Il detective Becket e la sua spalla Castle, avevano appena concluso l'ennesimo caso di omicidio commesso da parte del vice-presidente della compagnia Amazon.
Mentre cenavano insieme, Becket ricevette una chiamata dal suo collega Esposito, che la avvertiva di un nuovo caso di omicidio di una minore; la scientifica era già sul posto e stavano aspettando solo loro.
Arrivati sul luogo dell'omicidio, la scuola superiore B. Belotti, incontrano la loro collega della scientifica Rose Evans, che gli comunica i dettagli dell'omicidio: "la ragazza si chiamava Bianca Bodea, aveva 14 anni e la abbiamo trovata in biblioteca. Ma abbiamo notato un particolare, non c'erano tracce di sangue e sotto un'unghia della studentessa c'era un frammento di lente di un paio di occhiali." E Castle ribatté "se l'assassino è un perfezionista, tanto da ripulire tutto, non si sarebbe mai lasciato scappare un indizio che ci avrebbe portati da lui." Becket diede ragione a Castle, e insieme interrogarono i compagni di Bianca, ma tutti sembravano scossi e increduli a ciò che fosse successo all'amica, tranne uno, che non aveva legato molto con Bianca, ma andava pazzo di lei, si chiamava Simone Fleri, anch'egli di 14 anni, e portava gli occhiali!
Subito venne portato in centrale per cercare di fargli confessare qualcosa, ma lui negò molte volte di averla uccisa.
Chiese di voler chiamare il suo avvocato, il quale era niente meno che Luca Chiavetta, vecchio professore dei ragazzi.
Alla fine Simone venne rilasciato dopo poche ore, e, nel mentre, Rose aveva scoperto che il frammento della lente trovato sulla scena del crimine, era di un paio di occhiali che Simone indossava.
Quindi l'indagato venne richiamato in questura, ma negò un'altra volta di avere ucciso Bianca e, rilasciato un'altra volta, la squadra investigativa era punto a capo.
Becket si ritrovò con Castle a vagare per la scuola alla ricerca di un indizio che li avrebbe portati all'assassino; e trovarono nel cassonetto della classe di Bianca, un paio di occhiali color blu mare con una lente rotta, quindi decisero di portarli alla scientifica per cercare delle impronte.
Rose, con dispiacere, comunicò agli investigatori che gli occhiali erano stati puliti con alcool al 96%, quindi era impossible ritrovare qualsiasi traccia.
In quei giorni la scuola tornò abbastanza alla normalità, tranne che per un particolare che i compagni di Bianca notarono in Jack Wingerstrom, l'insegnante di sostegno della classe, il quale non portava più gli occhiali, ma bensì un paio di lenti a contatto che gli rendevano gli occhi azzurri.
Passate ormai due settimane dall'assassinio di Bianca, venne ritrovato un secondo cadavere sempre allo stesso modo, questa volta la ragazza si chiamava Francesca Melacini, ma questa volta non vennero ritrovate delle tracce di lenti, ma bensì un'asta degli occhiali di Simone Fleri, il quale raccontò agli investigatori di aver chiesto a Jack Wingerstrom se poteva stringere le bacchette dei suoi occhiali e, l'insegnante, nel tentativo di stringerli, spezzò una bacchetta, ma disse al ragazzo di lasciargli gli occhiali e che lui avrebbe provveduto a risarcirglieli.
Becket quindi decise di andare a parlare con l'insegnante, il quale disse che quello che diceva il ragazzo era vero, ma che non era stato lui a lasciare le bacchette in biblioteca.
Ma in quel momento, Castle intervenì: " ma noi non abbiamo mai detto che il cadavere si trovava in biblioteca...". E in quel momento, Jack iniziò a scappare dai detective, ma Esposito era già sotto casa dell'insegnante e li avvenne l'arresto.
In tribunale Jack confessò di aver ucciso le due ragazze perchè erano le figlie del preside e del vicepreside, i quali, secondo l'imputato, si sarebbero dimessi dopo la perdita e lui avrebbe assunto il posto di uno dei due.
Quella sera Becket, Castle, Rose ed Esposito, andarono a celebrare la chiusura di un caso che sembrò infinito per loro.
Chissà quali altre avventure vivranno i nostri detective...

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Castle: Blue Glasses & Blood Bed
БоевикCiao, questo è un racconto giallo ispirato alla serie televisiva Castle. Spero vi piaccia