3-Rinuncia

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Ayako, ancora scossa da quell'incontro inusuale, decise di tornare a casa, ma era fortemente sicura che prima o poi Gojo si sarebbe presentato davanti a casa sua e l'avrebbe perseguitata finché non gli avesse aperto la porta.

-Sono a casa- disse, anche se abitava da sola da ormai due anni.

Sua madre viveva all'estero per lavoro e le mandava dei soldi ogni mese per permetterle di essere indipendente.
La scuola era iniziata da poco più di 3 settimane, ma lei non si era mai presentata alle lezioni e passava tutta la giornata chiusa in casa.
Aveva preso l'abitudine delle passeggiate notturne solo da poco ma per il resto era come un eremita.

Entrata in casa buttò la giacca sul piccolo divano vicino all'entrata e iniziò a prendere tutte le sue cose per metterle in una piccola valigia.

Aveva deciso di alloggiare per un po' in un hotel per impedire a Satoru di causarle delle noie e nella speranza che magari avrebbe pensato che fosse morta.

Una volta prese tutte le sue cose uscì dalla piccola casetta con indosso un paio di jeans larghi e una felpa pesante e si avviò, con i soldi che le erano rimasti, dall'altra parte della città.

-C'è nessuno?-
-Ai-Chan sei in casa?-
-Lo so che sei lì, quindi vieni ad aprirmi-
...
-Guarda che sfondo la porta- non stava scherzando

Gojo stava suonando il campanello di casa Takahashi da più di 2 ore.

Ayako ci aveva visto giusto perché il gigante dai capelli bianchi aveva visto il suo indirizzo di casa sulla carta di identità e preoccupato per lei si era presentato davanti alla sua porta pronto a farsi spiegare il motivo del comportamento del giorno prima.

Testardo com'era non avrebbe mai rinunciato a vederla e così scavalcò il piccolo cancelletto del giardino dietro alla casa riuscendo anche a scassinare la maniglia della porta-finestra.

Guardò in tutta la casa, ma della ragazza non c'era ombra.

Adesso Gojo era veramente preoccupato.
La possibilità che si fosse uccisa gli martellava nella mente, ma decise di aspettarla dentro casa sua nella speranza che fosse ancora a scuola e non sul ciglio di un ponte.

Passarono le ore, ma di lei non c'era traccia.
L'unico suono che si poteva udire era il ticchettio delle dita di Satoru sul piccolo tavolo di legno in casa di Ayako.

Il cuore gli martellava nel petto e gli occhiali neri erano l'unica cosa a mascherare la sua preoccupazione.

-Se la sua intenzione era quella di farmi preoccupare direi ci è riuscita- disse con un sorrisetto prima di uscire dalla finestra per andare a cercarla.

Gojo controllò in ogni angolo della città, girò tutte le scuole che conosceva e chiese a tutti i passanti se l'avessero vista, ma inutilmente.

La cercò per una settima mobilitando anche gli altri stregoni e i suoi compagni di classe, ma riuscì solo a sapere che aveva lasciato la scuola da un mese.
Non era mai stato così preoccupato in vita sua, perche stava facendo così tanto per una quasi-sconosciuta?

Come unica risorsa decise di denunciare la sua scomparsa alla polizia, così, correndo come un matto, arrivò davanti alla stazione di polizia.

Sudato e stanco iniziò a parlare con un poliziotto che si fece indicare le generalità della ragazza, ma appena ebbero finito di parlare Gojo vide nel riflesso dei suoi occhiali da sole che aveva poggiato sulla scrivania una figura familiare.

-Dove cazzo ti eri cacciata!?- urlò arrabbiato

Ayako per poco non svenne dallo spavento.

Ci furono alcuni secondi in cui i due si guardarono.

La luce nell'abisso (Gojo x OC)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora