Twittering Bird

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Sento di essere alla ricerca di qualcosa, quando cammino su queste strade ormai percorse milioni di volte.
Ho voglia di trovare qualcosa di nuovo, che mi faccia percepire emozioni diverse.
Sono stanco dei soliti tre o quattro sentimenti che girano liberi nella mia testa.
Voglio rovesciarli e creare aspettative nuove, con persone sconosciute.
Sono alla ricerca di posti misteriosi, magari spaventosi.
Qualsiasi nuova emozione è ambita dalla mia mente; voglio spaventarmi, innamorarmi, distruggermi, divertirmi, ingelosirmi, torturarmi.
Ho bisogno di un mondo nuovo, il mio mondo.
Voglio qualcosa, qualsiasi cosa che mi faccia sentire chi voglio essere.
Voglio poter utilizzare qualsiasi mezzo per sentirmi io, per percepire qualcuno che è rinchiuso nel mio corpo.
Cammino e dimentico dove sto andando, dimentico di guardare avanti.
Riesco ancora a perdermi tra luci di questa città, di questa casa enorme.
Mi affascina ancora come se fosse la prima volta.
Ma ancora non mi basta, anche se provo ancora stupore nel guardare questa città ormai vissuta, non riesco a trovare quello che sto cercando.
Sospiro per liberare il mio petto, l'aria esce ma non mi sento leggero.
Forse questo non è il posto in cui dovrei trovarmi, avrei bisogno di perdermi, ma qui è impossibile.
Probabilmente tutto quello a cui sono stato aggrappato per anni adesso conta molto meno.
Ci sono arrivato davvero tardi a tutto questo.
Forse avrei dovuto trovare il coraggio di pormi già anni fa, ma ormai ciò che è fatto non torna indietro, non cambia.
Sento di trovarmi in una grande gabbia per uccelli, intrappolato da piccoli e sottili fili di seta, per me indistruttibili.
Fuori c'è il sole ma io non ho trovato il coraggio di toccare quei fili quasi trasparenti.
Ho paura di ritrovarmi fuori da quella gabbia, anche se lasciarla è la cosa di cui ho bisogno di più al mondo.
Ho paura di trovare la pioggia, una volta fuori dalla prigione bianca.
Eppure continuo a soffrire, continuo a voler spezzare quei fili e volare via.
Trovo la forza di sfiorarli, sono fragili.
Li rompo, prima uno, poi due, tre.
Ora riesco a passare ed uscire dalla mia gabbia.
Volo fuori, il sole brilla ancora nel cielo.
Chiudo gli occhi e respiro; adesso i miei sospiri mi liberano davvero del peso che ho in petto.
Riapro gli occhi, una goccia bagna il mio naso.
La pioggia inizia a battere cattiva sulle mie ali, spingendole verso il suolo.
Sento la forza di mille gocce che picchiano sulle mie ali, sulla mia mente.
Cosa dovrei fare ?
Tornare indietro e ripararmi, al sicuro in quella gabbia bianca che mi ha intrappolato per anni, oppure continuare a volare anche se le mie ali sono ormai lacerate dalla pesantezza della pioggia ?
Se arrivasse un temporale forte, maligno, tornerei nella mia gabbia, oppure avrei il coraggio di continuate a volare ?

Chyara.

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