2 - Oblio

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(10240 parole)

Izuku tossisce polvere e calcinacci, mentre il peso del corpo incosciente di Kaccan gli schiaccia il torace.
Il compagno di classe giace su di lui, la testa abbandonata sul petto, i capelli ispidi a solleticargli il mento e le braccia molli e scomposte lungo la sua figura.
Geme un sibilo, Deku, percependo il corpo dolente ovunque, ma non sembra aver riscontrato danni gravi.
Forse è solo intontito ed è per questo che fatica a muoversi. Sicuramente, Kacchan sopra di lui a peso morto non lo agevola nel suo intento.
Prova a guardarsi intorno, Izuku, ma li circonda nient'altro che nera oscurità.
Che diamine è successo?
Ricordava Kacchan che lo strattona a a terra e quell'esplosione poderosa... ma dopo?
Erano svenuti entrambi?
Dove erano?
"Kacchan!" Lo chiama pigolante percependo il sapore ferrigno del sangue in bocca. Si carezza il labbro inferiore con la lingua e vi scova un taglio profondo che sgorga sangue.
"Kacchan, alzati, ti prego! Non so cos'è accaduto..." tenta ancora, provandolo a scuotere con un braccio, ma Katsuki resta immobile.
Incosciente.
Un brivido freddo percorre le membra di Izuku ed un pensiero doloroso inizia a farsi strada nella sua mente.
Perché Kacchan non risponde?
Perché non si sveglia?
"K-Kacchan!" Urla stavolta, con le lacrime già ad inondargli gli occhi.
Prova a scuoterlo ancora, con più vigore, mentre singhiozzi disperati gli occludono la gola.
Non può essere... Kacchan non può... non deve...
"Ti prego Kacchan, non morire!" Piange ancora strattonandolo con forza, finché un mugolio flebile gli carezza le orecchie.
Pare un gemito di dolore, un lamento borbottato, ma per Izuku è il suono più bello che esista.
Paragonabile soltanto ad un coro angelico.
"Kacchan!" Gioisce incredulo, Izuku, cercando a tentoni il viso del compagno di classe con isteria per sincerarsi che stia bene.
Stringe le guance fra i suoi palmi, ne carezza l'epidermide sporca di sudore e terra e piange di gioia quando Katsuki lo manda al diavolo.
È felice, Izuku, dannatamente felice nonostante siano chissà dove.
Ed è un gesto istintivo, naturale, cercare le labbra di Katsuki e baciarlo dolcemente.
Un bacio leggero, effimero e fugace dal sapore del sangue di Izuku.
E Izuku piange. Piange ancora sorridendo sollevato che Kacchan, il suo Kacchan, sta bene.
Neppure si accorge dell'immobilità del biondo che boccheggia senza fiato carezzandosi le labbra con la lingua.
Come se volesse metabolizzare bene quello che è successo.
Come se volesse sincerarsi che sia successo davvero.
Come se volesse rincorrere quel sapore ferrigno ancora e ancora e ancora.
Deglutisce senza fiato. Il respiro mozzato in gola, mentre Deku continua a ridere fra le lacrime.
Il cuore rimbomba impazzito nel suo torace e solo l'incessante dolore al braccio lo tiene saldamente ancorato alla realtà.
Un groviglio di emozioni e aspettative gli nascono dallo stomaco e gli si bloccano nell'addome.
Mille domande. Ancora.
Non ha il coraggio di darsi quella risposta.
Deku lo accetterebbe?
No, non deve illudersi. Non succederà.
Scuote la testa ed allontana quel momento.
E cerca di dissimulare, di recitare, come se non fosse successo niente.
Perché magari per Deku è davvero niente.
E per lui?
Per lui è tutto.
"Oi! Nerd di merda..." lo chiama abbaiando, ma la sua voce è malferma.
La testa ancora leggermente alzata dal torace del compagno di classe, ma dannatamente vicino per poter sentire il suo profumo e il battito tumultuoso del suo cuore.
Chissà se anche Deku riesce a percepire il suo attraverso i vestiti che li separano.
"D-Dobbiamo uscire da questo buco di fogna!" Esordisce ancora, malfermo inizialmente, incespicando sulla prima parola, ma la priorità è salvarsi non i suoi sentimenti.
Salvarsi.
Salvarlo.
Scuote la testa, Katsuki, e cerca di guardarsi intorno.
Il palazzo gli è crollato addosso e loro sono stati incredibilmente fortunati da finire in una specie di insenatura fra le macerie.
Sembrano stare abbastanza bene dopotutto.
Deku cerca di riacquistare un contegno e calmarsi, ma quel fantastico sorriso da idiota non vuole abbandonare le sue labbra martoriate.
Anche Katsuki sembra stare bene. Gli duole la testa, deve averla sbattuta probabilmente, ed è certo di essersi rotto qualche osso a quel suo stupido polso.
Sapeva che non avrebbe dovuto esagerare, sapeva che sarebbe finita così. Lo sapeva già dopo quella prima esplosione, quando un leggero fastidio gli aveva carezzato l'avambraccio.
Era ancora in convalescenza, dannazione!
"S-sì... ma dove siamo? Che è successo?" Chiede Izuku guardandosi intorno e scorgendo nient'altro che buio e macerie.
"Credo sotto ad un palazzo"
"Cosa?!" Gracchia Izuku sconcertato e sconvolto.
"Hai demolito un palazzo con un'esplosione?!"
Katsuki lo guarda con superiorità e non può impedire a quel mezzo sorriso superbo di affiorare sulle sue labbra.
"Probabilmente due" ghigna soddisfatto ed il suo ego si accresce maggiormente vedendo gli occhioni di Deku guardarlo con ammirazione.
"Almeno questo crollo avrà allarmato i professori e quegli stronzi saranno andati via." Dichiara Katsuki. Non è da lui cercare un risvolto positivo negli eventi catastrofici, ma non può fare altrimenti.
Deku è lì, è ancora lì. Non è una sconfitta.
"Di che stai parlando, Kacchan?" Chiede Izuku sospettoso alzandosi sugli avambracci per quanto quel luogo angusto gli possa consentire.
"C'erano quei due idioti della lega dei cattivi e un tizio nuovo. Ti cercavano." Confessa, Katsuki. Ed un macigno gli piomba addosso nel vedere lo sguardo di Deku smarrito e spaventato.
E vorrebbe consolarlo con frasi del tipo "Non preoccuparti cretino, tanto ti proteggerò io!" O "finché mi starai attaccato al culo come una cozza, quei coglioni non oseranno sfiorarti". Ma tace.
Perché non può fare altrimenti.
Perché non ha il diritto di dire simili cose.
Perché Deku potrebbe allontanarlo dicendo che non ha bisogno di lui.
Ed il cuore di Katsuki trema al sol pensiero.
"M-me?" Domanda tremolante Izuku squadrando Katsuki intensamente, come se volesse carpire più informazioni possibili.
"C-cosa volevano?"
"Non lo so." Confessa Katsuki abbassando lo sguardo.
"Volevano usare me per attirarti in quel merdoso vicolo."
"È quello che è successo allora..." ragiona Deku e Katsuki annuisce in accordo.
"Quei robot dunque non erano..."
"No, non sono della scuola, ma li ha portati quel wrap di merda."
"Dobbiamo avvisare i professori ed uscire di qui!" Dichiara Deku determinato e Katsuki ghigna divertito in risposta.
"Siamo sotto ad un palazzo o due, come vuoi uscire di qui, genio?"
"Userò il mio quirk e-..."
"E cosa? Non sai cosa c'è sopra di noi! Potresti far crollare anche questo piccolo spazio che ci ha salvato il culo!"
"Lo so!" Urla in risposta, Izuku.
Ma quale alternativa hanno?
"Ma che possiamo fare allora? Se spostassimo qualche maceria, rischieremmo di morire schiacciati. Se aspettassimo i soccorsi, potremmo morire soffocati qua sotto! Che alternative abbiamo?"
"Non lo so, cazzo!" Urla in risposta Katsuki, fregandosene del quantitativo ridotto di ossigeno che li ucciderà piano piano asfissiandoli.
"Ma farsi strada a suon di pugni mi pare solo una gran cazzata!"
"Voglio distruggere quello che c'è sopra di noi, non farmi un varco!" Grida anche Deku e Kacchan aggrotta le sopracciglia confuso.
"Che cazzo dici?" Farfuglia stavolta squadrandolo con sospetto.
Izuku abbassa lo sguardo sul suo braccio destro. È pieno di cicatrici. Ha già perso la sensibilità a qualche falange.
Recovery Girl è stata categoricamente irremovibile sull'uso sconsiderato del suo quirk.
Ma come possono uscire di lì altrimenti?
Un sorriso mesto si forma sulle labbra spaccate di Izuku.
"Ricordi una delle nostre prime esercitazioni? Quando ci divisero in squadre di cattivi ed eroi?"
Katsuki annuisce ricordandosi quell'unica volta che era stato affiancato al capoclasse ed avevano avuto l'opportunità ed i mezzi per fare un buon lavoro, ma la voglia di sorpassare Deku aveva avuto la meglio ed erano finiti per darsele di santa ragione.
Fu la volta in cui Izuku si prese un'esplosione in faccia.
E, anche se cerca di non darci peso, Katsuki è riuscito a scovare quella minuscola cicatrice sulla guancia di Deku dopo l'esame.
Proprio accanto all'orecchio.
Il senso di colpa e la consapevolezza di averlo ferito davvero lo avevano dilaniato per giorni.
Finché lo prendeva a pugni provandogli lividi che duravano qualche giorno, riusciva a fregarsene di lui e disprezzarlo. Ma quella cicatrice era un'altra cosa.
Per Kacchan era stato come accorgersi che poteva ferire con quelle mani e, da quel giorno, non lo aveva più sfiorato.
Non voleva provocargli ancora altre cicatrici. Non era giusto. Non era da eroi.
"Ho intenzione di provocare una corrente ascensionale che disintegri tutto quello che c'è sopra di noi con un pugno."
Katsuki lo ascolta ed assimila quelle parole.
Potrebbe funzionare. Dopotutto Deku lo ha già fatto.
E si è già rotto più volte il braccio...
Digrigna i denti, Katsuki, e si morde a sangue il labbro inferiore.
Non vuole che quel coglione si ferisca ancora... ma hanno davvero un'altra scelta.
"Sei convinto?" Chiede seriamente Katsuki, lasciando scivolare lo sguardo sul braccio pieno di cicatrici di Deku e poi sul suo dolente.
"Non abbiamo alternative, Kacchan." Dichiara Deku con un sorriso che sa di rassicurazione ad illuminargli il viso.
Katsuki deglutisce a disagio. Quel sorriso lo destabilizza sempre come il primo giorno.
Cerca di farsi da parte nonostante lo spazio angusto.
Scivola su un fianco e prova alla bene e meglio a lasciare più spazio possibile a Deku per caricare il pugno.
Un sospiro.
Deku attiva il suo quirk sul braccio destro caricando il colpo al massimo.
Katsuki chiude gli occhi.
"Carolina Smash!"
Un boato assordante lo colpisce all'improvviso e le orecchie iniziano a fischiargli dolorosamente.
Un turbinio di macerie, massi e detriti si alzano in volo disintegrandosi, spaccandosi, volatilizzandosi.
Katsuki si aggrappa con tutte le sue forze al terreno sotto di sé, ma la violenza del colpo di Deku lo sradica dal terreno facendolo volare via con i calcinacci.
Sbatte contro qualcosa di duro più volte ed è certo di essersi rotto il braccio quando lo sente scricchiolare dolorosamente dopo l'ennesimo impatto.
Prova a gridare dal dolore, ma persino la voce gli viene portata via dall'impeto di quel turbinio violento.
Si scontra ancora con qualcosa di duro, forse un palazzo o una maceria.
Sbatte la testa stavolta.
Sente il liquido vermiglio colargli lungo la tempia.
Poi solo il buio di nuovo.

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