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Salii in macchina con Cal, ancora con il naso gocciolante e gli occhi acquosi ma ero ben deciso a rimettermi in sesto per non destare sospetti nei bimbi. Forse avrei accennato qualcosa della situazione disperata in cui ci trovavamo a Becky. Era la più grande dei tre -quasi 15 anni- e decisamente la più matura. Lei avrebbe sicuramente capito.

Accessi il cellulare, che da quel momento in poi sarebbe stato controllato dalla polizia, e vi trovai un'ondata di chiamate senza risposta e messaggi non letti. Tutto da Michael.

“Cosa devo fare secondo te?” chiesi a Calum, mostrandogli le notifiche.

“E che ne so io?!”

“Boh magari potevi con…”

“E poi chi è sto Michael?” fui interrotto. Lui non sapeva la storia. Bell'amico io insomma. Anni e anni di segreti condivisi e di sostegno reciproco e io neanche gli avevo parlato di Michael.

“Ora ti racconto” presi un profondo respiro e gli narrai tutto. Di come lo avessi conosciuto al Fire tre giorni prima, di come fosse stato diverso con lui, dissi che gli avevo lasciato il mio numero, che la sua immagine popolava constantemente il mio cervello, poi parlai della chiamata, dell'arrivo della polizia, della soffiata e dell'interrogatorio.

“Quindi? Cosa faccio? Oddio Cal, sono così confuso!” terminai, appoggiando i gomiti alle ginocchia e reggendomi la testa con le mani. Chiusi gli occhi e tirai un enorme sospiro, per calmarmi. Sentii la macchina fermarsi e una delle dita calde e familiari accarezzarmi i capelli.

“Luke, andrà tutto bene vedrai. Ne hai passate tante, supererai anche questa. Ti darò una mano ok?” l'effetto di quelle parole colme di speranza e di quel tocco delicato fu immediato. Mi rilassai subito e gli rivolsi un piccolo sorriso.

“Si Cal, ok. Andrà tutto bene, si risolverà.”

“Ecco così ti voglio! Pronto a recuperare i ragazzi?”

”Prontitissimo!” esclamai, e vidi un'espressione orgogliosa formarsi sul suo volto, per pochi secondi.

Lo seguii fuori dall'auto verso l'entrata della scuola. Peccato che ci fosse già una signora che cercava di prelevare Ap e Ron.

Mi avvicinai e chiesi risolutamente “Scusi dove vuole portare i miei fratelli?”

“Oh Luke tesoro, finalmente sei arrivato” mi accolse affettuosamente la maestra, una simpatica donna sulla sessantina che sembrava una di quelle nonne dolci che cucinano da favola “Non so più cosa dire alla signora. Cioè non sono autorizzata a consegnare i bimbi a qualcuno al di fuori della famiglia, e non capisco proprio perché divenne dovrebbe venire un'assistente sociale al tuo posto, sei così un bravo ragazzo”

Le sorrisi.

“Signora maestra, le ho già spiegato che il fratello di questi ragazzi è sotto accusa di prostituzione e uso di stupefacenti quindi, la prego, mi consegni i bambini”

“Non dica così davanti a loro: li spaventa!” la sgridò la maestra “E comunque anche se fosse vero, me ne infischio! Luke è il fratello migliore che io abbia mai visto, anche meglio di molti papà!”

“Grazie Charlotte, me ne occupo io” congedai l'insegnante. “I bambini li prenderò io, se vuole può venire a casa anche lei, signora…?”

“Roxanne Smart. Sarò felice di seguirla nella sua abitazione, per verificare in che condizioni vivete”

“Condizioni molto migliori di quanto lei possa credere. E comunque le ricordo che il tribunale non ha ancora deliberato niente, quindi lei non ha alcun diritto sui piccoli”

Caricai i due in macchina e mi appoggiai al cofano, in attesa di Becky, con Cal affianco. “Stai andando benissimo amico, fagli il culo anche da parte mia a quelli dell'assistenza sociale del cazzo” mi sussurò facendomi l'occhiolino.

“Contaci” sussurrai di rimando “È arrivata” aggiunsi indicando la ragazza bionda dagli occhi azzurri, la mia copia al femminile, che ci stava venendo incontro. Mi saltò in braccio e mi stampò un bacio sulla guancia urlandomi un saluto nelle orecchie.

“Ciao rompipalle” risi e sentii la signora Smart tossicchiare. “Ah si. Becky, lei è Roxanne Smart; signora Smart le presento mia sorella Becky”

“Cazzo vuole questa?” mi chiese mia sorella senza farsi sentire.

“Rovinarci la vita. Dopo ti spiego. Ora sali in macchina che andiamo a casa”

La appoggiai a terra e le diedi una spintarella verso la portiera. Lei mi sillabò un "vaffanculo" e poi entrò in auto. Mi accomodai anche io al mio posto poi, notando Roxanne a qualche metro di distanza ancora in piedi in attesa degli eventi le urlai “Mi auguro che lei sia in macchina, perché qui non c'è più spazio!” e le sbattei la portiera in faccia.

Uno a zero per Hemmings.

Spazietto autrice:

Hey *manina che saluta*

Come va? Io bene (:

I nomi dei fratelli si di Luke sono degli "omaggi" a 24 carati e Two (Becky e April) di Funklou [SE NON AVETE GIÀ LETTO LE SUE STORIE DOVETE FARLO  A D E S S O  PERCHÉ È UN GENIO QUELLA RAGAZZA] e a Harry Potter (Ron)

Spero che questo capitolo sia decente, non l'ho riletto XD

love ❤
CateHemmings

Drunk || MukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora