sei sempre con me per difendermi. Sei quello che amo. Ti amo anche così. Lucifer io sono reale. Sono qui. Non devo più sentirti solo o un reietto. Puoi contare su tanti amici. Cavoli! Diglielo a quelli lassù che tu non sei solo"
Prese per la mano destra il suo Lucifer, portandolo quasi di peso nel balcone. 

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