Capitolo 25 - Love/Hate Part 2.

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Capitolo 25 - Parte 2.


Il concerto stava per terminare e a momenti Michael sarebbe uscito dalle scene e lo avrei riavuto davanti ai miei occhi.

Non era stato troppo difficile truccarlo, ma impiegai così poco tempo che dopo cinque minuti era già pronto per salire sul palco.

La cosa brutta era che lì tutto sapeva di lui, sembrava che il palco, il camerino e gli oggetti sapessero di lui, era tutto suo lì ed era come se lui fosse capace di trasmettere la sua magia a tutto quello che lo circondava.

Mi faceva male anche solo averlo a pochi metri da me.

Mi faceva male lui, mi faceva male il ricordo di quello che mi aveva fatto, non riuscivo ancora a capacitarmi di un'azione simile nei miei confronti.

Pensavo che Michael fosse una specie di angelo, di uomo che non conosceva cattiveria e che aveva soltanto bisogno di un po' di amore per continuare la sua vita bloccata nella sua gabbia dorata.

Io, per quanto mi era stato possibile, avevo cercato in tutti i modi che conoscevo di mostrargli il mio affetto per lui, ma non era forse servito a molto.

Volevo persino dargli la sua gioia più grande, volevo condividere con lui ogni singolo momento della mia vita, ma non mi aveva permesso di farlo.

C'era, però, sempre George al mio fianco.

Non mi aveva mollata un attimo durante tutto il tempo e non mancava occasione per dimostrare la sua attrazione nei miei confronti.

Era molto imbarazzante e lo ammettevo molto semplicemente.

Non riuscivo a degnarlo di particolari attenzioni, perché la mia mente era ancora offuscata dalla presenza di un uomo che mi aveva tolto tutti i sentimenti e non mi aveva ancora restituito il mio cuore.

Eravamo seduti sulle scalette del backstage e la sua mano era sulla mia, mentre io ero completamente ammaliata dalla voce di Michael che ringraziava i suoi fan per essere andati a quel concerto.

Era così dolce con loro ed era bello vederlo interagire con le persone che amava.

Non riuscivo a togliermelo dalla testa.

Era una cosa praticamente e teoricamente impossibile, lo avevo sposato e dopo quel momento era diventato parte di me e della mia vita.

Avevo ancora al dito il suo anello nuziale, avevo addosso la collana che mi aveva regalato e l'abito che mi aveva comprato, non riuscivo a staccarmi dagli oggetti che seppur insignificanti avevano qualcosa di lui.

Sembrava quasi che la colpevole fossi io, ma invece era lui quello che aveva commesso un grave errore e che nonostante mostrasse il suo amore per me, non riuscivo ad apprezzarlo.

Non riuscivo a fidarmi più di lui.

Non riuscivo più a credere ad una sola parola che usciva dalle sue labbra.

Mi aveva presa in giro durante tutto quel tempo ed io ci ero cascata come una povera scema, innamorata di quell'uomo così dolce e meraviglioso che sembrava.

Non lo avrei perdonato, non ci sarei riuscita, almeno non in così poco tempo, era qualcosa di troppo difficile da accettare ed ero molto sicura che Lisa non era uscita del tutto dalla sua vita.

Sapevo che i due si vedevano ancora e sapevo alquanto bene che lei era qui ad Amsterdam e in mattinata lo aveva raggiunto.

Rimpiangevo la mia vecchia vita e la vecchia me, quella che se ne importava dei tradimenti perché non aveva mai avuto una storia più lunga di una notte, prima di... lui.

She was a heartbreaker.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora