VI

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I giorni successivi passarono meglio di quello che aveva sperato. Una volta rientrato a casa, nessuno dei suoi parenti aveva più tirato fuori l'argomento incubi, e l'atmosfera in famiglia sembrava essere leggermente più rilassata. George si sentiva un po' più energico, e dovette ammettere a sé stesso che in parte era dovuto a quella ragazza, Isabelle. Non poteva fare a meno di pensare a lei. Continuava a ripetere nella sua mente la scena del loro incontro, da come lei lo aveva inizialmente guardato con occhi pieni di odio, e di come il suo sguardo si fosse addolcito per qualche secondo quando aveva cercato di difenderla. Continuava a ricordare come muoveva il suo corpo in modo sensuale, e si accorse di sentire una strana sensazione di calore allo stomaco quando pensava a lei. Quando il suo pensiero gli attraversava la mente, per qualche istante riusciva a smettere di pensare al dolore che provava per suo fratello.

Quasi senza che se ne accorgesse, i giorni si trasformarono in settimane. Presto sarebbero arrivate le feste natalizie. George passava molto tempo in quella che un tempo era la loro camera, steso sul letto, con lo sguardo rivolto al soffitto. Spesso indossava uno dei maglioni cuciti a mano con la F ricamata e si stendeva sul letto del gemello. Gli sembrava che ci fosse ancora il suo odore sopra e in qualche modo lo sentiva ancora vicino a lui.

Quel giorno fuori nevicava, ed i fiocchi di neve si adagiavano piano sul tetto della Tana e creavano un manto bianco anche nel campo intorno alla casa. George se ne stava seduto sul letto di Fred con il suo maglione indosso e osservava lo spettacolo della natura che si svolgeva fuori dalla sua finestra.

Giocherellando con la stoffa delle maniche si rese conto di stare ancora pensando a lei, ad Isabelle, e a come avrebbe potuto fare per rivederla. Era perso nei suoi pensieri quando Ron entrò in stanza senza bussare.

«George, oggi al negozio arrivano un carico di Fuochi Forsennati per Capodanno e di Puffole Pigmee per i regali di Natale, io e Percy avremmo bisogno del tuo aiuto per finire tutto in tempo per il weekend, te la senti di venire?»

Dalla morte di Fred, George non era più voluto entrare al Tiri Vispi Weasley. Non riusciva a sopportare la vista di tanta felicità e gioia nei suoi clienti, quando non aveva più la sua metà per condividerla. Per non far fallire il negozio Ron e Percy avevano preso in mano la gestione. Cercavano di coinvolgere George il più possibile, ma con scarsi risultati.

George si irrigidì.«Non credo che sia una buona idea, Ron» disse freddamente, senza staccare gli occhi dalla finestra.

Suo fratello minore fece un lungo sospiro e dopo averlo guardato ancora per qualche secondo, si girò e, senza chiudere la porta si avviò nel corridoio. Riuscì a sentire solo: «Non viene nemmeno oggi, Percy. Ormai non so più cosa fare. È come se fosse chiuso in un mondo tutto suo e non fa entrare nessuno». Passò qualche secondo di silenzio e poi lo sentì parlare di nuovo:      «Dovremmo dire alla mamma che continua a mettersi il maglione di Fred. Non credo che sia molto salutare per lui». A quelle parole George chiuse gli occhi, cercando di cacciare indietro le lacrime e buttare giù il magone che sentiva salire in gola. Sentì i due fratelli scendere le scale ed entrare nel camino, usando la Metropolvere per arrivare a Diagon Alley.

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Quel pomeriggio decise di uscire a fare una passeggiata nel paese vicino alla Tana, Ottery St. Catchpole. Aveva bisogno di stare da solo e pensare. Le sue stradine lo avevano sempre affascinato, e camminarci in mezzo lo aiutava a schiarire la mente. Spesso vi si era recato con Fred, per comprare dei prodotti culinari per la madre, o per comprare il giornale babbano per il padre. Al contrario del caos di Londra, il paese era piccolo, con pochi negozi, tutti affacciati sulla piazza principale. Adorava guardare i bottegai indaffarati nella preparazione delle vetrine per il Natale che si stava avvicinando.

Being without You~ George WeasleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora