1. Primordi

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(13209 parole)

Gli ultimi timidi raggi solari filtrano attraverso le veneziane delle finestre alternando le zone d'ambra a quelle di luce sulle pareti.
L'odore del disinfettante è nauseabondo e le lenzuola sembrano quasi di carta vetrata tanto sono scomode.
Il sordo dolore alla schiena non svanisce mai, nemmeno dopo tutti gli antidolorifici che gli hanno somministrato. È sempre lì, attenuato, contenuto, sopportabile, ma c'è e non sembra volersene andare.
Ma è niente se paragonato allo squarcio che sente nel petto vedendo quel corpo steso accanto al suo con le braccia fasciate.
Katsuki respira piano, regolarmente. Recovery Girl ha detto che si riprenderà ma ci vorrà del tempo.
Il suo volto è disteso, pare rilassato. Le palpebre sono calate su quegli occhi vermigli che lo hanno sempre squadrato con astio e disprezzo.
Chissà se sta soffrendo...
Non dovrebbe. Sarà certamente imbottito di antidolorifici come lui, ma Izuku davvero non riesce a non porsi quella domanda.
E sente già salirgli le lacrime agli occhi.
Non riesce a non farsene una colpa. Se solo fosse stato più veloce, se solo fosse stato più forte, a quest'ora non sarebbero in ospedale.
A quest'ora non sarebbe lì a guardarlo impotente, con quel senso di colpa a martellargli sul cuore.
Si morde il labbro inferiore, Izuku, e strizza gli occhi per impedirsi di piangere.
"Mi dispiace..." bisbiglia conscio del fatto che Katsuki non lo possa sentire.
E forse è meglio così. Il silenzio che la stanza gli restituisce gli da il coraggio per proseguire.
"Sono solo uno smidollato... avrei dovuto capire che avevi già un piano all'inizio, avrei dovuto correre più veloce ed uscire da lì senza che tu sforzassi troppo il tuo quirk, avrei-..."
"Oi!"
La voce di Katsuki lo costringe ad ammutolirsi all'istante sgranando gli occhi per la sorpresa.
Era convinto che dormisse... che lo avesse svegliato con il suo solito straparlare?
"S-scusa... i-io..."
"Ti sei scusato abbastanza, nerd di merda." Lo interrompe nuovamente Katsuki, squadrandolo con un cipiglio infastidito.
Le sopracciglia bionde sono aggrottate, come sempre, e non è rimasto più nulla di quell'espressione rilassata che gli distendeva il volto.
La bocca è tirata in una linea dritta e severa, leggermente incurvata verso il basso, che gli dona un che di minaccioso.
Restano a fissarsi in silenzio per secondi interminabili.
Non c'è nient'altro da dire.
Izuku non ha colpe, lo sanno entrambi, tuttavia non riesce a non sentirsi come se ne avesse.
All Might era troppo forte per loro, lo sapevano entrambi e la fuga era l'unica via perseguibile.
Izuku doveva fare solo una cosa: correre mentre Katsuki teneva occupato il professore.
Sente di doversi scusare ancora, di non averlo fatto abbastanza, come se ciò agevolasse la guarigione dell'altro.
Prende fiato, apre la bocca...
"Se ti azzardi a scusarti ancora, giuro che vengo lì e ti spacco la faccia." Semplice e deciso. Pareva più una promessa che una minaccia.
Izuku decide di chiudere la bocca espirando l'aria trattenuta nei polmoni fino a quel momento.
Katsuki volta lo sguardo verso il soffitto ed in un istante, i suoi lineamenti vengono contratti da una smorfia di dolore.
"Stai male? Posso chiamare qualcuno se vuoi." Si offre subito, Izuku, preoccupato per le condizioni dell'amico.
"No, sto bene." E stavolta non ci sono imprecazioni o minacce di sorta a colorire quella frase.
Izuku se ne accorge ed aggrotta le sopracciglia confuso, quasi come se non avesse capito a pieno il significato di quelle semplici parole.
Katsuki sospira.
Ha l'aria stanca e forse dovrebbe rimettersi a dormire.
Izuku vorrebbe consigliarglielo, ma l'altro lo sorprende improvvisamente spiazzandolo.
È quasi un sussurro e Izuku pensa quasi di essersi immaginato soltanto quelle cinque parole.

Non è stata colpa tua...

Sbatte le palpebre più volte, Izuku, frastornato, sconvolto, scioccato.
Seguono attimi interminabili di un silenzio irreale in cui vengono stilate diverse ipotesi.
La prima: Kacchan sta peggio di quanto voglia far sembrare.
La seconda: è stato dogato con i medicinali.
La terza: quando è caduto, Izuku deve aver battuto davvero forte la testa – oltre alla schiena – e tutto ciò che sta accadendo è soltanto frutto della sua immaginazione.
Katsuki si volta verso di lui nuovamente, scrutandolo circospetto.
Sa di aver appena fatto qualcosa di così inusuale per uno come lui.
E si sente esposto come mai in vita sua.
Izuku aveva sempre avuto quella capacità dannatamente irritante di leggerlo dentro.
Come ci riuscisse sempre, restava un mistero ancora oggi e Katsuki non aveva certo intenzione di scoprirlo.
Anzi, aveva cercato con tutte le sue forze di scoraggiarlo, di allontanarlo, di rendergli la vita difficile e sapeva -temeva – che quel misero gesto di gentilezza l'avrebbe pagato in eterno.
"Non guardarmi con quella faccia da pesce lesso, Deku di merda." Lo apostrofa abbaiando.
Di nuovo sulla difensiva.
Attacca per difendersi come ha sempre fatto da che hanno memoria.
Izuku sbatte le palpebre frastornato. L'incanto è già finito e la normalità è tornata a prendere il suo posto.
Peccato.
Era stata una bella fantasia quella di un Kacchan gentile con lui una volta tanto.
Sospira un sorriso, Izuku e cerca una posizione più comoda affinché la schiena smetta di regalargli quel supplizio non richiesto.
"Sei stato grande oggi, Kacchan!" Si complimenta. Un sorriso raggiante gli distende le labbra e gli occhi gli brillano di una sincera ammirazione.
"Ti sei comportato da vero eroe!"
Per un secondo, Katsuki è quasi spiazzato da quel complimento inaspettato e la sua prima reazione sarebbe quella di abbassare lo sguardo da quello entusiasta dell'amico.
E quasi gli sale alla bocca un complimento di rimando, accennando a quando Deku è tornato indietro per lui, per portarselo appresso.
Ma finito quel momento di debolezza, torna la strafottente arroganza che lo distingue a dipingerglisi sul suo viso.
Increspa le labbra in un sorriso compiaciuto mentre torna ad osservare il soffitto sopra di lui.
"Certo che lo sono stato, sono il migliore dopotutto!"



La notte, sdraiato sul letto, Izuku non riesce a trovare pace.
La schiena continua a dolergli violentemente e le infermiere gli hanno già negato gli antidolorifici più volte.
Continua a girarsi e rigirarsi nel letto alla ricerca di una posizione più comoda, o almeno una che lo sia abbastanza da farlo addormentare.
Gira la testa alla sua sinistra ed incontra la schiena di Kacchan fasciata nel suo pigiama rosso. Respira regolarmente immobile, segno che sta dormendo profondamente ormai da ore.
Beato lui.
Sospira sconsolato, Izuku, e prova a girarsi ancora, stavolta prono, sperando che il dolore gli regali un po' di quiete.
Ma non è così.
Un movimento più veloce, il letto che oscilla ed una fitta lancinante lo coglie di sorpresa, facendolo gemere di dolore e fermandolo proprio a metà dell'opera.
Il lamento che lascia le labbra di Izuku echeggia per tutta la stanza amplificato dal silenzio della notte.
Si morde le labbra, Izuku, cercando di non fare troppo rumore e non svegliare Kacchan, ma quando avverte il compagno di stanza girarsi fra le coperte, capisce di non essere riuscito nel suo intento.
"Ti strappo la colonna vertebrale con le mie mani se non smetti di muoverti, cazzo." È la minaccia con la quale lo saluta e gli occhi che lo scrutano minacciosi non fanno altro che conferire più attendibilità a quelle parole.
Lo farebbe e lo farà davvero.
"S-scusa..." gracchia Izuku con le lacrime agli occhi per il dolore intenso.
"Non riesco a dormire, mi fa troppo male la schiena...N-non volevo svegliarti." Aggiunge infine mordendosi il labbro inferiore quando nota le scure borse sotto agli occhi di Kacchan, mentre un sospiro scocciato abbandona le sue labbra.
Sembra stanco. Molto stanco. Ed insofferente. E probabilmente è quello che più spaventa Izuku.
Kacchan può gestirlo, ormai ha imparato con il tempo.
Ma un Kacchan davvero arrabbiato e stanco non sa se sarà in grado di affrontarlo. Non con la schiena in quelle condizioni almeno.
"Non sono cazzi miei, Deku di merda. Prendi dei cazzo di antidolorifici e dormi!"
"Ne ho già assunti a sufficienza... non vogliono darmene più..."
Allora sospira stanco, Katsuki. Già sa che quell'imbecille del suo compagno di stanza gli renderà impossibile dormire e vorrebbe imprecare a gran voce e far saltare in aria qualcosa perché se lui non può dormire, allora nessuno dovrebbe farlo.
Poi l'ennesimo movimento di Deku, seguito a ruota da un lamento di dolore, lo distrae dai suoi propositi di distruzione.
"Smetti di muoverti, coglione!" Abbaia Katsuki massaggiandosi una tempia pigramente e percependo un fastidioso dolore al braccio persino con quel semplice gesto.
"N-non riesco a trovare una posizione comoda, Kacchan!" Uggiola Izuku mortificato per la situazione, distraendolo nuovamente dai suoi pensieri.
Katsuki ha davvero bisogno di riposare per riprendersi e non può farlo per colpa di quel coglione e della sua stupida schiena dolorante. Ha tutte le ragioni per essere infuriato con lui, cavolo!
Vorrebbe tanto farlo saltare in aria e poi riposare serenamente per il resto della nottata, ma quegli occhioni verdi che lo scrutano nel buio velati di lacrime, lo rendono dannatamente – stranamente – remissivo ed accondiscendente.
Sempre burbero e scontroso, soprattutto a causa del sonno negato, ma più facile da gestire.
E rabbrividisce solo rendendosene conto da solo.
Quei dannati occhioni hanno uno strano effetto su di lui fin da quel pomeriggio.
Volta lo sguardo verso il suo compagno di stanza e lo trova mugolante di dolore mentre borbotta fra sé e sé chissà quale strategia per voltarsi senza patire le pene dell'inferno.
Un sorriso involontario gli forza le labbra per un secondo, poco prima che venga brutalmente represso e sostituito dal suo ghigno burbero.
Ed Izuku è talmente assorto nei suoi pensieri che neppure lo vede alzarsi ed avvicinarsi a lui circospetto.
Katsuki non sa cosa fare, non sa dove mettere le mani per non fargli più male di quanto non senta già, ma sa bene che se Deku non riesce a girarsi, non riuscirà a dormire.
E nemmeno lui.
"Come dormi di solito?" Chiede borbottando ed Izuku resta fermo a fissarlo con aria confusa.
"S-su un fianco, ma mi fa troppo male..."
"Cazzo..." impreca Katsuki massaggiandosi esasperato fra le sopracciglia con due dita.
"V-volevo provare a mettermi prono, ma sento troppo dolore quando mi giro" Spiega poi Izuku guardando in basso, verso il pavimento, senza osare chiedere un aiuto a Kacchan.
Non può aiutarlo, Izuku sa che Kacchan si è fratturato diverse ossa nelle braccia e che domani verrà ingessato, quindi neppure osa fiatare per chiedergli una cosa simile.
"Non sei nemmeno in grado di girarti nel letto da solo, sei proprio inutile nerd di merda." Lo schernisce gongolante, sfoggiando il suo sorriso derisorio.
Ma quando Izuku si morde ancora il labbro inferiore evidentemente a disagio e borbotta ancora le ennesime scuse, Katsuki vacilla.
La sua superbia, la sua strafottenza e la sua arroganza si sgretolano come quei castelli di sabbia che amava far esplodere da bambino.
Gli occhioni di Deku e quell'espressione triste e dispiaciuta gli attorcigliano lo stomaco in una morsa di dispiacere.
"Mettimi le braccia attorno al collo, ti aiuterò a girarti." Sospira infine, cercando di scacciare via quelle sensazioni a cui non riesce – e non vuole – dare un nome.
Izuku protesta inizialmente, alludendo alle sue fratture, alle sue braccia e al fatto che non vuole fargli male ulteriormente, ma Katsuki lo ammutolisce con le sue mille imprecazioni ed infine il ragazzo cede.
Porta le braccia timidamente in alto, attorno al collo di Katsuki e mugola di dolore quando quest'ultimo lo alza per metà dal letto e lo sposta sul materasso per guadagnare spazio.
"Sei una tale seccatura, Deku..." si lamenta Katsuki fermandosi per far passare il doloro ad Izuku.
"Lo so, lo so... mi dispiace..." bisbiglia frettolosamente fra un respiro e l'altro, Izuku, stringendo forte gli occhi per il dolore.
"Adesso ti faccio girare" lo avvisa Katsuki, poggiandogli una mano sul fianco ed avvertendo un leggero fastidio al polso per quel semplice gesto.
Sospira, Katsuki. Si faranno male entrambi e già lo sa.
Poggia un ginocchio sul letto per avvicinarsi a Deku e lentamente inizia a far ruotare il corpo del suo compagno di stanza verso il proprio.
Un lamento di dolore abbandona le bocche di entrambi, ma Katsuki non si ferma e, delicato ma lesto, completa il movimento e fa voltare completamente Izuku prono.
La fitta al polso che segue gli toglie il respiro, ma dissimula il tutto bofonchiando qualche imprecazione e tornandosene a letto.
Il ringraziamento sussurrato di Deku è l'ultima cosa che sente prima di addormentarsi.



Il giorno seguente, a Katsuki vengono ingessate entrambe le braccia e gli viene privato di usare il suo quirk fino a che non si sarà ripreso.
Il malumore che lo coglie dopo aver udito il responso del medico è devastante. Non solo vorrebbe far esplodere tutto l'ospedale, ma senza il suo quirk non ha neppure un modo per sfogare la sua rabbia e la sua frustrazione.
Le braccia gli dolgono immensamente ad ogni minimo movimento e persino tenerle poggiate sul materasso del letto risulta fastidioso.
Il soffitto intonso è baciato dai raggi solari che irrompono prepotentemente dalla finestra e l'unico rumore che percepisce è il brusio proveniente dai corridoi.
Chiude gli occhi, Katsuki, sperando di riuscire a dormire e magari recuperare qualche ora di sonno che quel Deku di merda gli ha fatto perdere.
È convinto di poterci riuscire, di cadere placidamente fra le braccia di Morfeo anche a quell'ora del pomeriggio, finché non sente in lontananza una voce abbastanza sgradita che chiede di lui.
"... merda" impreca sommessamente aprendo gli occhi e rivolgendo lo sguardo all'orologio del televisore alla parete davanti a lui.
Le 16.45
Glielo avevano detto che sarebbero passati da lui verso quell'ora.
Un'altra imprecazione abbandona le sue labbra senza che lui ne sia davvero cosciente.
Vedere i suoi genitori è forse l'ultima cosa che vorrebbe quel pomeriggio. Forse è anche peggio di rivedere nuovamente quel nerd con cui divide la stanza.
La stanchezza dovuta alla nottata quasi insonne, una serie di pessime notizie ed ora pure i suoi genitori. Peggio di così non poteva decisamente andare.
"Katsuki!" Tuona sua madre spalancando la porta senza ritegno alcuno.
"Mi spieghi che cazzo hai combinato?!" Aggiunge in seguito entrando come una furia, seguita a ruota da suo padre che non fa altro che scusarsi con le infermiere nel corridoio per il gran frastuono.
"Non ho fatto un cazzo, va bene?!" Sbotta anche Katsuki, issandosi a sedere automaticamente per fronteggiare la madre.
"Hai entrambe le braccia rotte! Abbiamo parlato con il medico che ti sta seguendo, quindi non raccontarmi stronzate!"
"Se ci hai già parlato e sai già tutto, perché cazzo devo ripetertelo io!"
"Abbassate la voce, per favore, c'è gente che vuole riposare... siamo in un ospedale... santo cielo!" Uggiola suo padre, infilandosi in quel frastuono di imprecazioni volanti fra madre e figlio.
E Katsuki davvero vorrebbe tanto far saltare in aria qualcosa in quel momento, soprattutto quei gessi che gli danno un prurito insopportabile.
"Signori Bakugou! Che piacere vedervi!" Una voce alle loro spalle li fa ammutolire all'istante e voltare verso la porta dove un certo Deku si regge con qualche difficoltà alla madre che gli massaggia la schiena amorevolmente con una mano.
E Katsuki si perde per l'ennesima volta nel sorriso sfavillante di Deku verso di lui.
È qualcosa di sensazionale che neppure riesce a spiegarsi quello che gli si scatena dentro.
Una sensazione di felicità e ammirazione, ma al contempo gelosia. E neppure vuole sapere perché, ma qualcosa gli sussurra che quel sorriso deve essere custodito come un tesoro prezioso e che mai dovrà essere rivolto ad altri. Soltanto a lui.
Poi è un'istante soltanto, talmente effimero e veloce che Katsuki rischia quasi di perderselo.
Sua madre cambia repentinamente espressione nel giro di pochi secondi, attraversando tre diversi stati d'animo.
Il primo fra tutti è la sorpresa nel vedere Deku sulla porta con quel suo dannato sorriso raggiante stampato sulle labbra.
La seconda è certamente l'irritazione non appena nota che anche il compagno di stanza è ferito e sta talmente male che ha bisogno dell'aiuto della madre per camminare.
La terza è la furia. Cieca. Nera.
È talmente incazzata che Katsuki è sicuro di non averla mai vista così furiosa. Nemmeno quando combinava qualche danno alla casa con le sue esplosioni.
Ed è con l'ultimo sguardo che si gira verso di lui, inchiodandolo al letto con i suoi occhi inquisitori.
"Sei stato tu? Ancora?" Un sibilo abbandona le labbra scarlatte della donna e Katsuki sa che se rispondesse in maniera affermativa, probabilmente il medico dovrà ingessargli un nuovo osso.
"Assolutamente no, Signora!" Interviene Deku in suo soccorso, mentre sua madre lo aiuta a sdraiarsi nuovamente nel letto.
"Grazie mamma..." bisbiglia il ragazzo alla donna, sfoggiando un altro dei suoi migliori sorrisi, uno di quelli che Katsuki non riesce a non guardare ammaliato.
"Sono caduto da solo e mi sono fatto male alla schiena. Kacchan non ha fatto niente, anzi è stato grande sul campo durante l'esame e sono convinto che senza di lui sarei certamente bocciato!" Esordisce poi deciso, voltandosi nuovamente verso di loro con una strana luce ad illuminargli lo sguardo.
Una luce che Katsuki è sicuro di aver già visto la sera che sono stati ricoverati in ospedale.
"È... è vero, Katsuki?" Chiede stupita la donna, rivolgendosi direttamente al figlio steso a letto e ricevendo in risposta soltanto un borbottio confuso di parole.
"Certo, Signora! Non le mentirei mai! Dovete essere fieri di vostro figlio, diventerà un grande eroe!" Gioisce infine Deku, lasciando tutti i presenti allibiti. Tranne sua madre che ormai è abituata alla disarmante sincerità del figlio.
E con la scusa di offrire ai coniugi Bakugou un the, la Signora Midoriya li trascina fuori dalla camera dei figli concedendo loro un po' di riposo.
Katsuki viene completamente investito da quel silenzio pesante ed opprimente che cala fra loro. Non sa spiegarsi perché, ma si sente lo stomaco annodato in una morsa ferrea ed il cuore e la testa talmente leggeri che potrebbero volargli via.
Vorrebbe convincersi che non sia assolutamente per le parole di Deku e nemmeno per quel sorriso che gli fa battere il cuore un po' più forte.
È convinto – vuole convincersi - che sia soltanto una sensazione di passaggio. Magari la stanchezza e lo stress gli giocano brutti scherzi.
Ed è così anche quando la voce di Deku lo raggiunge in un sussurro ovattato che gli fa bloccare il respiro.
"Scusami se mi sono intromesso, ma le urla di tua madre si sentivano fin dal corridoio e non volevo che si arrabbiasse con te senza motivo." Spiega Deku mentre l'epidermide chiara si colora di scarlatto sotto alle lentiggini.
E Katsuki si ritrova ancora senza parole, incantato da quel nerd che con la sua spontaneità lo spiazza di continuo.
"Sta' zitto nerd di merda." È la risposta che lascia le sue labbra prima ancora che lui abbia il tempo di elaborarla davvero.
Attacca per difendersi, anche quando non c'è niente da cui doversi proteggere.
Ma è sicuramente colpa della nottata insonne! E tutta la stanchezza accumulata durante la giornata fra esami clinici ed accertamenti continui.
Certo che è così.
Non può esse altrimenti.
Non ci sono alternative per spiegare quelle strane emozioni che gli fanno palpitare il cuore.



Un altro bacio di Recovery girl lo avrebbe evitato molto volentieri.
Quelle labbra rugose, ruvide e umidicce sulla fronte non erano proprio quello che Katsuki anelava per la guarigione. Al contrario, Deku era stato quasi contento di vedere l'infermiera della scuola e l'aveva salutata come una vecchia amica, accettando il bacio di buon grado e ringraziandola.
E Katsuki non può non domandarsi quante volte sia stato in infermeria a farsi curare da lei se sono così in confidenza ormai.
Una strana sensazione di disagio gli contorce lo stomaco al sol pensiero che Deku sia stato ferito chissà quante volte e chissà quanto gravemente.
Storge la bocca, Katsuki, in una smorfia irritata e non riesce a trattenere quel verso di stizza che gli forza la gola.
Non gli piace l'idea che Izuku sia stato ferito da quello strano quirk troppo potente per il suo fisico. Apparso dal niente poi. Katsuki non crede affatto a quella stronzata che Deku gli rifilò dopo scuola.

"Qualcuno mi ha ceduto il suo quirk"

Sì, certo... sarà stata la fatina buona del cazzo a donargli quel potere che lo autodistrugge ogni volta!

Un giorno era senza quirk e quello dopo era dotato di una forza potentissima ed altamente distruttiva.
Tantomeno gli piace il pensiero che quella vecchiaccia lo abbia baciato più volte e che quel coglione, non solo gradisca, ma ringrazi pure!
Una parte minuscola del suo cervello non può fare a meno di chiedersi se quel Deku di merda abbia mai baciato una ragazza. O meglio, se abbia mai baciato un altro essere vivente che non fosse sua madre o Recovery Girl!
Ma prepotente come un pugno in faccia, gli arriva l'ovvia risposta dal suo cervello: no, quel nerd di merda non avrà certamente ancora baciato nessuna perché è troppo timido per farlo.
Ancora si ricorda quanto arrossì appena vide Uraraka con la tuta da eroina attillata! A momenti rischiava un'epistassi nasale!
"Non sei ancora guarito del tutto, Midoriya, quindi non fare sforzi con la schiena e stai a riposo quanto più possibile." Ascolta le ultime raccomandazioni che quella vecchia dice seria al nerd e con uno sbuffo annoiato si accomoda meglio fra i cuscini.
"Anche tu, Bakugou." Lo avvisa l'infermiera con un'espressione ammonitrice.
"Cerca di non sforzarti, soprattutto non usare troppo il tuo quirk. Il tuo fisico ne ha risentito troppo e anche solo un'esplosione di medie dimensioni potrebbe rispezzarti tutte le ossa!"
"Ho capito, ho capito..." la liquida Katsuki roteando gli occhi annoiato.
Sono giorni che gli impediscono di usare di suo quirk e le infermiere non perdono mai occasione per ricordargli delle fratture.
"Kacchan!" Lo riprende Deku con la sua vocetta odiosa del cazzo. Con quel tono acuto ed oltraggiato come se avesse appena bestemmiato.
"Che vuoi?!" Gli ringhia contro, scontroso e scorbutico, come se volesse rimetterlo al suo posto e spaventarlo.
Povero illuso.
Lo sguardo ferito che Deku gli rivolge gli fa più male di quanto pensasse. E gli fa più male di quanto dovrebbe.
Più male di quanto non abbia mai fatto.
"Recovery Girl non è tenuta ad accelerare la nostra guarigione dato che siamo in ospedale, ma è così gentile da farlo lo stesso" lo informa con quell'aria da saccente che Katsuki ha sempre detestato.
In risposta, sfodera il suo ghigno strafottente e liquida Deku e le sue proteste con una risatina sommessa.
E vorrebbe anche liquidare quella sensazione di disagio che gli occhi di Deku hanno scatenato in lui.
Vorrebbe tanto, ci spera con tutto sé stesso, ma resta ancora lì, chiara ed evidente, a chiudergli lo stomaco sussurrandogli alla mente: hai sbagliato.
"Almeno sii gentile con lei se proprio non riesci a ringraziarla!" Strilla infine, il nerd di merda, e Recovery Girl non può che sorridere divertita da quella scena così inusuale.
"Sembrate proprio marito e moglie!" È il commento che pronuncia infine la donna prima di salutarli con un gesto veloce della mano.
Nessuno replica dopo quell'affermazione.
Katsuki è pietrificato. Non riesce a spiegarsi perché tale paragone... quasi come se loro due fossero una... una... coppia?!
Rabbrividisce all'idea di lui e Deku insieme e sta per gridare alla vecchia che certi commenti può tenerli per sé, che a nessuno frega quello che pensa, che la prossima volta non la ringrazierà mai e poi mai, ma il leggero rossore delle guance del suo compagno di stanza gli fanno morire quella serie di lamentele in gola.
Un timido sorriso distende le labbra di Izuku, mentre l'epidermide sotto le lentiggini si fa via via più rossa.
E Katsuki si perde osservandolo, con la bocca aperta e gli occhi sgranati, mentre un risolino leggero come un tintinnio di campanelle al vento, si espande nella stanza silenziosa.
In quel momento, una piccolissima parte di lui avrebbe voluto provare a soffocare quella risatina infantile con le proprie labbra. Ma questo Katsuki non lo avrebbe mai ammesso.
Nemmeno a sé stesso.



Dopo qualche giorno, finalmente vengono tolti i gessi a Katsuki.
Gli sembrava che le sue braccia fossero state rinchiuse in quei pesanti blocchi bianchi una vita fa e non appena sette giorni prima.
L'intervento di Recovery Girl era stato provvidenziale e questo, Katsuki, doveva riconoscerglielo. Se non fosse stato per lei, a quest'ora sarebbe sempre sdraiato a letto cercando di grattarsi con una forchetta e la cantilenante voce di Deku a rimproverarlo per il gesto poco igienico.
Il suono graffiante della lama che spezza il gesso è paragonabile quasi ad un canto di angeli per Katsuki ed un sospiro di sollievo gli sfugge dalle labbra non appena quella gabbia bianca si spezza in due e ricade pesantemente sul tavolo da lavoro del medico.
Libero.
Non vede l'ora di lavarsi via quella sensazione di sporco dalle braccia. Sei giorni non sono un'infinità, ma sono stati comunque duri da sopportare.
Il medico annuisce compiaciuto, lisciandosi i folti baffi bianchi con l'indice ed il pollice della mano destra mentre controlla le radiografie attentamente. Talvolta, quando aggrotta la fronte, gli occhiali gli scivolano sulla punta del naso, ma con un gesto lesto il dottore li rimette a posto.
Una, due, tre volte. Troppo spesso e questo inizia ad infastidire Katsuki.
Che ha da accigliarsi quel coglione?!
"Dunque?" Sbotta infine, irritato oltre ogni dire, mentre si lascia andare sullo schienale della sedia.
"Le ossa si sono rimarginate alla perfezione quasi tutte... tuttavia lo scafoide non sembra ancora a posto." Esordisce il medico girandogli i fogli scuri plasticati.
"Vede qui?" Chiede indicandogli un minuscolo ossicino al lato esterno del polso.
"Dovrebbe essere tondeggiante e molto più grande di come risulta adesso. Temo che l'utilizzo eccessivo del quirk abbia disintegrato parte di esso."
"È impossibile! Le mie esplosioni sono dovute al mio sudore simile a nitroglicerina, le mie ossa non ci combinano niente!"Spiega Katsuki con arroganza, già deridendo mentalmente le capacità del suo dottore.
Anche se una vocina nella sua testa, piccola e molesta – tremendamente simile a quella di Deku – gli sta suggerendo che forse il medico non ha tutti i torti. Dopotutto quell'osso non è normale! Sembra quasi un chicco di riso e Katsuki può facilmente intuire che non debba essere così!
Come un flash, la sua mente lo riporta all'infanzia, quando un temerario Katsuki si dilettava testando i limiti delle proprie esplosioni nel parco con gli amici.
E gli torna in mente anche quella volta quando l'esplosione che generò fu talmente violenta che il rinculo lo scaraventò a terra. In quell'occasione, i polsi gli fecero malissimo per giorni, ma si guardò bene dal confessarlo a qualcuno.
Nessuno parve accorgersi di niente, tranne quell'impiccione di Izuku. Quel nerd di merda aveva capito che si era fatto male fin dall'inizio e spesso, a scuola quando restava indietro con gli appunti, gli passava i propri di nascosto, facendoglieli magicamente apparire nello zaino.
Chissà che fine facevano poi quegli appunti...
Katsuki ricordava chiaramente di averci studiato sopra, ma mai di averglieli restituiti. Probabilmente, conoscendosi, dopo averli usati li faceva saltare in aria senza curarsi del legittimo proprietario.
"Signorino Bakugou?"
Katsuki drizza la testa e torna a prestare di nuovo attenzione al medico.
"... come?" Chiede disorientato guardandolo confuso.
Da quando Izuku prende così prepotentemente possesso della sua mente?
"Le stavo spiegando che probabilmente gli scafoidi si sono disintegrati a causa della violenza delle esplosioni. Non sarebbe così improbabile, dopotutto basta una caduta banale per rompersi un osso!
Credo che dovremmo agire chirurgicamente, impiantandole una protesi il prima possibile per non incorrere in ulteriori danni alla mano o alle articolazioni." Spiega il medico velocemente, sistemandosi gli occhiali per l'ennesima volta.
"Un'operazione?!" Chiede allibito Katsuki riuscendo a comprendere solo adesso l'entità del danno che si è autoinflitto.
Proprio come quel nerd...
Il medico annuisce lisciandosi i baffi.
"Attenderò di parlare anche con i suoi genitori per concordare una data." Afferma pensieroso spulciando sul computer i vari appuntamenti del mese.
Distrattamente getta un occhio a Katsuki, trovandolo pallido fino all'inverosimile e talmente immobile da sembrare pietrificato.
"Sarà un intervento da niente, Signorino Bakugou. Un paio d'ore al massimo e sarà già finito tutto ancor prima che possa rendersene conto." Lo rassicura sorridendogli cordiale, ma Katsuki sembra sordo alle sue parole.
"E niente esplosioni, mi raccomando. Non peggiori una situazione già abbastanza critica."
Abbozza un cenno d'assenso con il capo, Katsuki, e si alza senza neppure salutare.
Operazione.
Intervento.
Sono due parole che gli ronzano per la testa e lo terrorizzano a morte.
Lui è un eroe, lui non dovrebbe aver paura di niente, tantomeno di una piccola operazione di due ore!
Eppure quelle parole sono come una doccia gelida.
Ha sempre saputo la pericolosità del suo quirk per gli altri. Un'arma devastante che può nuocere con facilità se non gestita bene.
Ma mai si sarebbe immaginato che il suo quirk potesse ferirlo. Tantomeno così gravemente da dover ricorrere ad un'operazione!
Un groppo in gola gli occlude il respiro, mentre la sua mente proietta le infinite volte in cui ha usato il suo potere per nuocere a Deku.
Izuku... quante volte lo aveva deriso per quello strano quirk che lo stava distruggendo pian pianino?!
Ironia della sorte, adesso si ritrovava al posto suo con le braccia malandate.
Lo stomaco gli si attorciglia in un nodo strettissimo e la voglia di piangere gli buca gli occhi.
La sua unica arma, il suo punto di forza, è divenuto infine la sua debolezza.
E si sente dilaniato. Disarmato. Impotente.

Durante la loro convivenza forzata nella stanza d'ospedale, Izuku impara molte cose di Kacchan, della sua routine, che fino a quel momento aveva ignorato.
Non sapeva affatto che Katsuki non sopportasse gli agrumi, odiava stare al chiuso e quindi apriva sempre una finestra per qualche ora anche se fuori faceva un freddo tremendo.
Non soffriva le chiacchiere appena sveglio, anzi, non spiccicava proprio parola limitandosi a mugugnare qualcosa a denti stretti.
Gli piaceva però giocare alla play station nel pomeriggio e far esplodere il joystick quando perdeva, imprecando brutalmente per il dolore alle mani.
Prediligeva i giochi di guerra e di zombie, esattamente quelli che Izuku avrebbe volentieri evitato come la peste. Ma per il loro quieto vivere, lo accontentava e finiva sempre per perdere ed essere preso in giro da Katsuki.
Gli piaceva studiare e, qualche volta, aveva addirittura aiutato Izuku con un esercizio che proprio non riusciva a capire. Ovviamente erano volate imprecazioni poco caste e svariati riferimenti a quanto Deku fosse stupido in confronto al suo evidente genio.
Ma Izuku aveva sorriso gentilmente ed aveva incassato ogni volta perché, in fondo, quella sua immensa superbia lo divertiva da matti.
Un po' riusciva persino a giustificarlo, in fondo Kacchan era davvero fantastico.
Aveva un quirk fenomenale, era intelligente, astuto, agile, sapeva destreggiarsi abilmente in qualsiasi situazione ed in classe era uno dei più bravi se non il migliore.
Dopotutto, quell'atteggiamento a sbruffone montato, poteva anche permetterselo.
Ed Izuku non riesce a non pensare a lui, a tutto quello che ha scoperto sul suo conto vivendo con lui e a tutti i pomeriggi che hanno condiviso alla play.
La sua mente proietta il viso di Kacchan davanti a lui ogni volta che quest'ultimo viene portato via per qualche analisi.
Ed è strano che gli manchi, in quei brevi momenti d'assenza. Non c'è davvero motivo, quando sa benissimo che a breve sarà nuovamente da lui ad insultarlo con nuovi e più coloriti epiteti.
Sospira, Izuku, spostandosi piano nel letto e cercando una posizione più comoda per la schiena.
Ormai non duole più come i primi giorni, ma è comunque un dolore davvero noioso e snervante.
Ogni volta che si muove o fa un gesto brusco, la sua schiena gli manda fitte dolorose e pungenti che gli tolgono il respiro.
Secondo Recovery Girl, fra pochi giorni dovrebbero essere entrambi dimessi.
Izuku sospira ancora guardando il soffitto latteo sopra di sé.
Da una parte, non vede l'ora di tornare a scuola e allenarsi, ma dall'altra non vuole rinunciare a quella strana amicizia che ha instaurato con Kacchan.
E definirla amicizia è una parola pesante quanto una casa, ma sa – sente – che qualcosa è diverso fra loro e che la quotidianità di quella convivenza ha inevitabilmente smussato qualche angolo nel loro rapporto.
Qualcosa gli sussurra nel suo intimo che, fuori da quelle quattro mura, sarebbe tornato tutto come prima fra loro... e non è sicuro di volerci rinunciare.
È il rumore della porta della loro stanza che viene sbattuta che distrae Izuku dai suoi pensieri e lo fa sobbalzare spaventato.
Il dolore alla schiena è inevitabile e gli strappa un gemito lamentoso.
Si volta a controllare chi sia l'artefice di tutto quel frastuono, ma quando i suoi occhi incontrano le iridi scarlatte di Katsuki animate di una furia cieca, Izuku capisce all'istante che qualunque parola sarà solo superflua.
Lo guarda circospetto, senza infastidirlo, mentre Kacchan gira intorno al letto e ci si abbandona pesantemente sopra.
Una smorfia di dolore gli deturpa il viso quando le sue braccia danneggiate incontrano il materasso.
"Vuoi che chieda degli antidolorifici per te?" Chiede titubante Izuku, mordendosi le labbra subito dopo e aspettandosi un'enciclopedia di insulti perché non sa davvero quando tacere.
"No..." è il sospiro che gli abbandona le labbra prima che le mani vadano a coprire i suoi occhi con un gesto stanco.
Izuku adesso è preoccupato.
Quello che giace inerme sul letto del suo compagno di stanza sembra la pallida imitazione del borioso e burbero Katsuki Bakugou.
"T-tutto bene, Kacchan?" Azzarda titubante sporgendosi verso il suo letto, ma l'amico non risponde.
Il cuore di Izuku inizia a martellargli nel petto fino a risalirgli su in gola quando un singhiozzo strozzato e trattenuto forza le labbra di Katsuki.
Che è successo fuori?
Se non ricorda male, Kacchan doveva soltanto fare una radiografia e togliere i gessi, cosa può essere andato storto?
Che fosse il responso talmente negativo da farlo disperare?
Deglutisce terrorizzato, Izuku, issandosi seduto con qualche difficoltà ed indossando le pantofole.
Non osa fiatare tanto è terrorizzato.
Sa già che Kacchan lo farà saltare in aria non appena lo avvertirà più vicino del dovuto, ma in quel momento non gli importa di niente.
Sente il bisogno di andare da lui e tranquillizzarlo, perché vedere Kacchan che singhiozza sommessamente è davvero straziante per Izuku e non riesce a starsene fermo con le mani in mano.
Sale sul letto circospetto, a debita distanza, ed infine, timidamente, si avvicina all'amico fino a circondargli il busto con un braccio e poggiare la testa sulla sua spalla.
Lo avverte irrigidirsi all'istante. Sicuramente non si aspettava un gesto simile da parte sua.
Izuku allora lo stringe di più, sempre attento a non fargli male, ma vuole fargli sentire che lui c'è e se Kacchan vuole sfogarsi, picchiarlo o insultarlo, Izuku sarà ben felice di fare da pungiball umano.
I secondi passano interminabili e nessuno dei due osa proferire parola per non spezzare quel delicato equilibrio. Non sanno cosa sia, non lo vogliono sapere, ma quando i loro respiri si fanno regolari dal sonno, Izuku è quasi convinto di sentire una mano sulla sua schiena che lo stringe maggiormente verso il corpo caldo accanto al suo.



Quella notte, un movimento deciso fa sobbalzare Izuku e la sua schiena ne risente drammaticamente con fitte pungenti.
Il dolore lo sveglia di soprassalto e un gemito supplichevole gli forza le labbra.
Un corpo caldo è premuto contro il suo. Il respiro regolare di quella persona gli solletica la frangetta, mentre quelle braccia forti e muscolose lo tengono stretto al suo petto.
Sbatte gli occhi, Izuku, incapace di concepire davvero quella situazione e credere che sia reale.
Kacchan lo sta stringendo a sé nell'incoscienza del sonno e delicatamente gli carezza la base della schiena come a volergli alleviare un poco il dolore.
Ed Izuku non può che arrossire indegnamente e sospirare estasiato per quelle attenzioni che, se Kacchan fosse stato sveglio, non gli sarebbero mai capitate.
È un tocco leggero, quello di Katsuki. Scalda a mala pena la zona lombare con il palmo e gli solletica l'epidermide con le dita, provocandogli dei piacevolissimi brividi.
Il sudore gli imperla la fronte ed i riccioli scuri gli si attaccano sulla pelle. Sente caldo.
Sente dannatamente caldo e vorrebbe incolpare le lenzuola bollenti che li avvolgono o il corpo scolpito del suo compagno di stanza che arde come se fosse avvolto dalle fiamme.
Vorrebbe davvero poterlo fare. Dio, quanto vorrebbe dare la colpa ad un fattore esterno e reprimere quel pensiero molesto che sembra suggerirgli che sì, quel calore bruciante viene da sé stesso.
Allora chiude gli occhi, Izuku, e cerca di ignorare quei bollori improvvisi e pensare solo a quel tocco così improbabile.
È così concentrato nel godersi quelle carezze, che neppure si accorge dell'ingombro imbarazzante che gli va a stringere i pantaloni del pigiama.
E sospira rumorosamente Izuku, nel momento esatto in cui Katsuki alza un ginocchio verso l'alto fra le sue cosce ed un piacevole sfregamento gli friziona l'erezione prorompente.
Una situazione così ambigua da sembrare irreale, eppure cosi eccitante da non riuscire a sottrarsi.
Izuku sembra caduto in un vortice di emozioni contrastanti che gli fanno battere il cuore e stringere lo stomaco.
Da un lato, la sua parte razionale gli sussurra di andarsene in bagno a sfogare quel bisogno ormai impellente. Ma la parte sconcia, quella eccitata che sembra schiacciare quella razionale, gli impone di far scivolare una mano verso il basso ed alleviare quella tortura con qualche movimento di polso.
Si morde un labbro a sangue e cerca di calmarsi, cerca di darsi un briciolo di contegno e cerca di pensare a quante botte gli darebbe Kacchan se solo si svegliasse in quel preciso istante e scoprisse il cazzo di Deku a sfiorargli gli addominali.
Dio, lo ammazzerebbe davvero!
Forse, se riuscisse a fare piano, senza far oscillare troppo il braccio, magari potrebbe anche riuscire a risolvere quella situazione così compromettente.
D'impulso getta un occhio al comodino di Katsuki e ringrazia ogni divinità per il pacchetto di Kleenex che Il compagno di stanza tiene sempre in bella mostra accanto al letto.
Una mano scivola fra le sue gambe, dentro le mutande, e carezza delicatamente la sua erezione ormai supplichevole.
È talmente al limite che basterebbero poche pompate con la mano e l'orgasmo lo travolgerebbe all'istante.
Afferra il suo membro alla base con decisione, stringendo le labbra per evitare che qualche rumore possa sfuggirgli inconsapevolmente.
Inizia a masturbarsi piano, cercando di muovere la mano il più delicatamente possibile per non far oscillare il materasso.
Le dita strette dalla base risalgono verso la punta in una carezza bollente ed appagante. Pizzica la punta con l'indice ed il pollice, stupendosi non poco di trovarla già umida di umori.
Infine torna da capo, verso il pube, mordendosi le labbra per non gemere.
È piacevole. Ed è bello farlo lì, nel letto con Kacchan.
È dannatamente eccitante che Izuku non riesce a reprimere un gemito appagato che gli sfugge roco fra i denti.
Ed è certo di morire nel momento esatto in cui un'altra mano gli scivola fra le gambe prendendo prepotentemente il posto della sua.
Alza gli occhi sul viso del suo compagno di stanza e per un istante resta folgorato dalle iridi scarlatte di Katsuki che lo guardano come se volesse mangiarlo da un momento all'altro.
"K-Kacchan..." gracchia Izuku cercando una scusa plausibile che gli risparmi momenti di agonia e poi una morte dolorosa.
"Taci Deku..." Gli ordina ansimante Katsuki prima di poggiare la fronte contro quella del moro.
Tira avanti i fianchi, Kacchan, facendo scontrare la propria erezione contro la coscia muscolosa del compagno di stanza in un chiaro invito.
Izuku resta senza parole, solo un flebile sospiro gli forza le labbra quando la mano incredibilmente delicata di Kacchan gli pompa l'erezione con vigore, nonostante qualche mugolio dolente per i polsi gli sfugga dalle labbra.
Abbassa l'intimo al compagno di stanza senza esitazione, senza porsi troppe domande. Izuku sa che se si fermasse a pensare a ciò che sta per fare, sicuramente la sua mente lo farebbe desistere.
E diavolo, non vuole che accada!
Avvicina i fianchi a quelli di Katsuki e, scacciando la sua mano, afferra entrambe le erezioni con le sue, iniziando a pompare forte senza remore o vergogna.
Ed il gemito di Kacchan che gli carezza le orecchie è la dolce e sublime ricompensa che tanto aspettava.
Vederlo così, ansimante, impotente, completamente alla mercé della sua mano, è una visione paradisiaca.
All'indomani avrebbe lasciato i dubbi e le domande sulla sua sessualità.
Per adesso, Katsuki è la cosa più bella che gli sia capitata fra le mani ed ha assolutamente intenzione di goderne a pieno.
"D-Deku...io..." parole frettolose e sconnesse abbandonano le labbra del biondo un attimo prima che il suo sperma si riversi fra di loro, sporcando le lenzuola ed i loro pigiami.
Qualche altra pompata ed anche Izuku impiastriccia tutto ciò che c'è fra loro.
Si guardano ancora, ansimanti, esausti. I loro occhi sembrano incatenati gli uni agli altri.
Il mondo pare essersi fermato e ci sono solo loro due, abbracciati, incollati, sporchi di quell'orgasmo che li ha visti uniti.
Un'idillio fatto appositamente per loro in cui Izuku vorrebbe vivere per sempre.
Ma Kacchan infrange l'incanto e si volta a prendere i fazzoletti per pulirsi.
Izuku sbatte gli occhi incredulo e sbigottito. La realtà sembra prendere velocemente possesso della sua mente e quell'illusione sfuma lesta come nebbia.
Arrossisce all'istante Izuku, pietrificato e mortificato. Pronto a prenderle di santa ragione perché se le merita tutte.
Kacchan getta via i fazzoletti e si volta a stringerlo ancora, facendogli poggiare la testa sul suo petto e tornando a coprire entrambi con la pesante coperta.
"Kacchan..."
"Dormi."
Non ne vuole parlare. Forse per imbarazzo o forse per rabbia.
Ed Izuku lo accontenta, accoccolandosi nuovamente su quel petto scolpito, cullato dal battere frenetico dei loro cuori.



Izuku non è mai stato bravo a mentire, figuriamoci a nascondere qualcosa.
Ce l'ha stampato in faccia, a caratteri cubitali che brillano ad intermittenza regolarmente come i led delle lucine natalizie.
Sua madre, con il sorriso più divertito di sempre, lo guarda come si guarda un bambino dispiaciuto di aver appena commesso una marachella.
Ed era inevitabile sfuggire a quella domanda, soprattutto quando, di primo mattino, era venuta a trovarlo per portargli la colazione e lo aveva trovato stretto in un abbraccio con il compagno di stanza ancora assopiti nello stesso letto.
"Izuku, sono tua madre, puoi dirmi senza problemi se ti piace Bakugou." Aggiunge infine, come se tenere una conversazione sulla sua probabile omosessualità con sua madre davanti a Kacchan non fosse abbastanza vergognoso.
In risposta a quelle parole, Katsuki fa saltare in aria il vassoio con la colazione sopra, imprecando a denti stretti per il dolore che ne deriva.
Il rossore che spicca sulle guance di entrambi è una dichiarazione ben più che palese per la donna, ma vorrebbe anche sapere se fra loro c'è stato qualcosa quella notte o meno e se deve rinfrescare la memoria del figlio sul discorsetto sul sesso.
"M-mamma, ti prego! S-siamo s-solo amici!" Pigola Izuku affondando la faccia fra le mani.
Se avesse avuto una vanga, non avrebbe esitato un secondo e si sarebbe sotterrato all'istante pur di sfuggire a quella situazione.
"Tesoro, a me puoi dirlo, non c'è mica niente di male! È così un bel ragazzo dopotutto!" Insiste la donna carezzando le spalle di Izuku con fare materno.
"Piuttosto, vorrei sapere se almeno vi siete presi le vostre responsabilità." Aggiunge infine, scrutando Katsuki severa.
"M-mamma! Ti prego!" Uggiola Izuku, stavolta arrossendo fino alle punte dei capelli.
"Responsabilità?" Chiede Katsuki confuso dalla reazione di Deku nel letto a fianco al suo.
"Esiste un amico alleato dei giovani che vogliono sperimentare i piaceri del corpo, ed il suo nome è lattice." Esordisce sorridente la Signora Midoriya, guadagnandosi un'altra occhiata confusa da parte del biondo.
"Preservativi, Kacchan..." spiega pigolando Izuku, prima di sotterrarsi sotto alle coperte determinato a non volervi riemergere mai più.
Ma nemmeno la spessa coperta riesce ad attenuare la brutale imprecazione di Kacchan che riempie la stanza dopo che ha pronunciato quelle parole.



Quella sera, avvolti dal buio silenzioso della notte, né Katsuki né Izuku riescono ad abbandonarsi a Morfeo.
I ricordi della sera precedente sono ben vividi nelle loro menti e sembrano non volerli abbandonare.
Katsuki spera vivamente con tutto sé stesso che la stanchezza prenda presto il sopravvento e lo strascini di forza nell'oblio dell'incoscienza, ma ogni sospiro che emette Deku gli fa drizzare le orecchie e ricordare i gemiti sconnessi della sera precedente.
Dio, quanto è stato piacevole farselo prendere in mano da Deku!
E presto si ritrova con una bollente sensazione di pressione nei pantaloni del pigiama, costretto a doversi accomodare meglio per nascondere la vergognosa erezione che il ricordo di quel nerd gli ha provocato.
Alzarsi ed andare in bagno non è un'opzione contemplabile dato che Izuku è ancora bello sveglio e certamente si accorgerebbe del suo cazzo di marmo bello dritto.
"... merda!" Impreca a bassa voce frustrato, portando una mano a coprirsi gli occhi stanchi.
"Kacchan..." la voce di Deku gli arriva pigolante e supplichevole alle orecchie.
Sa già che quella conversazione gli farà dannatamente male.
"Dormi."
"Non ci riesco..."
"Non è un mio problema!"
"Volevo parlarti di ieri notte..."
Ed un sospiro stanco abbandona Katsuki, così come ogni fibra di energia nel suo corpo.
Lo sapeva già che non gli sarebbe piaciuto. Quel Deku di merda perde sempre l'occasione per tacere!
"Lascia perdere."
"Non posso... vedi, non faccio altro che ripensarci e-..."
"Beh, non farlo!"
"Ma Kacchan-..."
"Senti!" Sbotta infine Katsuki balzando seduto e squadrando il suo compagno di stanza dall'alto in basso con astio.
"Non è stato niente, quindi non arrovellartici troppo il cervello. Eravamo eccitati e ci siamo fatti una sega. Basta. Fine dei giochi."
"Ma io-..."
"Non me ne frega un cazzo di te, Deku!" Lo interrompe alzando la voce e quando gli occhi di Izuku si sgranano per la sorpresa, dentro di sé Katsuki sente qualcosa rompersi.
È un bene, si dice. Deve tenerselo a debita distanza e quello che è successo è stato solo un inciampo e nulla di più.
Prima Deku lo capisce e meglio è.
"È stata solo una sega, praticamente niente! Non siamo fidanzati, non stiamo insieme e tu continui ad essere un'inutile merda come eri prima per me!"
Gli fa male la gola urlargli quelle parole.
Gli fa male al petto quando il labbro inferiore di Izuku trema vistosamente.
Gli fa male quando quegli occhioni verdi velati di lacrime si chiudono ed Izuku si volta piano a dargli le spalle.
Gli fa male, ma va bene così.
E prima se ne convinceranno entrambi e meglio sarà.



La visita di Uraraka, Iida e Todoroki, quella domenica pomeriggio, riempie il cuore di Izuku di immensa felicità.
Era dal giorno del ricovero che non vedeva i suoi amici e gli mancavano davvero tanto.
Uraraka gli racconta degli ultimi avvenimenti a scuola, degli ultimi gossip che circolano nei corridoi e dei suoi miglioramenti nel combattimento.
Lo stage di lavoro le è servito tanto e adesso è molto più sicura ed intraprendente. Izuku sorride constatandolo e si complimenta caldamente e sinceramente con lei, provocando un inevitabile arrossamento delle sue guance.
Iida, da bravo capoclasse, approfitta di quella pausa di silenzio per porgere ad Izuku i suoi appunti sulle ultime lezioni ed i compiti che sono stati assegnati per casa, raccomandandosi affinché li svolga per tempo.
Un altro sorriso gentile abbandona le labbra di Izuku.
È così raggiante e così felice della presenza dei suoi amici che neppure considera il suo burbero compagno di stanza.
Katsuki se ne sta seduto sul letto, con le gambe incrociate sotto alle coperte ed un joystick fra le mani. Vorrebbe davvero estraniarsi da tutto e da tutti, vorrebbe davvero riuscire a concentrarsi sugli zombie che gli stanno alle calcagna ed ormai stanno per mangiarlo, ma davvero non ci riesce.
La sua mente è continuamente molestata dall'immagine del sorriso gioioso di Deku. Quel sorriso che sembra brillare ed illuminare tutta la stanza, ma che non è rivolto a lui.
Ed è snervante, insopportabile, inammissibile, perché dal giorno che hanno dormito insieme, Katsuki non fa che pensare a Deku e quanto sia stato bello stringerlo fra le braccia, a quanto sia stato bello vederlo ansimare, a quanto sia stato appagante venire con la sua mano.
L'esplosione del joystick non appena realizza di essere stato appena divorato da un'orda di zombie è inevitabile come la fitta dolorante ai polsi che ne consegue.
E tutto per colpa di quel nerd di merda che non vuole uscirgli dalla testa.
I presenti sobbalzano spaventati dal rumore e Deku non riesce a trattenere un gemito di dolore per l'improvviso movimento della schiena.
Il primo impulso di Katsuki è quello di chiedergli se vuole degli antidolorifici. Magari apostrofandolo pure come piagnone.
Ma i tre amici sono più veloci e subito iniziano a mobilitarsi in mille premure e mille accortezze.
Addirittura, quel bastardo mezzo e mezzo ha l'ardire di posizionarsi alle spalle di Deku ed iniziare a massaggiargli delicatamente la schiena con la mano calda.
E Katsuki perde davvero le staffe stavolta.
Pensare continuamente a Deku lo manda ai pazzi, il fatto che inizi a considerarlo in maniera differente rispetto ad un "rifiuto umano" è destabilizzante, ma quello spettacolo è fin troppo.
La mano di Todoroki sfiora la pelle chiara e lentigginosa di Deku con una delicatezza a dir poco reverenziale.
Gli lambisce la schiena dolcemente, accompagnando il tutto con uno sguardo innamorato che fa nauseare Katsuki.
Che finisce per far esplodere ancora il – già malandato – joystick.
"Oi!" Tuona scorbutico, sfoggiando il suo miglior ghigno di sfida.
Todoroki si volta verso di lui con aria annoiata, continuando a massaggiare la schiena del compagno di classe.
Tutti gli occhi dei presenti sono puntati su Kacchan adesso ed Izuku non può non domandarsi il perché di tanto nervosismo.
"Togligli le mani di dosso, bastardo mezzo e mezzo!" Esordisce infine, squadrandolo come se volesse saltargli al collo da un momento all'altro.
Todoroki lo scruta attentamente, studiando ogni sua reazione e restando nel più completo ed indifferente silenzio.
Sposta la mano ancora, sulla schiena di Izuku, cercando di alleviare il suo dolore con quel massaggio. E non si perde l'esatto momento in cui la sua mano scende verso la vita di Izuku, lo sguardo di Katsuki si riempia di vero e proprio astio.
"Non se Midoriya lo trova piacevole." Risponde atono, come se stessero parlando del tempo.
E Katsuki scosta le coperte da sopra di sé in un lampo. Neppure sa il perché di quell'azione, ma vedere Deku mentre viene toccato da quel tizio lo fa incazzare oltre ogni limite.
Si avvicina a Todoroki in un istante e lo afferra per il colletto del maglione strattonandolo di malagrazia.
"Non toccarlo o giuro che ti faccio saltare in aria." Sibila con astio, ignorando il lancinante dolore che gli attanaglia le braccia.
Ed il sorriso fine che Todoroki gli rimanda lo fa andare in bestia ancora di più.
"Perché? Sei geloso?" Sussurra infine e Katsuki è davvero convinto che lo farà esplodere, ma la stretta forte e decisa della mano di Deku sul suo braccio lo fa gemere di dolore, costringendolo ad abbandonare la presa.
"Kacchan!" Urla Izuku ansimante. Non sa neppure cosa dire o come continuare, ma doveva intervenire ad ogni costo perché due occhi così furenti non li aveva mai visti. Non sul viso di Kacchan.
Saluta distrattamente i suoi amici, aiutando Todoroki ad alzarsi da terra non senza farsi male alla schiena.
Si scusa infinitamente con loro per il pessimismo spettacolo e li congeda con un sorriso fintissimo e tirato.
Kacchan si massaggia il braccio offeso cercando un briciolo di sollievo.
Il silenzio che cala fra loro è assordante quanto imbarazzante e spera vivamente che Deku non inizi a tempestarlo di domande per il suo comportamento insensato.
Speranza vana.
"Che volevi fare, Kacchan?!" Sbotta Izuku parandoglisi davanti con le braccia incrociate al petto.
"Potevi fargli del male e per cosa poi?!"
"Sta' zitto." Bisbiglia Katsuki tornando seduto sul letto e continuando a massaggiarsi il braccio.
"Todoroki-kun è un mio caro amico e se t'infastidiva la sua presenza, allora-..."
"Amico un cazzo!" Tuona Katsuki alzandosi nuovamente e sovrastando Izuku all'istante.
"Quel pervertito non ti levava più le mani di dosso, te n'eri accorto, Deku di merda?!"
"Mi stava gentilmente massaggiando la schiena!" Urla anche Izuku a sua volta, stufo di quella stupida discussione che non capiva nemmeno da cosa era nata.
Cosa poteva importargli a Kacchan se Todoroki lo toccava?
"La schiena un cazzo! Quello voleva palparti il culo e tu ci saresti pure stato!"
A quel punto, Izuku avvampa arrossendo imbarazzato.
Davvero era andata così?
Non se ne era minimamente accorto...
"Anche se fosse, mi spieghi cosa può interessarti?" Bercia ancora in risposta, stavolta meno oltraggiato, e Katsuki vacilla leggermente colto alla sprovvista.
Già, a lui cosa gliene importava?
Se davvero quello che era successo era stato classificato come niente nel suo cervello, che diritto aveva allora di arrabbiarsi?
E di sentirsi ferito da quelle parole e da quello sguardo accusatore?
Lo prende per il colletto del pigiama e se lo tira vicino di malagrazia. I loro volti sono a pochi centimetri di distanza ed Izuku viene travolto completamente dal l'intensità e dalla furia che albergano negli occhi di Kacchan.
Il profumo della pelle di Katsuki lo stordisce confondendolo e quella vicinanza inaspettata gli provoca un batticuore assordante.
Deglutisce, Deku, sperando che il compagno non oda il suo cuore in tumulto.
Soprattutto perché non sa spiegarsi se batte così per paura o per... altro, come quella sera.
"Vaffanculo nerd di merda." Sussurra ad un palmo dal suo naso prima di lasciarlo andare e tornare sul suo letto.
Attacca per difendersi, ferisce per non essere ferito.
Izuku resta in silenzio, ammutolito dall'intensità di quello sguardo. Non osa fiatare, non ne ha davvero il coraggio. Sembra che qualcosa in Kacchan sia cambiato radicalmente e che quel piccolo avvicinamento fra loro fosse stato appena spazzato via in un attimo.
Osserva Kacchan infilarsi sotto alle coperte e dargli la schiena senza pronunciare parola.
Izuku deglutisce un singhiozzo amaro e sente che quella loro strana amicizia è già finita.



Il giorno dell'operazione di Kacchan, Izuku viene dimesso dall'ospedale.
Quando Katsuki riapre gli occhi, solo il silenzio di una stanza vuota ed asettica lo accoglie.
E la consapevolezza di averlo allontanato definitivamente gli arriva dritta come un pugno allo stomaco facendogli inumidire gli occhi.
Ma va bene così. È giusto così.






Le esercitazioni sul campo li avevano sempre elettrizzati un sacco.
Izuku freme all'idea di tornare di nuovo ad usare il suo quirk adesso che è guarito, tuttavia quello stano sorriso storto in cui ha distese le labbra, non vuole proprio saperne di andarsene.
Kacchan è forte, sa badare a sé stesso, non è uno sprovveduto ed Izuku non ha davvero motivo di sentirsi così in ansia per lui.
Nemmeno quel bisogno di stargli vicino e di proteggerlo, non dovrebbe esistere dentro di lui.
Eppure c'è. Prepotente quanto immotivato e non vuole dargli tregua alcuna.
Le mani tremano per l'impazienza, lo stomaco è chiuso ed attorcigliato in un nodo molto stretto, il suo cuore batte forsennatamente nel petto e il suo sguardo vola costantemente a Katsuki ogni due secondi.
È strana quella situazione. Non è da lui essere così preoccupato per l'esame di Kacchan.
Solitamente non vedrebbe l'ora di poter ammirare le prodezze del suo compagno di classe, solitamente non vedrebbe l'ora di potersi riempire gli occhi osservando l'esame impeccabile che Katsuki avrebbe certamente fatto di lì a poco.
Ma quell'inspiegabile sensazione di angoscia non vuole proprio saperne di abbandonarlo, e Deku si ritrova fin troppo spesso a sospirare sconsolato dopo aver sbirciato di nascosto nella direzione in cui si trova Kacchan.
E persino Uraraka se ne accorge e sorride bonariamente prendendolo in giro.
"Sei preoccupato per Bakugou?" Chiede semplicemente, come se parlassero del tempo. Come se ammetterlo ad alta voce fosse semplice per Izuku. Come se soltanto pensare al suo compagno di classe non gli provocasse strane emozioni che gli fanno battere il cuore ed arrossire le guance.
Come se fosse riuscito a dimenticare quella notte.
"U-un pochino... non lo so..." gracchia a disagio distogliendo lo sguardo.
Un tumulto di sensazioni gli contorce le viscere e Izuku non riesce quasi a respirare a causa della loro intensità.
Come primo istinto, gli verrebbe da correre da Kacchan, supplicarlo di non fare cavolate come nell'ultimo esame e poi stringerlo forte fra le braccia.
Ma sa già che si prenderebbe un'esplosione in faccia come risposta.
"Deku, non sai tenere per te i tuoi sentimenti. Ce li hai praticamente stampati in faccia."
"S-sentimenti?!" Gracchia rossissimo in viso sgranando gli occhi.
Cosa si leggeva sulla sua faccia di preciso?
Cosa dava così tanto nell'occhio da spingere Uraraka a chiederlo?
E quanti si sono già accorti dei suoi sentimenti?
Nemmeno lui sa che diamine prova per Kacchan! È frustrante che gli altri se ne siano accorti ben prima di lui!
Continua a ripetersi che quella strana amicizia che si era creata in ospedale gli manca terribilmente e forse prova nostalgia per quei giorni passati insieme.
Poi, potente come un pugno in pieno volto, arriva il ricordo di quella notte e tutto cambia. A quel punto capisce che non è quell'amicizia, ma proprio Kacchan a mancargli.
Sente ancora il bisogno di stringerlo fra le braccia, di inspirare a pieni polmoni il suo odore e di sentire la sua mano che gli carezza pigramente la schiena.
Dubbi e domande che portano ad una verità che Izuku non sa di dover affrontare. O forse non è ancora pronto a farlo.
Ha sempre pensato di essere etero e, di fatti, gli sono sempre interessate le ragazze.
Ma Kacchan è un'altra cosa.
Se una ragazza carina come Uraraka lo saluta e gli sorride, Izuku non può che esserne felice.
Ma se solo Kacchan si mostrasse amichevole nei suoi confronti... Dio, è certo che il suo cuore non riuscirebbe ad arginare la troppa gioia.
E infine le brusche parole della sera seguente lo straziano di nuovo.
Brutalmente sincere e schiette che anche il solo ricordo è un supplizio. È certo che quel rifiuto, così orribilmente doloroso, non se lo dimenticherà mai.
Ormai è qualche giorno che si tormenta con quei dubbi ed ogni volta non sa cosa rispondere a quella domanda che riesce solo a pensare ma non a esprimere verbalmente: è innamorato di Kacchan?
Sì.
No.
Forse.

E Uraraka sorride tristemente vedendolo così preso fra i suoi pensieri, mentre borbotta parole sconnesse pronunciando il nome di Bakugou un po' troppo spesso perché non possa farle male.
Un sospiro rassegnato le abbandona le labbra.
"Sei proprio cotto..." sussurra fra sé e sé con un filo di tristezza dipinto in viso.
Farebbe meglio ad accantonare quella colossale cotta per Deku prima di soffrirne inutilmente.

L'esame che devono sostenere consiste in un'enorme caccia al tesoro estesa in tutta la città simulata.
Il professor Aizawa spiega dettagliatamente, con una punta di noia, che gli studenti partiranno dai margini estremi del territorio di prova.
Prima del "via" saranno legati al muro che delimita la città e quindi dovranno liberarsi e correre per cercare di trovare il "tesoro" con ogni mezzo.
Deku assimila ogni parola e annuisce convinto quando il professore chiede se tutti hanno capito.
"Avremo degli indizi? Come facciamo a trovare il tesoro?" Chiede Momo alzando la mano.
"Non ne avrete." Sogghigna il professore incrociando le braccia al petto con fare compiaciuto.
"Supponiamo che siate in missione e che vi venga comunicato che c'è un civile da salvare. Voi non sapete dove sia, ma dovete trovarlo lo stesso ad ogni costo."
"Ma delle missioni di salvataggio non si occupava il professor 13?" È il bisbiglio che spicca nel silenzio sconcertato che è sceso fra gli studenti.
"Non si tratta solo di recuperare il civile ed andarsene. In missione dovrete affrontare i nemici, correre rischi e restare vivi soprattutto."
E Deku non può che abbassare lo sguardo quando gli occhi del professore si posano alludenti su lui e Kacchan.
"Chi arriva per primo dove si trova il tesoro, ottiene il pieno voto.
Tutti gli altri verranno invece valutati per come hanno affrontato i pericoli incontrati strada facendo." Aggiunge infine il professor Aizawa guidandoli all'interno delle imponenti mura che delimitano la città simulata.
Gli studenti si dispongono ordinatamente lungo il muro seguendo gli ordini del professore.
Il cuore di Deku non smette un secondo di battere forsennatamente, mentre un senso di angoscia sempre più opprimente gli chiude lo stomaco.
La testa ancora piena di dubbi e domande, ma lo sguardo che vola costantemente a Kacchan che impreca a denti stretti verso un Kirishima divertito che se la sghignazza allegramente.
Izuku non può fare a meno di abbassare lo sguardo con il cuore in frantumi. Non sa spiegarselo, o forse non vuole capirlo, ma vedere Kacchan con Kirishima gli fa dannatamente male.
Ed è stupido. Insensato. Dovrebbe gioire del fatto che Katsuki adesso abbia fatto amicizia.
Ma quella piccolissima parte dentro Izuku non smette di sussurrargli maligna che prima, quando erano in ospedale, era lui il suo amico.
Si morde il labbro inferiore con forza, Izuku, cercando di scacciare via quei pensieri che sicuramente lo distrarranno dall'obiettivo della simulazione.
Torna a prestare attenzione al professore nell'esatto momento in cui le famose bende di Eraser Head avvolgono i suoi arti immobilizzandolo al muro.
"Ma che-..." gracchia confuso e spaesato guardandosi intorno e trovando i suoi compagni di classe nella medesima situazione.
Una sirena di allarme suona forte vicino a loro.
La prova è iniziata.
Lo sguardo di Deku vola un'ultima volta a Kacchan per sincerarsi che stia bene e, quando lo vede far esplodere bende in un baleno e sfuggire via dalle grinfie del professore, non può non tirare inconsciamente un sospiro di sollievo.
Si guarda intorno un'ultima volta.
Iida è riuscito a correre via già da un po', Uraraka sta facendo fluttuare le bende in modo che si sleghino dal suo corpo da sole e Todoroki le ha congelate e frantumate con un pugno.
Sta rimanendo indietro. Ancora. Per l'ennesima volta.
Senza pensarci due volte, attiva il suo quirk e straccia le bende con forza.
Il professore prova a ricatturarlo subito, scagliandogliene altre contro che tentano di avvolgergli le gambe come serpenti.
Ma Deku aveva previsto una mossa del genere dal professor Aizawa e con un balzo poderoso riesce a sfuggirgli atterrando direttamente sulla cima del primo grattacielo che trova.
Un sorrisetto compiaciuto gli distende le labbra.
Kacchan ha sempre pensato che fosse inutile quella sua ossessione di voler studiare le tecniche offensive di ogni singolo eroe, eppure, in quel caso specifico, gli ha fatto guadagnare un forte vantaggio rispetto alla maggior parte della classe.
Inizia a correre saltando di edificio in edificio e cercando ovunque con lo sguardo, un qualche indizio che possa condurlo alla vittoria.
Salta ancora, su un palazzo poco più alto di cinque metri, ma una forte vibrazione del terreno gli fa tremare le gambe costringendolo a cadere sulle ginocchia.
Che sia un terremoto?
Si rialza in piedi, Izuku, e si guarda intorno curioso.
Se fosse stato un terremoto, a quest'ora sarebbe già iniziata l'evacuazione della città da simulazione ed i professori li avrebbero contattati con le altoparlanti sparse in giro ordinando loro di andarsene.
Poi un boato squarcia l'aria ed un'altra vibrazione violenta scuote l'edificio costringendo Deku a cadere nuovamente sulle ginocchia.
"Non può essere un terremoto..." trasale terrorizzato riconoscendo in quel frastuono il rumore delle esplosioni di Katsuki.
Il cuore è in tumulto. Il respiro accelerato dal panico. Nella mente, solo lui: Kacchan.
Neppure si rende conto che le gambe già lo stanno portando da lui, verso quel rumore di esplosioni violente.
Salta da un edificio ad un altro senza guardarsi indietro, senza osservare cosa lo circonda.
Gli occhi fissi sulla sua meta, fra due palazzi, in una viuzza stretta, dove il bagliore illumina i grigi muri.
E si sente morire pian piano, Izuku, mentre l'ansia e l'angoscia che Kacchan sia nei guai prende velocemente posto nella sua mente.
Non può fare a meno di correre da lui, non può starsene con le mani in mano sentendo quelle esplosioni.
Non ne è capace.
Non è neppure contemplabile.
Non gli importa se Kacchan lo ha ferito quella sera, non gli importa se, quando giungerà da lui, si beccherà un'esplosione in faccia.
Sente che deve sincerarsi che stia bene.
Deve sapere che sta bene.
Si lancia dall'edificio con un balzo e scivola sulla grondaia fino a terra, molleggiando sulle ginocchia per ammortizzare il colpo e non danneggiare la schiena.
Il suo sguardo vola a lui quasi in automatico.
Kacchan è caduto in un tranello e centinaia di robot lo stanno attaccando da più angolazioni per impedirgli di proseguire oltre.
Deku resta qualche secondo ad osservare come riesca a sterminarli tutti velocemente, sfilando fra di loro con disinvoltura e scaraventandoli lontano con le sue esplosioni.
Con quel sorriso elettrizzato a distendergli le labbra nonostante la stanchezza gli deturpi il viso.
E Izuku non può che sospirare segretamente sollevato.
Kacchan sta bene.
Senza farsi notare, inizia a decimare robot su robot, impedendo che lo circondino ammassandosi in quella viuzza stretta ed angusta.
Kacchan sembra non essersi accorto di lui, quindi Deku continua il suo operato.
Ma i robot aumentano a vista d'occhio.
Sbucano fuori dalle finestre dei palazzi, si ammassano sulla strada in cui si affaccia la via e si lanciano contro di loro con violenza crescente.
Izuku ansimante sferra l'ennesimo pugno fracassando il torace di tre automi assieme.
Alza lo sguardo dinanzi a sé e resta quasi pietrificato dal mare di metallo che si sta per abbattere su di loro.
Robot ovunque. Li circondano da ogni dove e ben presto Izuku si ritrova con le spalle al muro, stanco e stremato da quella battaglia che pare non avere fine.
All'improvviso una mano bollente lo strattona per la tuta scaraventandolo a terra.
Izuku sbatte le palpebre confuso, ma si ritrova presto Kacchan in ginocchio a sovrastarlo.
"Kacchan, cos-...?"
"Giù, cretino!" Abbaia irato, mentre copiose gocce di sudore gli scendono incessantemente dalla fronte.
Poi il biondo alza il pugno e toglie l'anello di sicurezza al suo guantone, generando un'esplosione violenta su larga scala.
Un mare di fuoco invade la via e l'aria si fa bollente ed irrespirabile.
Il frastuono è assordante e Izuku è costretto a premersi le mani sulle orecchie.
La terra trema sotto alla sua schiena e gli edifici che li circondavano crollano come se fossero fatti di carta.
Un urlo straziante forza le labbra di Katsuki e infine Izuku sente ricaderselo addosso pesantemente.

***

Correndo fra le vie della città per le esercitazioni, Katsuki si guarda indietro per controllare che nessuno dei suoi compagni di classe lo stia seguendo. Soprattutto quel dannato Deku di merda.
Un verso di stizza e rabbia gli forza le labbra non appena rammenta lo sguardo apprensivo che non fa che rivolgergli da quando è tornato a scuola.
Qual è il suo cazzo di problema? Persino quel coglione di Kirishima se n'è accorto ed ora lo prende per il culo!
Ogni minuto sente i suoi occhi addosso e quando si volta pronto a prenderlo a male parole ed intimargli di smetterla, quel nerd avvampa ed abbassa lo sguardo mesto con un'espressione contrita in viso.
Stupido idiota.
Katsuki non riesce a capire perché lo guardi così assiduamente e non è sicuro di voler davvero sapere il motivo. L'unica cosa che sa è che con questo atteggiamento irritante, Izuku gli sta rendendo davvero difficile dimenticare quella notte.
Un nodo in gola gli smorza il respiro e Katsuki è costretto a fermarsi per riprendere fiato.
Quella notte... quella dannata notte non vuole uscirgli dalla testa nonostante Katsuki brami l'idea di liberarsi di quel ricordo che lo fa infiammare ogni volta.
Si passa una mano sul viso tirandosi indietro i capelli ribelli che gli erano ricaduti sugli occhi.
Non può andare avanti così... non possono andare avanti così entrambi.
Credeva che con quel brutale rifiuto si sarebbe risolto tutto, credeva di averlo ferito abbastanza da farlo allontanare definitivamente da sé nonostante gli facesse dannatamente male pronunciare quelle parole.
Già... ma perché lo ha rifiutato così categoricamente poi?
Katsuki non vuole un fidanzatino con cui uscire a sbaciucchiarsi sotto ad un albero di ciliegio in fiore, non cerca un amore smielato tutto coccole e cioccolatini da shojo manga.
Katsuki cerca un complice. Un compagno, un'anima affine pronta a scavargli dentro con le unghie e disposta a sopportarlo nonostante quel suo carattere di merda.
Vuole una persona che sappia ascoltare il suo mutismo, sopporti i suoi bruschi modi e che non si faccia intimidire dal suo vocabolario volgare.
Una persona come Deku...
Chiude gli occhi e si morde il labbro inferiore a sangue per quel pensiero che gli è balenato in testa.
Esattamente come Deku...
"Merda..." impreca a denti stretti volgendo indietro lo sguardo.
Ci sta pensando troppo e da troppo tempo.
Voleva dimenticarlo e andare avanti senza nemmeno aver fatto i conti con i suoi sentimenti per quel nerd di merda che gli fa battere il cuore.
Che sciocco.
Forse potrebbe provare a parlarci dopo la simulazione... magari nello spogliatoio dopo la doccia, tanto quel cretino è sempre l'ultimo ad uscire! Non fa che perdere tempo ad annotarsi ogni dettaglio di ogni esame, il coglione.
Si morde l'interno della guancia titubante.
Quante altre volte ha pensato di parlarci? E quante altre volte ha lasciato perdere?
Una relazione con lui non è semplice... Deku sarebbe disposto a tanto? Solo per lui? Il bullo che lo malmenava ogni volta che poteva?
Chi mai starebbe con il suo carnefice volontariamente?
"Che stronzata..."
Appunto, nessuno.
Nessuno sarebbe così idiota.
Poi, d'improvviso, uno strattone lo fa barcollare all'indietro ed un vigoroso pugno lo colpisce in pieno viso.
Katsuki perde l'equilibrio e cade su un fianco, mentre il rumore di passi che si avvicinano gongolanti lo infastidisce tremendamente.
E il sapore ferrigno che percepisce in bocca certamente non lo aiuta a calmare quel suo carattere impetuoso.
"Bene, bene... non pensavo che ci saremmo imbattuti proprio in te..."
La voce graffiante e strascicata di Shigaraki gli giunge alle orecchie fastidiosa esattamente come se la ricordava.
Katsuki volta lo sguardo sul suo interlocutore squadrandolo minaccioso, mentre un sorriso perfido gli allarga le labbra.
Davanti a lui, Shigaraki si gratta nervosamente il collo. Qualcosa non sta andando secondo i loro piani, probabilmente.
Al suo fianco, un tizio alto con i capelli scuri che pare esser stato mezzo spellato vivo, si sta massaggiando le nocche della mano destra. Probabilmente è stato lui a colpirlo e Katsuki già non vede l'ora di restituire il favore a quel kebab affettato alla cazzo.
Alle loro spalle, ovviamente, Kurogiri, quel dannatissimo wrap di merda.
"Che cazzo volete da me?" Abbaia incazzato Katsuki, tirandosi in piedi e squadrando i tre con astio.
È un netto svantaggio, lo sa, e dovrebbe certamente chiedere aiuto, ma il suo orgoglio gli impone di restare lì e battersi.
"Da te niente, cercavamo Midoriya in verità..." ridacchia Shigaraki abbracciandosi il torace con le braccia, mentre la mano non smette di tormentarsi il collo.
E Katsuki non riesce a non trasalire, mentre mille domande preoccupate gli affollano la mente.
Midoriya? Perché vogliono Deku? Che cazzo vogliono da lui? Gli faranno del male?
"Benissimo. Provate allora a liberarvi di me, prima di arrivare a lui, se ci riuscite!" Esclama tronfio, prima di lanciare contro ai nemici una poderosa esplosione con la mano destra che fa tremare i palazzi che li circondano.
Una coltre di fumo lo circonda, non vede niente dinanzi a sé, ma è certo che non sia finita lì.
Sicuramente quel dannato wrap li ha tratti in salvo.
E non si stupisce poi tanto quando una mano sbuca dal fumo improvvisamente alle sue spalle tentando di acciuffarlo, ma Katsuki agilmente lo schiva e crea un'altra esplosione proprio in quella direzione.
Stavolta è certo di averli colpiti ed il grido di dolore che si leva dal silenzio ne è la prova.
Ghigna vittorioso, gongolando per le sue superbe capacità.
Ma sono pur sempre tre contro uno e quando il fumo cala e la visibilità torna decente, il tizio moro gli piomba davanti al naso e gli sferra un pugno in pieno stomaco che lo fa piegare in ginocchio.
Dannato kebab... è già la seconda volta che lo colpisce. Crollasse il mondo non gli permetterà di farlo anche una cazzo di terza!
Si sente strattonare i capelli con forza ed è costretto controvoglia ad alzare lo sguardo ed incrociare gli occhi arcigni e deridenti dello sconosciuto.
"Non sei male, ragazzino, scommetto che il tuo quirk potrebbe tornare utile." Sorride canzonatorio, quasi soddisfatto di vedere quel pivello così agguerrito e determinato.
Come se lo stesse valutando...
A Katsuki va il sangue al cervello. In un impeto di furia, sorride maligno acciuffandolo per la maglietta slabbrata e strattonandoselo vicino.
"Mangiati le mie esplosioni, kebab affettato male!" Abbaia prima di scaraventargli in faccia un'esplosione violenta.
Quello che Katsuki però non aveva calcolato, era quel wrap di merda che, silenzioso e scaltro, si era frapposto fra loro rigirando quella stessa esplosione alle spalle del proprio artefice.
Katsuki boccheggia senza fiato e si accascia sulle ginocchia sanguinando copiosamente dalla schiena.
Il costume da eroe completamente squarciato sul retro. Non ha il coraggio di controllare la gravità di quel danno che si è autoinflitto.
"Cazzo..." impreca a denti stretti fra sé e sé stringendo i pugni sull'asfalto rovente.
Passi cadenzati si avvicinano al suo corpo e Katsuki tira su la testa per poter guardare in cagnesco i suoi tre avversari.
Non hanno ancora vinto quei bastardi.
Shigaraki avanza più vicino a lui e si piega ridendo, avvicinando il viso a quello dello studente.
Katsuki sente la sua risatina gutturale e derisoria, e la rabbia comincia a montargli di nuovo, dallo stomaco, fino a fargli vibrare la gola con un ringhio animalesco.
"Ci tornerai sicuramente utile..." sibila tronfio e gongolante, prima che Kurogiri li faccia sparire chissà dove.
Katsuki sospira stanco e dolorante cercando di alzarsi e correre ad avvisare i professori di quello che è appena successo.
Si morde il labbro inferiore per non urlare di dolore non appena muove la schiena ustionata. Il dolore è paragonabile a mille e più coltellate inflitte all'unisono nelle scapole.
Non fa in tempo a mettersi in piedi che un altro wrap si materializza davanti ai suoi occhi.
Aggrotta le sopracciglia, Katsuki, scocciato ed esausto per la battaglia appena conclusa.
E non può non sgranare gli occhi, quando dal wrap iniziano ad uscire decine e decine di robot che iniziano ad attaccarlo instancabili.
Allora stringe i denti, Katsuki, ed inizia a combattere contro di loro.
Ma ogni robot che lo attacca, lo fa indietreggiare di almeno un paio di metri in una stradina angusta, prima di farsi fracassare l'addome e cadere a terra.
"Merda!" Urla Katsuki incazzato. Sta cadendo nella loro trappola. Sta facendo quello che quegli stronzi avevano pianificato!
E finché lui è lì che combatte per la sua vita, non può avvisare i professori e tantomeno proteggere quel nerd coglione!
Continua a generare esplosioni per difendersi, continua ad attaccare instancabile nonostante le gambe inizino a non reggerlo più.
Continua ad abbattere ferraglia su ferraglia, che cade a terra con un tonfo sfrigolante di fili elettrici e scintille.
Il sudore inizia a scendergli copioso dalla fronte, colando sulla schiena ferita e frizzandogli intensamente.
Ad un tratto, improvviso, un movimento lontano da lui attira la sua attenzione. Una macchia verde sfila alla periferia del suo campo visivo, abbattendo robot come lui.
Fa appena in tempo a vederlo mentre sfracassa tre robot con un pugno, che sopra a quel nerd spunta un wrap dalla quale si allunga una mano pallida quanto funesta.
Neanche si accorge di aver iniziato a correre nella sua direzione.
Nella sua mente, solo Deku ed il pensiero di volerlo proteggere da quei pagliacci.
Non sa con quale forza riesce a schivare e saltare robot assassini, ma gli pare un miracolo quando riesce ad acciuffare Izuku per il colletto del completo da eroe e sbatterlo a terra prima di generare un'esplosione vigorosa e violenta che rade al suolo buona parte dei palazzi che li circondano.
"K-Kacchan, cos-...?"
"Giù, cretino!"
Il dolore al braccio per lo sforzo dell'esplosione lo fa urlare ed è certo di essersi rotto di nuovo quel dannato osso.
Non sa se è riuscito a colpire quei tre stronzi, non sa se è finita davvero o meno, ma è certo che i robot siano fusi per il calore ormai e che non siano più una minaccia impellente.
Sente le gambe farglisi molli e non reggerlo più.
I rumori si fanno pian piano ovattati e la vista inizia a farsi sfocata.
E Kacchan infine cade a terra, sopraffatto dallo sforzo immane, lascia che l'oblio abbia il sopravvento su di lui.





Izuku riapre gli occhi pigramente frastornato e confuso.
La luce del giorno lo abbaglia all'istante ed il suono degli uccellini fuori sugli alberi è fastidioso e quasi lo irrita. Deve essere una bella giornata fuori, una di quelle che lo mettevano di buon umore e lo facevano sorridere felice.
"Bene Midoriya-kun, sei stato bravissimo anche stavolta." Si complimenti la dottoressa scompigliandogli affettuosamente i capelli.
È una bella ragazza la dottoressa Izumi. E probabilmente quando era più giovane sarebbe arrossito timidamente per quelle attenzioni.
Gli stacca gli elettrodi per monitorare le onde celebrali e gli sorride gentile con quelle labbra rosee e piene.
Izuku sorride timidamente di rimando, anche se non ne ha proprio voglia.
Segue la giovane donna con lo sguardo ed inizia a torturarsi il labbro inferiore quando la vede iniziare a trafficare con il computer.
Un groppo in gola gli impedisce di parlare e già sente le lacrime pungere gli occhi.
"D-dottoressa Izumi..." bisbiglia a mala pena udibile e proprio non trova il coraggio di alzare gli occhi sulla donna ed incontrare il suo volto.
Sa già che ci troverà sopra un'espressione contrita e dispiaciuta che gli farà ancor più male di un pugno nello stomaco.
Allora stringe gli occhi, Izuku. Con forza. Come se attendesse l'impatto con un muro durissimo ed impenetrabile, come se aspettasse quel dannato pugno nello stomaco.
Un sospiro giunge alle sue orecchie infine. Sembra delusa. Abbattuta forse.
"Izuku..." è titubante. Il pugno sarà più doloroso di quel che si aspetta.
Sospira ancora, la dottoressa, come se le costasse dolore infrangere ancora i sogni di quel ragazzo per l'ennesima volta.
Eppure ormai sono anni che continua a distruggerlo giorno dopo giorno.
Settimana dopo settimana.
Finché i mesi non si sono trasformati in anni.
"Purtroppo no, ancora non è ricomparso..." pigola lei abbandonandosi contro la poltrona in pelle scura. Izuku fa lo stesso.
L'ennesimo pugno lo ha steso.
"Ma ci sono stati miglioramenti?" Chiede speranzoso puntando gli occhi in quelli scuri della donna come se potesse scovarvi qualche dettaglio nascosto.
"I soliti, Izuku. Piccole scariche elettriche che percorrono i tuoi muscoli quando provi ad attivare il quirk, ma niente di più."
"Capisco..." dichiara abbattuto, Izuku, passandosi una mano fra i capelli nel tentativo di nascondere alla donna le proprie lacrime.
"Mi dispiace tanto..." confessa la dottoressa Izumi, allungandosi sulla scrivania per prendere la mano di Izuku in un gesto di conforto.
"N-non si preoccupi... g-grazie..." borbotta frettolosamente Izuku, prima di prendere il proprio cappotto ed uscire dallo studio medico.
Gli occhi stretti per impedirsi di piangere ancora.
La gola chiusa dai singhiozzi trattenuti ed il solito magone sullo stomaco a torturarlo.
Anche stavolta, per l'ennesima volta, Izuku ha visto sgretolarsi ancora il suo sogno di diventare eroe.

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