THE LOVE THERE THAT'S SLEEPING

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George pizzica con le dita le corde della chitarra, e nessuno lo guarda.

John e Paul, in fondo alla sala, discutono su un passaggio che sembra non tornare.

George ha capito qual è il problema circa ventisette minuti e cinquanta secondi fa, ma nessuno gli ha chiesto di risolverlo.

Quindi, tace.

Quello non è il suo mondo, e il mondo di John e Paul sa essere crudele e elitario, con chi tenta di entrarvi.

Il suo, invece, il piccolo mondo di George, conta un unico abitante: se stesso.

Dalla terra bruna di quella minuscola sfera lui osserva, forse più di quanto consigliabile.

Sa, ad esempio, che un tempo a John e Paul sarebbero occorsi almeno otto minuti in meno per scovare la nota sbagliata in mezzo alle altre.

Non si capiscono più.

E se loro due non si capiscono più, cosa mai potranno sperare i comuni mortali come lui?

Le sue dita continuano a tormentare la chitarra, e la melodia è dolce, malinconica e rassegnata.

Come lui.

"I look at you all, see the love there that's sleeping" accenna, incerto, prima ancora che le parole prendano completamente forma nella sua mente, "While my guitar gently weeps".

Si blocca, e lascia cadere la mano.

"È buona" lo rassicura qualcuno, alle sue spalle.

George accenna un sorriso a Ringo, "Grazie".

Non servono molte parole, tra di loro: quelli che gridano, discutono e sbattono i piedi sono John e Paul.

George ha sempre pensato che il silenzio li terrorizzasse, li annichilisse, ed ecco dunque Paul e le sue parole galanti e John e la sua irrefrenabile ironia.

Ringo, come lui, non sente il bisogno di alzare la voce.

Se per John e Paul le parole sono come coltelli, da scagliare contro il nemico, per loro sono più simili a pietre che costruiscono ponti.

"Credi ne avranno ancora per molto?" chiede Richie, ma lui scrolla le spalle.

Impossibile prevederlo.

Lo ferisce, vedere gli altri litigare, perché ripercorrendo i propri pensieri si rende conto di non sapersi più definire se non in relazione a loro.

John alza ulteriormente la voce contro Paul e lancia metà dei fogli in aria.

George sussulta, ma conosce così bene il copione che, mentre John lo recita, può mimarlo con le labbra alla volta di Ringo.

"È merda, Paul! Merda! Cristo, come pensi di poter correggere me se scrivi questa fottuta merda?"

Il batterista ride tristemente, attento a non farsi sentire.

George sorride appena, e lascia che Ringo si sieda accanto a lui e lo ascolti.

C'è stato un tempo in cui il suo preferito era Paul, e non si fa problemi ad ammetterlo.

Paul il suo amico d'infanzia, che solo a lui permetteva di correggere gli accordi sbagliati, che sbatteva le lunghe ciglia dopo i concerti e gli lasciava sempre la ragazza meno carina per divertirsi un po'.

Poi ha avuto un debole, no, ecco, ha propriamente adorato John, sospirando come una ragazzina quando la sua divinità gli rivolgeva uno sguardo di apprezzamento dopo un pezzo particolarmente complicato.

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𝐓𝐇𝐄 𝐋𝐎𝐕𝐄 𝐓𝐇𝐄𝐑𝐄 𝐓𝐇𝐀𝐓'𝐒 𝐒𝐋𝐄𝐄𝐏𝐈𝐍𝐆 - starrisonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora